Al largo di Haiti scoperto un antico relitto: ritrovata la Santa Maria?

Al largo di Haiti scoperto un antico relitto: ritrovata la Santa Maria?

E’ da una decina d’anni che Barry Clifford, uno dei più importanti esploratori subacquei del mondo, analizza i resti di un relitto scoperto al largo della costa di Haiti e il 13 maggio ha dato al quotidiano The indipendent la notizia: “Tutta la geografia, la topografia marina e le prove archeologiche suggeriscono fortemente che il relitto ritrovato corrisponde a quello della famosa caravella di Colombo, la Santa Maria” (ANSAIl Messangero). Nell’immagine una ricostruzione della Santa Maria a Madera.

Clifford ha studiato i diari di navigazione di del navigatore genovese e la conformazione del fondale dell’isola di Hispaniola giungendo a individuare una piccola zona in cui si dovrebbe trovare la Santa Maria, proprio quella in cui è stato trovato il relitto. Tra i reperti recuperati un cannone del XV secolo e pietre di zavorra provenienti quasi sicuramente dalla Penisola Iberica.
Santa_Maria_AnchorSu RaiNews si può osservare un video realizzato dagli esploratori subacquei sul luogo della scoperta.
Gli esperti però hanno dei dubbi: sarà difficile dimostrare che il relitto è proprio la nave di Colombo, perché sono molte le navi spagnole dell’epoca affondate nei Caraibi.
La Santa Maria, la più grande delle tre navi con cui Cristoforo Colombo attraversò l’Atlantico nel 1492, il giorno di Natale dello stesso anno si arenò su una barriera corallina in prossimità dell’attuale città di Cap-Haïtien e il giorno seguente affondò. Cristoforo Colombo utilizzò il legname della nave per costruire il primo insediamento nel “Nuovo Mondo”, che chiamò “La Navidad” (Natale). L’ancora della nave è stata recuperata e oggi si trova nel Museo Nazionale del Panthéon di Port-au-Prince (Haiti).

Martellus_world_mapIl viaggio della Santa Maria
L’ammiraglia della spedizione, partita da Palos de la Frontera il 3 agosto, aveva a bordo 38 uomini sotto il comando di Cristoforo Colombo.
La Santa Maria in realtà non era una caravella, come le due compagne (la Niña e la Pinta), ma una caracca, una nave un po’ più grande e più adatta alla navigazione oceanica, anche se più lenta. Non se ne Primer_viaje_de_Colón.svgconoscono le dimensioni esatte, ma doveva essere una nave di poco più di 100 tonnellate, lunga da 19 a 26 m, con tre alberi, due con vele quadrate e uno con vela latina (triangolare).
Colombo riteneva la Terra più piccola delle sue dimensioni reali e pensava fosse possibile raggiungere l’Estremo Oriente navigando verso ovest attraverso l’oceano per circa 3.000-5.000 km. Le navi utilizzate per l’epoca erano molto veloci, potevano percorrere circa 100-160 km al giorno. Colombo pensava di arrivare in poco più di un mese a toccare terra: se non avesse incontrato l’America la distanza per raggiungere l’Asia sarebbe stata di 19.000 km e la spedizione, non avendo vettovaglie sufficienti, sarebbe naufragata.
Secondo i piani, le tre navi si diressero alle Canarie, scelte come punto di partenza per attraversare l’oceano in direzione est-ovest. Il 6 settembre la spedizione lasciò le isole al largo dell’Africa e si diresse verso l’ignoto.
Il primo intoppo venne dalla scoperta che l’ago della bussola non segnava correttamente il nord, ma deviava sempre più. Il fenomeno (declinazione magnetica) in realtà era già conosciuto, ma avrebbe spaventato i marinai e Colombo lo disse all’equipaggio solo in un secondo tempo. Inoltre i marinai avevano paura di non riuscire a fare il viaggio di ritorno, dato che il vento spirava costantemente verso ovest (vedi alisei).
Poi il viaggio che non sembrava avere fine: dopo 5.000 km la terra non si vedeva ancora. I marinai volevano ritornare, ma a metà settembre l’avvistamento delle alghe del Mar dei Sargassi e di alcuni uccelli fece pensare che la terra fosse vicina.
Mapa_de_La_Española_realizado_por_Colón_Finalmente il 12 ottobre venne avvistata la costa. La Santa Maria e le altre due caravelle approdano su un’isola (delle Bahamas), chiamata dagli indigeni “Guanahani” a cui diede il nome di “San Salvador”. Non è certo di quale isola si tratti, anche se gli abitanti dell’attuale San Salvador ritengono che sia questa la terra raggiunta da Colombo.
La spedizione proseguì e il 27 ottobre raggiunse Cuba, ritenuta la Cina, e infine ai primi di dicembre costeggiò una nuova isola cui Colombo diede il nome di Hispaniola. Qui la sera di Natale termina il viaggio della Santa Maria. A Madrid è conservata una mappa attribuita a Colombo della costa settentrionale di Hispaniola, con il tratto dove la nave è affondata (qui a lato la mappa di Colombo e la costa attuale, con indicata la posizione di Cap-Haïtien).

