Conoscere i pericoli per limitare vittime e danni

Conoscere i pericoli per limitare vittime e danni

L’ONU ha istituito il 13 ottobre  come Giornata Mondiale per la Riduzione dei Disastri con lo scopo di promuovere la consapevolezza del rischio (ONU).  Nel 1999 le Nazioni Unite hanno creato l’UNISDR live_to_tell(The United Nations Office for Disaster Risk Reduction), l’ufficio apposito che si occupa di queste problematiche e che quest’anno ha lanciato la campagna “7 obiettivi in 7 anni” dal 2016 al 2022 . Il tema del 2016 è “vivere per raccontare: far crescere la consapevolezza, ridurre la mortalità” (UNISDR).
Ogni anno gli eventi estremi del clima, dagli uragani ai tornado, alle inondazioni, ma anche frane, siccità, terremoti, tsunami ed eruzioni vulcaniche, causano migliaia di vittime e distruggono vasti territori. E purtroppo le attività umane, contribuendo al cambiamento climatico in atto, favoriscono l’intensificarsi di questi fenomeni, mentre il dissesto idrogeologico del suolo ne amplifica gli effetti. “Il 18 per cento di tutte le precipitazioni eccezionalmente intense e il 75 per cento delle ondate di calore che si verificano oggi sono attribuibili al riscaldamento globale provocato dalle attività umane” (Le Scienze).
Inizialmente la giornata era dedicata alle catastrofi naturali, ma nel 2009 l’ONU l’ha estesa ad ogni tipo di disastri.
clouds_1000316_29Tra gli ultimi tragici eventi il terremoto che a fine agosto ha colpito l’Abruzzo, pochi anni dopo quello che nel 2009 distrusse l’Aquila (post del 29/08/2016), e nei giorni scorsi l’uragano Matthew, che ha devastato le Antille (ANSA) e poi il sudest degli USA (a lato il percorso della perturbazione).

L’uragano Matthew
L’uragano Matthew si è formato sulle acque featured-image-indexdell’Atlantico in prossimità delle Piccole Antille, ha costeggiato il Venezuela e, diventando sempre più violento, si è diretto a nord passando tra le isole Hispaniola e Cuba. Ha colpito soprattutto la zona di Haiti e la sua capitale Port-au-Prince (foto a lato), già devastata dal terremoto che nel 2010 fece 230.000 morti. Ad Haiti gran parte delle abitazioni sono state rase al suolo e si conta quasi un migliaio di morti.
Il ciclone ha poi proseguito verso le Bahamas e la Florida per raggiungere infine Georgia, South e North Carolina. La sua intensità è andata affievolendosi, ma anche negli Stati Uniti vi sono stati alcuni morti e molti danni, con migliaia e migliaia di case rimaste senza elettricità.
Qui sotto il ciclone Matthew il 5 e l’8 ottobre osservati sul sito Earth: il colore indica la velocità passando dal verde al rosso. Più a est si nota un secondo vortice meno violento, è Nicole, che raggiunge soltanto il grado di tempesta tropicale.
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Su Earth è possibile osservare il movimento dei venti in tutto il globo: i cicloni sono facilmente individuabili poiché formano stretti vortici dove la velocità del vento diventa elevatissima.

L’uomo non è in grado di bloccare gli eventi climatici estremi, ma può cercare di limitarne gli effetti con una prevenzione adeguata e interventi rapidi per fornire aiuti e assistenza. ercc_matthewIl Global Disaster Alert and Coordination System è un’iniziativa di cooperazione tra le Nazioni Unite e la Commissione Europea per il coordinamento dei soccorsi e degli aiuti umanitari in caso di disastri. Sul sito GDACS  e sul portale ERCC della Commissione Europea sono visualizzati giorno dopo giorno i maggiori disastri in atto e tavole con aggiornamento della situazione (qui a lato gli effetti del ciclone Matthew al 6 ottobre).


Fare Geo

  • Utilizza il sito Earth per osservare l’andamento dei venti in tutta la Terra. L’intensità è maggiore sugli oceani o internamente ai continenti? Individua la direzione principale dei venti alle diverse latitudini.
  • Fai una ricerca sui rischi cui è soggetto il territorio della tua regione e prepara una breve relazione.
  • Accedi al sito della Protezione Civile nella sezione “Attività sui rischi”, scegli un rischio cui potresti essere soggetto e verifica se “sei preparato”.

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