Nei panni di un rifugiato: un videogioco “contro ogni probabilità”

Nei panni di un rifugiato: un videogioco “contro ogni probabilità”

di Viviana Brun, CISV-Ong 2.0

La forza dei videogiochi è di coinvolgere il giocatore, permettergli di mettersi nei panni di un determinato personaggio, viverne in prima persona le diverse situazioni e determinarne le scelte. Per questo motivo UNHCR ha scelto di utilizzare questo strumento per sensibilizzare gli adolescenti sulla condizione dei rifugiati.
“Against All Odds” (“Contro ogni probabilità”) è un gioco divertente e interattivo, ideato per promuovere la conoscenza e l’integrazione nei confronti di chi è costretto a fuggire dal proprio paese, facendo sperimentare al giocatore le situazioni che caratterizzano normalmente la vita di un rifugiato.

Sotto la pressione incalzante del tempo, si è costretti a lasciare la propria casa, scappare dalla persecuzione nel proprio paese d’origine e andare verso un futuro incerto, trovandosi di fronte a una cultura diversa e a una nuova lingua.

Il gioco è strutturato in tre sezioni:

Come te la caveresti se fossi costretto a fuggire dal tuo Paese?2Il primo livello si sviluppa nel tuo paese di origine, attualmente caratterizzato da una situazione di guerra e persecuzione, in cui molti diritti non sono più garantiti e dove sopravvivere è diventato molto difficile. Per questo sei chiamato ad affrontare diverse prove: rispondere a un interrogatorio da parte della polizia militare, preparare la fuga raccogliendo gli oggetti da portare con te, tentare fisicamente la fuga dalla tua città senza essere scoperto dai militari di guardia e affrontare il viaggio verso il confine.
Questa sezione contiene informazioni sui diritti umani sulle gravi conseguenze che derivano dalla loro violazione.

Una volta superato il confine, la seconda sezione propone la sfida di trovare un posto dove dormire, capire la lingua del posto e integrarsi in una nuova scuola.
Questa seconda parte pone l’accento sulla differenza tra lo status di rifugiato e quello d’immigrato. Vengono proposte alcune storie personali di migranti da inserire nella categoria più adatta. Qui si trovano anche i profili di alcuni personaggi famosi, come Albert Einstein, che forse non tutti sanno sia stato un rifugiato.

La terza sezione è dedicata alla vita nel nuovo paese, spesso molto diverso da quello di origine. Come affrontare un colloquio di lavoro? Quali pregiudizi hanno le persone nei confronti degli stranieri? Che cosa pensano i nuovi vicini di casa? Queste sono alcune delle sfide che si è chiamati ad affrontare nella nuova vita.
In questa sezione viene sottolineato come spesso le cose non siano realmente come sembrano. Le persone si spostano da sempre da un paese all’altro e tutte queste migrazioni hanno necessariamente lasciato una traccia, influenzato le abitudini e portato nuovi prodotti. Spesso le origini dei prodotti si perdono nel tempo e non sempre siamo davvero consapevoli della provenienza di ciò che ci circonda.

Questo videogioco interattivo propone tante attività coinvolgenti per riflettere sul tema della migrazione e approfondire la conoscenza di cosa vuol dire essere un rifugiato e di quali sfide si è portati ad affrontare nel momento in cui non è più possibile continuare a vivere nel proprio paese di origine.
È disponibile una guida per gli insegnati con tanti materiali e approfondimenti per lavorare in classe con i propri studenti sui diversi temi affrontati nel gioco.
La guida è strutturata in una parte generale di approfondimento sul tema dei rifugiati e una guida più specifica per ogni singola sezione del gioco in francese e in inglese.
Questa seconda parte propone attività mirate ad approfondire la conoscenza, esercizi per sviluppare la comprensione del tema e l’empatia, e attività di interazione tra compagni di classe. Il videogioco è consigliato a partire dai 7 anni in su, le attività della guida hanno vari livelli di difficoltà, anche se ciò non è esplicitato: alcune possono essere proposte ai ragazzi delle medie inferiori, altre sono più adatte a quelli delle medie superiori.
Anche il videogioco, purtroppo, non è stato tradotto in italiano, ma è comunque disponibile in 11 lingue diverse, tra cui inglese, francese e spagnolo.

Un altro strumento per approfondire è l’attività “Attraversiamo le frontiere” sul sito di Parlez-Vous Global?, un gioco di simulazione da proporre alla classe (dalla terza media in poi) per sperimentare in prima persona le esperienze dei rifugiati.

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