Povertà. A che punto siamo?
Sempre meno poveri, ma con una recente impennata
Sconfiggere la povertà nel mondo è il primo dei 17 obiettivi (goal) indicati dall’Agenda 2030. È la sfida più grande da vincere, l’obiettivo prioritario da raggiungere per promuovere uno sviluppo sostenibile della Terra.
Dal 1990 ad oggi la percentuale delle persone che vivono in una situazione di povertà estrema (con meno di 1,90 dollari al giorno) è progressivamente calata. Tra il 2000 e il 2016, a livello mondiale la percentuale si è ridotta quasi di tre volte, passando dal 26,9% al 9,2%. Nel 2017, però, si è registrata una delle annate peggiori, a causa delle perdite economiche dovute ai disastri ambientali: secondo le ultime stime, attualmente la percentuale è salita all’11% della popolazione mondiale (circa 780 milioni di persone, di cui il 70% donne).
Il grafico della Banca Mondiale illustra l’andamento e le proiezioni del fenomeno fino al 2030 nelle diverse aree continentali.
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Povertà. Che fare?
Non solo aiuti economici
Di fronte alle crisi economiche e alle catastrofi naturali, le fasce povere della popolazione mondiale possono cadere in uno stato di grave indigenza. Ad esempio, nel 2017 i devastanti uragani che hanno colpito gli Stati Uniti e i Caraibi hanno provocato disastri per oltre 300 miliardi di dollari.
In realtà, però, per aiutare queste persone a uscire dalla miseria non bastano gli aiuti economici: sono necessari programmi di protezione sociale con sostegno per sanità, alimentazione, istruzione, formazione professionale, pensioni… I 17 obiettivi dell’Agenda 2030 sono strettamente collegati uno all’altro e devono essere perseguiti tutti insieme.
I progressi sulla via dello sradicamento della povertà sono disponibili sul sito dell’ONU per lo sviluppo sostenibile.
I traguardi
Per facilitare il raggiungimento dell’obiettivo, l’Agenda 2030 ha suddiviso questo Goal in sette target, da raggiungere entro il 2030, qui sintetizzati:
- 1.1 “Eliminare la povertà estrema (meno di 1,90 dollari al giorno) in tutto il mondo.”
- 1.2 “Ridurre almeno della metà la percentuale di persone che vivono in povertà in base alle definizioni nazionali.”
- 1.3 “Applicare a livello nazionale sistemi adeguati e misure di protezione sociale per tutti, includendo i livelli minimi.”
- 1.4 “Assicurare che tutti (uomini, donne, poveri e vulnerabili) abbiano uguali diritti riguardo: risorse economiche, accesso ai servizi di base, proprietà, risorse naturali, nuove tecnologie e servizi finanziari.”
- 1.5 “Costruire la capacità di adattarsi al cambiamento: saper affrontare eventi estremi legati al clima e ad altri shock e disastri economici, sociali e ambientali.”
- 1.a – “Garantire la mobilitazione di risorse per i Paesi meno sviluppati, per attuare programmi e politiche per porre fine alla povertà”.
- 1.b “Creare solidi quadri di riferimento politici a livello nazionale, regionale e internazionale, basati su strategie di sviluppo a favore dei poveri.”
E in Italia?
Un rallentamento preoccupante
In Italia l’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) monitora il raggiungimento di tutti i 17 Goal e rende pubblici i dati attraverso il suo sito e un rapporto annuale.
L’ASviS segnala che nel nostro Paese il raggiungimento del Goal 1 è in peggioramento, in particolare per quanto riguarda i Target 1.2 (riduzione della povertà), 1.3 (protezione sociale) e 1.4 (diritti).
Si stima che nel 2017 gli individui in povertà assoluta erano oltre 5 milioni. Infine, altro dato allarmante, le persone a rischio di povertà e di esclusione sociale sono pari a circa il 30% della popolazione, in aumento rispetto ai rilevamenti nel lustro precedente. Nel Mezzogiorno, poi, il rischio di povertà riguarda circa la metà degli individui (46,9%), mentre nel Nord solo il 19,4%. Questa discrepanza tra aree geografiche è evidenziata nel grafico dell’ISTAT.
In generale, come mostra il grafico qui sotto, l’Italia è in ritardo su alcune aree di intervento per lo sviluppo sostenibile: in particolare, povertà, condizioni delle città, sistema energetico, condizione economica e occupazionale.
I progressi nel nostro Paese sono disponibili su “L’Italia e il Goal 1” e sono basati sui rilevamenti dell’ISTAT.
Focus
I giovani e la povertà in Italia
L’Osservatorio sulla povertà educativa minorile, nel suo rapporto del 2019, ha rilevato che in Italia circa il 12% dei bambini e degli adolescenti vive in condizioni di povertà assoluta. Rispetto al 2005 (quando il dato era pari al 3,3%), c’è stato un peggioramento preoccupante.
Nel grafico riportato viene rappresentata l’incidenza della povertà assoluta per fascia d’età (dal 2005 al 2017).
Fare Geo
- Il reddito al di sotto del quale si è considerati nella fascia di povertà estrema attualmente è di 1,9 dollari (cioè circa 1,7 Euro) al giorno. Ritieni che in Italia con questa cifra si possa mangiare, vestirsi e avere un posto dove abitare? In quali condizioni vivono queste persone? Prova a immaginarlo e discuti in classe sull’argomento.
- Osserva il grafico qui sotto (tratto dall’Innocenti Report Card 14 dell’Unicef, 2017) relativo alla povertà dei minori (0-17 anni). Per interpretarlo correttamente, considera che il valore 100 corrisponde alla media europea. Come risulta la situazione in Italia? Confrontala con quella degli altri Paesi e prepara una didascalia di commento.
Che cosa possiamo fare?
- Tenersi informati: seguire le notizie locali e quelle internazionali sui media a disposizione (tv, web, riviste e giornali).
- Cercare le iniziative di beneficenza per sostenere chi è nel bisogno nel proprio territorio.
- Donare ciò che non si usa più: vestiti, libri e mobili in buone condizioni possono avere una seconda vita nelle mani di altri.
- Impegnarsi a diffondere l’importanza della lotta contro la povertà estrema, negli ambiti che si frequentano: in famiglia, a scuola, con gli amici.
- Quali altre azioni possono contribuire a vincere la sfida alla povertà estrema? Parlane con i compagni.