Non scatenare il mare che dorme

Non scatenare il mare che dorme

L’ambiente marino condiziona gran parte della vita sul nostro Pianeta. Che conseguenze comporta la rottura dell’equilibro di questo sistema prezioso ma delicato? Ce lo spiega, con la solita competenza e chiarezza, Luca Mercalli, climatologo, divulgatore scientifico e autore Deascuola.

Quando parliamo di sostenibilità ambientale troppo spesso ci concentriamo sulla terra e ci dimentichiamo del mare. Eppure le acque oceaniche, che ricoprono il 70% del Pianeta e hanno una profondità media di quasi 4000 metri, sono un ambiente tridimensionale estremamente vario, fragile e soggetto a moltissimi stress.

Vediamo tutti come in poco più di mezzo secolo abbiamo trasformato gli oceani in discariche planetarie piene di plastica, un flagello per la salute di pesci e uccelli marini ma pure per noi, che ci ritroveremo i residui nel piatto. E poi metalli pesanti come il mercurio, e rifiuti radioattivi abusivi o formalmente autorizzati, come lo scarico delle acque contaminate della centrale nucleare di Fukushima. La pesca eccessiva, spesso illegale, sta portando alla soglia dell’estinzione molte specie ittiche e l’aumento della temperatura delle acque devasta le barriere coralline, come sta accadendo in Australia.

Acque calde

Il riscaldamento globale è particolarmente impattante sull’equilibrio degli oceani: prima di tutto l’anidride carbonica liberata dai combustibili fossili, oltre che nell’aria, si discioglie anche nelle acque, aumentandone l’acidità con il rischio di creare un ambiente corrosivo per la maggior parte delle specie di plancton e di molluschi a struttura carbonatica (come le conchiglie), cui seguirebbe un’irreversibile estinzione di massa.

L’aumento di temperatura causa la fusione del ghiaccio di banchisa degli oceani polari, cambiando la distribuzione dell’energia solare: invece di trovare una superficie bianca riflettente, i raggi solari trovano acque scure che così si riscaldano di più e innescano un meccanismo di amplificazione che fonde ulteriore ghiaccio. E proprio i ghiacciai della Groenlandia, insieme a quelli dell’Antartide e delle catene montuose, fondendo a ritmo accelerato, fanno aumentare il livello marino, unitamente all’espansione termica delle acque: i satelliti già ora misurano un aumento medio globale di 4,6 mm all’anno.

Solo nella calotta glaciale della Groenlandia è contenuto un equivalente di sette metri di mare in più: una bomba innescata che potrebbe sommergere gran parte delle città costiere del mondo. Le simulazioni climatiche prevedono per la fine di questo secolo un aumento tra 40 centimetri e oltre un metro, a seconda dell’applicazione o meno dell’accordo di Parigi sulla riduzione delle emissioni: pensate che cosa ne sarà di Venezia!

Variazioni di corrente

E poi ci sono le silenziose correnti oceaniche, possenti nastri trasportatori d’acqua che impiegano millenni per percorrere gli abissi oceanici. Questa circolazione è disturbata dalle variazioni di salinità e di temperatura dovute all’imponente immissione di acque dolci proveniente dalla fusione  dei ghiacci polari. Il rischio è che si blocchino correnti fondamentali come quella del Golfo, che mantiene tiepide la Scozia e la Scandinavia. È già avvenuto in passato e, se capitasse di nuovo, in un mondo che diventa tutto più caldo ci ritroveremmo Oslo e Stoccolma inabitabili per il freddo.

Gli oceani stoccano, nelle loro acque, gigantesche e indomabili quantità di energia. Meglio non scatenarle.

Tratto dal mensile Consumatori dei soci Coop.
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Fare Geo

  • L’innalzamento dei livelli degli oceani, causato principalmente dalla dilatazione termica dell’acqua e dallo scioglimento dei ghiacciai, minaccia numerose località in tutto il mondo, specialmente quelle costiere e le isole a bassa quota. Fate una ricerca sul web e individuate su una carta le località che in Italia sono a rischio per l’innalzamento dei livelli dei mari e degli oceani. Poi, con l’obiettivo di sensibilizzare sulla gravità di questo fenomeno, create una comunicazione social con lo slogan “Quali luoghi non potremo più visitare nel 2100?” abbinandolo a un’immagine significativa (per esempio, la simulazione della linea di costa della penisola italiana invasa dalle acque). La stessa attività può essere effettuata a livello globale.
  • Ogni anno, l’8 giugno, si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani. Informatevi sul tema principale, Wonder: Sustaining What Sustains Us (Meravigliarsi di ciò che ci sostiene, per imparare a proteggerlo) e in particolare approfondite il contributo che potete dare alla tutela degli ambienti marini (uso di materiali alternativi alla plastica, pulizia delle spiagge, diffusione di informazioni, iniziative di volontariato ambientale…). Dal sito ufficiale potete scaricare le grafiche della Giornata e condividerle sui vostri account social.

La sostenibilità a scuola: Ascolta la Terra – Edizione azzurra, geografia per un futuro possibile di Deascuola

Ascolta la Terra – Edizione azzurra è un corso di Geografia per la Scuola secondaria di primo grado di Luca Mercalli e Matteo Di Napoli. La proposta didattica, caratterizzata dal taglio ambientale, è sostenuta da un’impostazione rigorosa, progettata per sollecitare l’apprendimento attivo.

La conoscenza dei fenomeni naturali e sociali viene stimolata dalle testimonianze dirette, dalle osservazioni sul campo e dalle puntuali riflessioni del climatologo Luca Mercalli, che puntano l’attenzione sull’importanza di adottare comportamenti responsabili, collettivi e individuali, per la salvaguardia del nostro Pianeta e dei suoi abitanti.

Il corso presenta schede di Educazione civica e schede sullo sviluppo sostenibile che si riferiscono agli obiettivi dell’Agenda 2030; contengono riflessioni per sollecitare comportamenti positivi, e spunti per la ricerca e il dibattito in classe. Tali attività richiamano il Quadro europeo delle competenze in materia di sostenibilità (greencomp).

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Scopri tutti i contenuti del nuovo corso di Geografia “Ascolta la Terra – Edizione Azzurra” per la Scuola secondaria di primo grado

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