Earth_Global_Circulation_-_en.svgI venti che hanno spinto le caravelle
Il viaggio di andata e ritorno tra la costa europea e quella dei Caraibi è possibile grazie alla presenza di venti che spirano nelle due diverse direzioni secondo la latitudine.
La circolazione dell’aria attorno alla Terra è strutturata in una serie di zone (celle) simmetriche rispetto all’Equatore. Tre a nord e tre a sud: la Cella di Hadley nella zona equatoriale, la Cella di Ferrel alle medie latitudini, e la Cella Polare.
A sud del 30° parallelo spirano gli alisei, venti costanti che si muovono da nord-est a sud-ovest (nell’emisfero meridionale da sud-est a nord-ovest). Sono questi i venti che hanno mosso le caravelle per cinque settimane dalla Canarie alle Bahamas, ma che avrebbero costituito un grave impedimento nel viaggio di ritorno, rendendo necessario un percorso a zig-zag.
Tra 30° e 60° di latitudine spirano in venti occidentali, si tratta di venti molto irregolari che spirano generalmente da sud-ovest a nord-est, utili per attraversare l’Atlantico dall’America all’Europa. Per questo nel viaggio di ritorno Colombo ha scelto una rotta più a nord, ed è passato dalle Azzorre.

L’Europa scopre l’America
I primi uomini a raggiungere il continente americano furono tribù provenienti dall’Asia attraverso la striscia di terra che durante l’ultima glaciazione collegava l’Alaska alla Penisola dei Ciukci in Asia. Non si sa bene quando avvenne la migrazione, forse 15.000 anni fa, ma potrebbe essere avvenuta anche 40.000 anni fa. In seguito, con l’apertura dello Stretto di Bering, l’America rimase separata e venne raggiunta dagli europei solo in epoca recente.
Il 1492, con la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, segna il passaggio dal Medio Evo all’Evo Moderno, ma l’America è stata raggiunta dagli europei ben prima.
Authentic_Viking_recreationAlcuni navigatori vichinghi sono arrivati nelle terre settentrionali già attorno al Mille. Nel 982 Erik il Rosso, partito dall’Islanda,  raggiunse la costa meridionale della Groenlandia, mentre suo figlio Leif Erikson, esploratore e navigatore, è stato il primo europeo a raggiungere la costa americana pochi anni dopo.
I vichinghi fondarono alcune colonie sulla costa di Terranova, da loro chiamata Vinland (forse per le viti selvatiche che vi crescevano): tombe vichinghe risalenti all’XI secolo, oggi Patrimonio Unesco, sono state scoperte nel 1961 sulla costa della Baia delle Meduse nell’isola di Terranova (nell’immagine il sito).

Fare Geo
• Osserva la rotta tenuta da Cristoforo Colombo nel suo viaggio del 1492:
– Le due rotte seguono prevalentemente l’andamento dei paralleli o dei meridiani?
– Quale latitudine ha tenuto Colombo quando è partito dalle Canarie e quali venti ha sfruttato?
– Quale latitudine ha tenuto al ritorno, quando è passato dalle Azzorre, e quali venti ha utilizzato?
– Quale delle due rotte seguite ha un andamento più regolare? Sai spiegare perché?
• Prepara una linea del tempo in cui segni i successivi arrivi dell’uomo nel continente americano.
• Traccia su una carta dell’Atlantico la rotta che potrebbero aver seguito i vichinghi per raggiungere la Groenlandia e poi per colonizzare Terranova.

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