Il luogo del mese: avventure nel Parco delle Cinque Terre

Il luogo del mese: avventure nel Parco delle Cinque Terre

Quanti modi ci sono di viaggiare? Decisamente molti, perfino insospettabili. In questo momento, particolarmente difficile per i ragazzi, gli itinerari virtuali sembrano la soluzione migliore per esplorare nuovi scenari, non sempre lontani da noi. La nostra meta oggi è la Liguria, in particolare ci inoltreremo nel Parco Nazionale delle Cinque Terre e raggiungeremo alcune sue perle isolate e nascoste.

Camminare per scoprire

Il modo migliore per visitare il Parco è quello di inoltrarsi lungo i sentieri che si snodano per centinaia di chilometri lungo la costa tra Levanto e Portovenere e si inerpicano verso le alture che contornano la costa. Sospesi tra terra e mare questi itinerari rivelano scorci di incomparabile bellezza, amati e descritti con parole indimenticabili da Eugenio Montale, che passò le estati nella villa di famiglia a Monterosso. Oggi un parco letterario consente di visitare il paesaggio caro al poeta, per quanto le trasformazioni del centro abitato di Monterosso abbiano fatto scomparire per sempre il muro d’orto di Meriggiare pallido e assorto.

I sentieri che partono da qui sono spesso tracce esili, a volte difficili da individuare: hanno origine da strette e vertiginose scalinate, da viottoli quasi nascosti, apparentemente senza via d’uscita. Sembra che vogliano conservare una sorta di riserbo, che nascondano la propria aspra bellezza per rivelarla solo a chi vuole davvero impegnarsi a scoprire il territorio al ritmo ora quieto ora affannoso dei passi e del respiro.

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Lungo un sentiero tra Vernazza e Monterosso con i tradizionali muri a secco e rigogliosi uliveti.

Un territorio meraviglioso e fragile

Il viandante viene ammesso in un contesto ambientale unico e fragile, esposto in modo particolare alle avversità meteorologiche. Le piogge negli ultimi anni hanno infierito in modo particolare sulla costa ligure e le Cinque Terre hanno subito gravi danni: i piccoli borghi costieri come Monterosso e Vernazza sono stati invasi da fiumi di fango; le strade e le coltivazioni sui terrazzamenti (cian nel dialetto locale) sono state ripristinate con difficoltà.

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Terrazzamenti presso Vernazza. Questa conformazione “a gradoni” ha consentito di coltivare zone impervie e al tempo stesso di rinforzare i pendii delle colline fronteggiando il dissesto idrogeologico del territorio ligure.

Alcuni tracciati pedonali lungo la costa, frequentati un tempo da migliaia di turisti, restano attualmente impercorribili per il pericolo di frane e crolli, e nell’imminenza di una perturbazione i sindaci consigliano di non avventurarsi sui sentieri del Parco. Per conoscere l’ambiente e il paesaggio locali si devono usare scarpe e abbigliamento adatti e avere una buona preparazione fisica.

Il grande caldo e la siccità dei mesi estivi allontanano dai sentieri gli escursionisti, ma questa avversità ha riflessi anche sull’ambiente. Negli ultimi decenni la furia di grandi incendi, per la più parte dolosi, ha mutilato i boschi che fanno da corona all’area costiera; qua e là si vedono le ferite inferte dal fuoco a un patrimonio forestale composito: in alcune aree impervie, sui cigli dei burroni affacciati sul mare, prospera la macchia mediterranea, composta da basse e robuste piante sempreverdi come il rosmarino e il corbezzolo. Altrove, più all’interno, si estendono boschi di conifere, piantati dall’uomo per ricavarne legname e carbone.

Ma gli equilibri mantenuti per molti secoli grazie al paziente lavoro di contadini e boscaioli si sono modificati in modo significativo. La macchia si espande conquistando a poco a poco le aree agricole lasciate incolte dall’abbandono. I frequenti periodi di siccità, oltre a generare allarme per il rischio di incendi, mettono a dura prova la sopravvivenza di alberi secolari, di monumenti vegetali che nelle Cinque Terre sopravvivono miracolosamente come a vigilare sugli abitanti.

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Lecci giganti presso il Santuario di Nostra Signora di Soviore, a Monterosso.

Itinerario a Punta Mesco

Il sentiero che da Monterosso sale al promontorio di Punta Mesco regala una visione molto estesa di tutte le Cinque Terre. È un itinerario piuttosto frequentato dagli escursionisti, che conduce fino a Levanto, dopo avere oltrepassato un colle posto non lontano dalla punta. Per apprezzare le bellezze della zona non è necessario compiere l’intera traversata. Basta camminare poco più di un’ora per raggiungere luoghi di grande fascino.

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Il tragitto che da Monterosso conduce a Punta Mesco e prosegue fino a Case Lovara.

La salita dal centro abitato è piuttosto ripida: si può affrontare con la furia del giovane Montale (“come un cane inquieto” scrisse in una lirica delle Occasioni) oppure più saggiamente con frequenti soste per assaporare i profumi della macchia e guardare le pieghe dei monti che si stendono a perdita d’occhio. L’area è Sito di Interesse Comunitario dal 1995 e il sentiero attraversa un’antica lecceta che costituisce un esempio perfetto di macchia mediterranea alta dove lo sviluppo delle folte chiome degli alberi rende impossibile la crescita del sottobosco.

