L’ora di geografia negli Istituti Tecnici e Professionali: una novità che fa discutere

Negli ultimi decenni si è assistito a una progressiva – lenta ma persistente – erosione di orario scolastico destinato all’insegnamento della geografia. L’ultima grave penalizzazione si deve alla recente riforma del ministro Gelmini per la scuola secondaria di secondo grado, che ha ridotto ancor di più il già minimo carico orario di geografia nel biennio dei Licei e ha eliminato la disciplina in tutti gli Istituti Tecnici e Professionali, a eccezione dei Tecnici a indirizzo economico e turistico. Incredibile è stata considerata la scomparsa della geografia in istituti dove aveva un ruolo formativo e professionalizzante, con una lunga e consolidata tradizione; è il caso del Nautico (ora denominato Trasporti e Logistica), così come è risultata sconcertante l’assenza nell’indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio, giacché ambiente e territorio sono due parole connotative di questa disciplina. Si potrebbe proseguire con altre esemplificazioni di quanto accaduto, ma qui importa sottolineare un’altra prospettiva, al contrario confortante, che si sta schiudendo e che può produrre un cambiamento di ruolo e di posizione della geografia nel panorama culturale e scolastico.

Non è un caso che la riscossa della geografia provenga da altri settori disciplinari, che giungono a significative rivalutazioni, e proprio in nome dello spatial turn; si assiste, infatti, a un riconoscimento della rilevanza strategica della dimensione spaziale (geografica), in un tempo caratterizzato dalla globalizzazione e accelerazione della mobilità da una parte e dalla rivoluzione digitale dall’altra.
Nello stesso tempo è pure confortante constatare come l’opinione pubblica, spesso più avvertita della classe politica, risponda con prontezza alle sollecitazioni, manifestando grande sensibilità nei confronti delle valenze educative della geografia e delle sue potenzialità formative e professionali. Proprio in occasione della riforma Gelmini, l’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (AIIG) è riuscita a produrre uno sforzo enorme con la richiesta di firmare un appello, accolto in pochi giorni da oltre 30.000 persone.
Si è realizzata un’opera di sensibilizzazione importante, che ha esercitato una eco fortissima anche negli ambienti ministeriali. In quest’ottica si può leggere, per esempio, il parziale recupero per la geografia, significativo soprattutto in termini di immagine e come segnale di attenzione, dovuto al Decreto Legge 12.09.2013 n. 104, recante Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca, ribattezzato dal Governo “L’istruzione riparte”. Con tale provvedimento è stato deciso di potenziare l’insegnamento della geografia generale ed economica con un’ora in più nel biennio iniziale negli Istituti Tecnici e Professionali. In questo modo l’allora Ministro, Maria Chiara Carrozza, ha inteso porre l’accento sul ruolo formativo dell’educazione geografica. L’AIIG ha espresso apprezzamento per la decisione, sebbene fosse ben consapevole che questa norma non risolve i problemi dell’insegnamento della geografia nella scuola secondaria di secondo grado, aggravati dall’atipicità della classe di concorso 39/A (Geografia) che consente a docenti di altre classi di insegnare la disciplina, pur non avendo una preparazione universitaria adeguata.
L’introduzione dell’ora di “Geografia generale ed economica” in tutti i bienni degli Istituti Tecnici e Professionali è entrata a regime con l’anno scolastico 2014-2015, grazie al Decreto ministeriale del 5/9/2014 che ha reso note le linee guida, in sintonia (seppure in forma molto ridotta) con quelle del biennio dell’indirizzo economico. Si tratta, infatti, di studiare le conoscenze di base, quali: la formazione, l’evoluzione e la percezione dei paesaggi naturali e antropici; i processi e i fattori di cambiamento del mondo contemporaneo (globalizzazione economica, aspetti demografici, energetici, geopolitici, risorse e sviluppo sostenibile); l’organizzazione del territorio, lo sviluppo locale, il patrimonio territoriale.
L’ora aggiuntiva di geografia ha pure costituito tema di vivace dibattito del 57° Convegno Nazionale dell’AIIG, la cui assemblea dei soci, al termine dei lavori (il 28 settembre 2014), ha approvato all’unanimità tre mozioni riguardanti sia il ruolo strategico della geografia nella società di oggi (non esplicitato bene nel documento programmatico “La buona scuola”), sia la necessità che essa venga insegnata da docenti adeguatamente formati nella disciplina. L’assemblea, infatti, rilevando le gravi irregolarità e anomalie, riscontrate in numerose province, che hanno prodotto la mancata attribuzione dell’ora di geografia generale ed economica agli insegnanti specialisti, ha chiesto al MIUR di intervenire presso gli Uffici Scolastici Regionali, affinché la normativa vigente venga correttamente applicata.

Leggi anche

Che fine ha fatto il buco dell'ozono e perché ci interessa ancora
Viaggi estremi sopra e sotto i mari
Dove finisce la tua bottiglietta di plastica?