Il termine inglese “canyon” è ormai entrato nella lingua italiana come sinonimo di gola, una stretta vallata dai versanti scoscesi, generalmente più ampia di una forra o di un orrido (vedi in fondo). I canyon si formano in seguito all’erosione dell’acqua dei fiumi che scoprono così strati rocciosi più profondi, e quindi più antichi, che permettono ai geologi di far luce sulla storia del nostro pianeta.
Il più spettacolare è sicuramente il Gran Canyon (sito ufficiale del Parco Nazionale) dell’Arizona, dichiarato nel 1979 Patrimonio dell’Unesco, ma non è né il più profondo, né il più lungo né il più stretto.
Il Gran Canyon è stato creato dal fiume Colorado nel suo viaggio dal Passo Poudre nelle Montagne Rocciose (in prossimità dello spartiacque tra Atlantico e Pacifico) al Golfo di California sulla costa del Pacifico. Il fiume ha scavato il suolo dell’Altopiano del Colorado formando un canyon lungo circa 446 km, profondo anche 1600 m e con una larghezza che varia da 500 m a 27 km. Il risultato è un paesaggio fantastico con le acque che scorrono alla base di alte pareti scoscese dove i diversi strati rocciosi vengono messi in evidenza per la mancanza di vegetazione. Le rocce portate alla luce nelle zone più profonde risalgono a oltre 2 miliardi di anni fa. Il corso del fiume fa parte del Parco Nazionale del Gran Canyon e costituisce una delle maggiori attrattive turistiche degli Stati Uniti. Lo si può visitare anche virtualmente su Street View e su Google Earth.
In Asia, sull’Himalaya, si trovano i canyon più profondi del mondo: il Kali Gandaki Gorge (Nepal) ai piedi dell’Annapurna (qui a lato) contende il record di profondità all’Indus River Gorge (Pakistan) sotto il Nanga Parbat. In entrambi il dislivello supera in alcuni punti i 5.000 m.
Il Canyon più lungo è stato scoperto solo recentemente (nel 2013) in Groenlandia, nascosto sotto la calotta di ghiaccio che ricopre l’isola (National Geographic). Si estende per 750 km ed profondo circa 800 m. Il canyon è stato esplorato grazie ad un sistema radar che penetra lo strato di ghiaccio e rimbalza quando tocca la roccia sottostante.
Questi i canyon dei record, ma molte sono le gole spettacolari che tagliano i rilievi di tutto il mondo.
Il Canyon de Colca, sulle Ande in Perù, è profondo 4.160 m ed è stato scavato dal fiume omonimo che sfocia nel Pacifico, mentre in Messico il Sumidero Canyon, uno stretto passaggio lungo 13 km con pareti alte un migliaio di metri e coperto da una foresta pluviale decidua, costituisce una delle maggiori attrattive turistiche della regione del Chiapas.
In Africa i più noti sono il Fish River Canyon, che si estende per 160 km segnando con una profonda incisione tortuosa il territorio arido e quasi privo di vegetazione dell’altopiano meridionale della Namibia e, in Sudafrica, il Blyde River Canyon, lungo 26 km e profondo 800 m, che attraversa un territorio verdeggiante in cui si alzano picchi scoscesi di forma tondeggiante che ricordano la forma delle capanne indigene (su Youtube un video) con il paesaggio fantastico del canyon e un video) con le caratteristiche marmitte dei giganti csavate nella roccia alla confluenza del fiume Treur con il Blyde.
In Australia i vasti altopiani centrali in gran parte desertici sono tagliati da alcuni canyon non molto profondi, ma con imponenti pareti rocciose verticali, come il Kings Canyon nel Parco Nazionale Watarrka), al centro del continente, a sud-ovest di Alice Spring.
In Europa il più profondo è il Canyon del Tara, in Montenegro, una stretta gola lunga 82 km e profonda anche 1300 m nel Parco Nazionale del Durmitor, Patrimonio dell’Unesco e Riserva della Biosfera per la presenza di habitat ricchi di specie: foreste alpine, laghi alpini, brughiere, paludi, torbiere… La gola oggi è a rischio per i progetti (contestati dagli ambientalisti) di costruzione di dighe che la inonderebbero.
In Svizzera si trova il Ruinaulta o Canyon del Reno (sito ufficiale), una profonda gola formata dal reno Anteriore poco prima della sua confluenza con il Reno Posteriore da cui nasce il Reno, mentre in Francia il canyon più noto è quello delle Gole del Verdon, nelle Alpi di Provenza scavate dal fiume per una profondità che varia da 250 a 700 m.
I canyon non mancano nemmeno in Italia e, anche se non sono maestosi come il Gran Canyon, richiamano parecchi turisti. Tra i più noti il Canyon di Gorropu (sito ufficiale), nel Supramonte (Sardegna), il Canyon Rio Sass (Val di Non, Trentino Alto Adige – sito della valle), le Gole dell’Alcantara sulle pendici dell’Etna (Sicilia, sito ufficiale), e le Gole del Sagittario (Abruzzo, WWF).
Fare Geo
• Utilizza Google Maps o Google Earth per esplorare il Gran Canyon e descrivi quanto osservi.
• Fai una ricerca su uno dei canyon presenti in Italia.
• Ecco il significato dei termini valle, orrido, forra, gola, canyon e gravina tratti dal sito “sapere”: prepara alcune frasi utilizzando i termini in modo appropriato.
Valle: depressione di forma allungata a profilo trasversale concavo, che scende verso il mare o un bacino idrografico interno.
Orrido: luogo scosceso e dirupato, dovuto in genere alla resistenza opposta dalle ripide pareti di roccia viva all’azione erosiva di un torrente costretto a superare un forte dislivello del terreno.
Forra: stretta e profonda incisione valliva a pareti subverticali. Le forre si formano lungo i tratti di valle nei quali la componente verticale dell’erosione fluviale è nettamente predominante su tutte le altre attività di modellamento del corso d’acqua, come generalmente accade in seguito a fenomeni di marcato ringiovanimento fluviale. Tipiche e numerose sono le forre impostate lungo il gradino terminale delle valli sospese delle aree glacializzate. Le forre, per progressivo svasamento della parte sommitale dei versanti, evolvono in gole.
Gola: valle stretta e profonda dai versanti assai ripidi dovuta all’evoluzione di una forra.
Canyon: s. angloamericano (dallo spagnolo cañon). Profonda incisione valliva, a versanti generalmente molto ripidi, scavata in corrispondenza di regolari e potenti pile di strati rocciosi in giacitura sub-orizzontale (struttura tabulare). L’origine dei canyon è dovuta alla predominanza della componente verticale nell’azione erosiva del corso d’acqua modellatore, per cui presentano, in alcuni casi, andamento planimetrico sinuoso, con tipici meandri incassati. I versanti dei canyon sono quasi sempre caratterizzati dalla presenza di una sorta di gradinata naturale, per il succedersi su di essi dei cosiddetti terrazzi di degradazione meteorica, dovuti all’alternarsi di strati rocciosi diversamente resistenti agli effetti dell’alterazione e del dilavamento.
Gravina: dal veneto grava, piano ghiaioso. Termine regionale per indicare un vallone di notevole sviluppo longitudinale profondamente inciso in rocce calcaree nell’ambito del dominio carsico delle Murge apulo-lucane.