Di fronte a noi osserviamo il dilagare della boscaglia che sta riconquistando terreni un tempo coltivati.

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La boscaglia ha invaso i terrazzamenti che contornano Monterosso.

Salendo ulteriormente verso il colle il bosco lascia spazio alla gariga, una formazione vegetale composta da piante basse, cespugliose e spinose, che sopravvivono anche su suoli molto magri e rocciosi e resistono a lunghi periodi di siccità. La vista dal colle può ora spaziare in più direzioni verso il mare, e in giornate molto limpide sono visibili da qui la Corsica e gran parte della costa ligure.

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La salita verso Punta Mesco, oltrepassato il bosco, prosegue tra vegetazione bassa (gariga) e apre orizzonti spettacolari sul mare.

Punta Mesco, che si raggiunge con una breve deviazione, fu per secoli sede di una comunità monastica che, su un terrazzo prospiciente il mare, eresse una chiesa e un convento, di cui restano soltanto i ruderi. Più avanti, sopra alte scogliere, si giunge a una costruzione moderna attualmente in disuso, eretta per fini militari.

Grazie alla sua posizione strategica, Punta Mesco fu perno fondamentale del sistema difensivo costiero di Monterosso: le frequenti incursioni saracene indussero gli abitanti del Levante ligure a stipulare con i monaci un accordo, che trasformò i religiosi in sentinelle pronte a lanciare l’allarme in caso di pericolo imminente.

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Panorama da Punta Mesco, meta finale dell’itinerario.

Proseguendo verso Levanto ancora per pochi minuti, giungiamo a un minuscolo insediamento rurale, il Podere Case Lovara, che sorge vicino a un torrente nascosto in una folta vegetazione. Lontano da ogni strada carrozzabile, ha ospitato per secoli una piccolissima comunità familiare di contadini.

Passata al Fondo Ambiente Italiano grazie alla generosità di alcuni donatori, questa proprietà costituisce la preziosa testimonianza di un mondo ormai quasi totalmente scomparso. Il FAI ha ristrutturato gli edifici con rigorosi criteri filologici e nel rispetto delle esigenze ambientali, ripristinando un angolo della riviera di Levante dove si potrà alloggiare con la formula ricettiva dell’agriturismo. Le terrazze che contornano il podere sono state consolidate e ricostituite per riportare l’area all’originale funzione produttiva, con la coltivazione della vite, dell’ulivo e degli ortaggi.

Diverse ricerche scientifiche compiute intorno al podere hanno consentito di scoprire ulteriori terrazzamenti che si estendevano fino al mare su terreni molto scoscesi, e alcune carbonaie già attive nel XV secolo.

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L’isolato insediamento di Case Lovara, nei pressi di Punta Mesco.

Lungo l’itinerario che abbiamo seguito, si possono ammirare scorci panoramici di grande suggestione e bellezza.

Fare Geo

Come l’itinerario che abbiamo seguito in questo articolo, tutti i viaggi virtuali possono essere molto stimolanti e suggerire diverse attività didattiche che puoi sottoporre ai tuoi studenti per allenare la loro capacità di conoscere un territorio approfondendo gli aspetti ambientali e culturali e sviluppando il loro senso di osservazione e la loro curiosità.

  • Sfruttando le webcam dislocate nel territorio ligure, è possibile osservare a distanza anche le località del Parco delle Cinque Terre: puoi scegliere in rete un sito che offre questo servizio e seguire in tempo reale la “vita” di quei luoghi. Puoi trasformarti in una “sentinella del territorio” e annotare, giorno dopo giorno, i cambiamenti meteorologici e ambientali: otterrai un piccolo diario geo-ambientale ricco di spunti e riflessioni che potranno essere condivise con la classe e fornire materiale per realizzare una relazione collettiva sullo stato del territorio.
  • Tutti abbiamo un “posto del cuore“, un luogo a cui siamo particolarmente affezionati o che ci piacerebbe un giorno visitare. Ti proponiamo quindi una missione geografica: scegli la tua località preferita (in Italia o nel mondo) e condividi con i compagni un tour virtuale (realtà immersiva, fotografie 3D, webcam…). Ogni studente dovrà dare un voto al “viaggio digitale” che l’ha colpito di più e alla fine si eleggerà la località vincente. Come esempio, per rimanere nelle Cinque Terre, guarda questo viaggio immersivo a Monterosso e dintorni. Ci andresti?
  • La gita scolastica di quest’anno è destinata a saltare. Allora perché non programmare la prossima uscita didattica con gli strumenti digitali che il web ci mette a disposizione? Puoi utilizzare Google MyMaps e creare un itinerario nel Parco delle Cinque Terre dopo aver preparato le singole tappe nella tua classe virtuale: decidi con i tuoi compagni le destinazioni e disegnate l’itinerario virtuale su MyMaps; poi, suddivisi in piccoli gruppi, preparate per ciascuna località delle schede descrittive accompagante da foto e video che verranno caricate sull’itineario virtuale arricchendone il tracciato (ecco un esempio, sempre localizzato nel Parco delle Cinque Terre). L’itinerario per la prossima gita scolastica è pronto!
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