di Giordano Golinelli, ACRA-CCS
Tre pomodori camminano per la strada. […] Il pomodorino
cammina con aria svagata e papà pomodoro allora si arrabbia
e va da lui, lo schiaccia e dice: «Fai il concentrato!».
(tratto da Pulp Fiction, di Q. Tarantino)
Migliaia di anni fa fiocchi di neve purissima si posarono sui vasti territori dell’Artico. Nei secoli si sono congelati nelle profondità del terreno conservando il proprio candore, al riparo da tutto l’inquinamento del mondo esterno. Oggi quel ghiaccio è diventato l’acqua più pulita della Terra, che se volete potete gustare al prezzo di circa 26 euro al litro. La qualità dopotutto non ha prezzo e a dirla tutta l’acqua di ghiacciaio non è nemmeno la più cara. Sicuramente non è la stessa acqua che esce dai rubinetti di casa vostra per 0,00054 euro al litro (a Milano) ma una cosa in comune con quella del rubinetto ce l’ha: le potete bere entrambi. Ma allora com’è possibile che un’acqua costi più di 48.000 volte di un’altra? L’acqua non è sempre acqua? La risposta evidentemente è no, non tutti i prodotti alimentari sono uguali e il prezzo di conseguenza.
Lo tocchiamo con mano tutti, quando andiamo a fare la spesa orientandoci con sempre maggiore difficoltà tra i banchi dei generi alimentari. Come in tanti altri settori anche in quello del cosiddetto “food and beverage” si assiste a una contrazione dei consumi e sempre più persone scelgono prodotti a basso prezzo per risparmiare il più possibile. La cosa di per sé non è negativa, è giusto fare attenzione a quanto si pagano i prodotti che acquistiamo, tuttavia guardare solo al prezzo può essere rischioso. Si rischia di comprare prodotti di scarsa qualità organolettica, ma anche ambientale e sociale: basti pensare ai cibi adulterati o contaminati o al business delle agromafie – ma si rischia anche di credere di risparmiare, mentre il risparmio può stare altrove.
Per fare la spesa risparmiando bisognerebbe innanzitutto sapere qual è il prezzo “giusto” del cibo che compriamo e anche come si determina. Per esempio: quanto costa un pomodoro? Per saperlo dovremmo informarci su quali sono le caratteristiche del prodotto che vogliamo comprare (un pomodoro di Pachino è diverso da un San Marzano), quali sono i passaggi che dal campo arrivano al banco alimentare dove lo acquistiamo (al supermercato o al mercato), qual è la stagione giusta per comprarlo (un pomodoro non costa lo stesso d’inverno o d’estate), in che forma lo stiamo comprando (per es. un pacchetto di crostini per insalata con pomodori secchi e olive può costare oltre 70 euro al chilo). Insomma per sapere come fare a risparmiare bisogna innanzitutto conoscere cosa stiamo comprando, saper leggere le etichette e distinguere tra il costo del prodotto “grezzo” e quello delle tante trasformazioni che oggi l’industria alimentare ci propone. Alla fine di questo percorso potremmo renderci conto che il vero risparmio sta nelle nostre mani, nella scelta di cosa comprare, quando e dove. Scoprire per esempio che “dietro casa” esistono aziende agricole che producono ottimi pomodori, magari anche biologici e che sono ormai attrezzate per farceli pagare con un click e spedirceli a casa comodamente a un prezzo del tutto simile a quel che troviamo al supermercato. Potremmo infine scoprire che i pomodori ce li possiamo fare da soli, non è difficile e il risultato è entusiasmante quanto conveniente… basta che non li si annaffi con acqua di ghiacciaio!