A cena con Frankenstein

A cena con Frankenstein

di Giordano Golinelli, ACRA-CCS

Timon: «È una rara prelibatezza. Piccante e croccante!»
Pumbaa: «Non potrai più farne a meno»
Timon «Credi a me ragazzo, questa è la bella vita»
(tratto da Il re leone, Disney 1994)

Tra poche settimane aprirà in Galles, il primo ristorante di tutto il Regno Unito che ha come pietanza principale gli insetti. Si potranno gustare deliziosi piatti come il bug burger, il cricket kebab, il burrito bug o il bamboo worm fudge ice cream. Tutto a base di grilli, vermi, scarabei, bruchi, cavallette… Sono pazzi questi gallesi, verrebbe da dire. In realtà non non sono pazzi affatto, visto che nel mondo la cucina a base di insetti conquista spazio, aprono sempre più ristoranti e addirittura ci sono start-up innovative dedicate all’entomofagia che hanno vinto finanziamenti per la nuova imprenditoria. In tanti sostengono che gli insetti, grazie al loro potere nutritivo, posso addirittura essere una delle risposte a un mondo sempre più popolato.

E in Italia? A quanti farebbe piacere assaggiare una “polentina alle locuste”? Probabilmente per ora a pochi, anche se i primi tentativi di organizzare una ento-cena (subito sospesi dalla ASL) hanno registrato il sold out dei curiosi milanesi. In molti non ci penserebbero nemmeno a mettersi in bocca un bruco.
Tuttavia lo facciamo già tutti, e senza nemmeno saperlo. Come? In tanti modi, per esempio ogni volta che mangiamo una caramella, una cicca, uno yogurt o uno dei tanti altri prodotti che contengono E120.
E120 è il rosso cocciniglia, un additivo alimentare di quelli che di solito si vedono in fondo alle etichette. Si tratta di un colorante che viene prodotto estraendo il colore rosso da alcuni tipi di insetti. In pochi lo sanno e, di solito, chi lo conosce cerca di evitarlo. Ma la gran parte di coloro che “insetto schiacciato” non lo mangerebbero mai, continuano a mangiarlo inconsapevolmente.
Chi lo conosce di solito appartiene a quella categoria di persone che hanno imparato a leggere le etichette e anche ad andare oltre, per capire cosa significano i codici alimentari e le altre scritte incomprensibili dei prodotti che compriamo. Se lo fate scoprirete che tutto sommato il rosso cocciniglia non è poi il peggio, dato che in alcuni casi si trovano anche derivati del petrolio. Gli additivi alimentari sono una grande famiglia, che comprende i più sorprendenti risultati della ricerca applicata al settore agroalimentare, ma anche a quello cosmetico e della cura del corpo. Per questo è importante imparare a leggere le etichette e imparare a scegliere cosa si compra, sia per la tutela della propria salute (per quanto la maggior parte degli additivi alimentari sia del tutto innocua) sia per la tutela della propria intelligenza, perché noi siamo – letteralmente – quello che mangiamo.

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