La terza tappa tra i Patrimoni Unesco italiani ci porta a Padova, a pochi passi dalla Basilica del Santo, per visitare il più antico orto botanico del mondo, entrato nella lista nel 1997 (Unesco, Unesco Italia).
L’Orto Botanico dell’Università di Padova (Sito ufficiale) è nato nel 1545, su decreto della Repubblica di Venezia, come “Horto medicinale” con lo scopo di presentare agli studenti dell’Università le piante medicinali facilitandone così il riconoscimento.
Chiamato “Giardino dei semplici”, già nel 1547 comprendeva duemila piante medicinali e ancora oggi mantiene l’antica struttura a pianta circolare, ben individuabile dall’alto, che si osserva nella stampa dell’epoca. E’ il più antico giardino botanico rimasto inalterato nel corso del tempo come struttura e ubicazione e che ha mantenuto anche la sua funzione didattica.
Proprio lo scopo culturale e didattico è alla base della motivazione con cui è stato inserito tra i patrimoni dell’umanità: “L’Orto botanico di Padova è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura. Ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche moderne, in particolare la botanica, la medicina, la chimica, l’ecologia e la farmacia.“
La struttura e le specie coltivate
Il giardino botanico si estende su 22.000 m². La zona interna, la prima ad essere realizzata, nel 1552 venne circondata da un muro, per proteggerla dai furti. In seguito l’Orto si estese alla zona esterna fino a coprire tutta l’area di forma trapezoidale che era stata messa a disposizione e nel XIX secolo furono realizzate serre con struttura in ghisa e un’aula a emiciclo per le lezioni. Fa parte dell’Orto anche la palazzina barocca, destinata originariamente a residenza del direttore, oggi sede di esposizioni museali, della biblioteca, dell’archivio e dell’erbario che raccoglie mezzo milione di specie provenienti da tutto il mondo.
Attualmente comprende oltre seimila specie di piante e dal 2008 è in atto un ampliamento di 15.000 m² su terreni adiacenti.
Tra le raccolte sono da ricordare le piante carnivore, con una trentina di specie di piante che si nutrono di insetti, come Nepenthes, Dionaea e Drosera; le piante acquatiche tenute in una vasca con temperatura costante di 25°C che permette l’acclimatazione di specie esotiche (come la gigante Victoria cruziana dell’Amazzonia); le piante succulente (piante grasse), come agavi, aloe, euforbie e opunzie, che in inverno vengono ritirate in serra.
In serre si trovano poi le Orchidacee, con 150 specie, e le felci, con forme terricole, acquatiche ed epifite (piante che vivono su altre piante).
Una sezione è dedicata alle piante locali con parecchie specie rare del Triveneto che si cerca di salvare dall’estinzione. Recentemente è stata inserita anche una raccolta di piante velenose.
Si possono anche osservare alcuni ambienti naturali del nostro Paese: la macchia mediterranea, la roccera alpina, la torbiera e il litorale veneto.
Per i non vedenti e gli ipovedenti è stato allestito un itinerario didattico con specie, coltivate appositamente per essere sostituite, dotate di caratteristiche particolarmente riconoscibili mediante tatto e odorato: una targa con scrittura in Braille descrive ogni esemplare.
Curiosità
● Molte piante hanno fatto il loro ingresso in Italia passando per l’Orto Botanico di Padova e di qui si sono poi diffuse in tutta la penisola. Tra queste, oltre al Ginkgo biloba, un fossile vivente che risale a 250 milioni di anni fa, alcune piante oggi comunissime, come la patata, la magnolia, l’acacia, il girasole il lillà e il gelsomino.
● La pianta più antica è la “palma di S.Pietro”, piantata nel 1585, una palma nana tipica della macchia mediterranea che qui, dopo oltre 400 anni di vita, ha raggiunto i 10 m d’altezza. E’ anche detta “palma di Goethe” perché nel 1786 ispirò al poeta una teoria sulla metamorfosi delle piante (sito dell’Università).
● Più recente, inserito qui nel 1828, è il cedro dell’Himalaya, che è però il primo esemplare giunto in Italia di questa specie, oggi diffusa nei parchi per il suo aspetto ornamentale.
● La piscina centrale per le piante acquatiche è alimentata da una falda sotterranea d’acqua calda che si trova 300 m di profondità.
● Nell’Orto è allestita una Banca del Germoplasma (o banca dei semi, cellule germinali che contengono il materiale genetico della pianta) che dal 1992 utilizza anche la crioconservazione (tecnica del freddo) ed è collegata alla rete internazionale.
Fare Geo
● L’Orto Botanico di Padova è visitabile virtualmente su Google Earth e su Maps, attivando l’opzione Street View. Inoltre su Google Earth il centro storico di Padova è visualizzato in 3D. Fai un giro tra le varie sezioni e descrivi quanto osservi.
● Se nella tua città è presente un orto botanico, recati a visitarlo e prepara una breve relazione accompagnata da alcune fotografie.