Lo studio della Geografia può essere un problema per molti studenti, non solo per quelli con bisogni educativi speciali. Si rende necessario spostare l’attenzione didattica dai contenuti alla modalità di fruizione, utilizzando nuovi strumenti. Abbiamo chiesto in proposito dei suggerimenti a Emil Girardi, pedagogista, insegnante, socio fondatore e presidente di Canalescuola, agenzia di formazione accreditata dal MIUR che offre alle scuole servizi educativi e didattici, corsi di formazione e aggiornamento.
• Quali sono i fattori che più di altri rendono difficoltoso lo studio della Geografia per i ragazzi della Secondaria di primo grado?
Se parliamo di difficoltà di apprendimento così come di difficoltà scolastiche in generale possiamo osservare le seguenti criticità:
1. Difficoltà nella lettura dei testi dei libri o dei supporti che vengono utilizzati a casa o a scuola per veicolare contenuti geografici. In tal senso è di fondamentale importanza considerare l’uso di una sintesi vocale che possa evitare o ridurre le difficoltà di lettura, permettendo all’alunno di concentrare tutte le sue risorse cognitive sulla comprensione del contenuto.
Per definizione gli alunni con DSA hanno un quoziente d’intelligenza nella norma, quindi è importante considerare che gli eventuali problemi di comprensione non dipendono da una loro scarsa capacità cognitiva!
2. Difficoltà nello studio della geografia legate prevalentemente all’incapacità o alla scarsa dimestichezza nell’organizzare in maniera funzionale le molte informazioni presenti nei libri di testo. Consideriamo che spesso i manuali sono discorsivi e ricchi di informazioni, così gli alunni che non hanno acquisito un metodo di studio efficace rischiano di “perdersi” nell’analisi dei contenuti. Spesso tali difficoltà sono date da una mancata padronanza nell’abilità di sintesi: l’alunno non conosce o non ricorda le categorie di lettura del testo che sta analizzando. In altre parole, non riesce a rintracciare nel suo libro le informazioni essenziali, perché non segue una gerarchia nell’individuare i dati e i contenuti fondamentali. Procede in modo caotico, senza adottare uno schema di lavoro preciso, e trova difficoltà nel reperire le parole chiave del testo, anche quando queste sono evidenziate.
Tale difficoltà è spesso legata a due differenti fattori:
a. capacità procedurali: l’alunno non ricorda l’ordine delle operazioni che deve mettere in atto per analizzare il testo: si perde, crea confusione, e tutto ciò non gli permette di organizzare un lavoro funzionale di studio (e spesso poi anche di verifica). Per questo è importante creare degli strumenti compensativi procedurali, delle tabelle o delle mappe procedurali o delle check-list che diano semplice ma chiara indicazione dei passaggi che deve svolgere (ed è importante che siano sempre a portata di occhio!).
b. capacità di memorizzazione: non ci sono rilevanze scientifiche per associare la difficoltà della gestione della memoria ai DSA, ma è frequente osservare quante difficoltà abbiano gli alunni con DSA nel ricordarsi dati e fatti.
Consideriamo quindi di fare utilizzare loro degli strumenti compensativi della memoria: tavole, mappe, tabelle (ma anche i muri della classe o dell’ambiente dello studio a casa) dove a colpo d’occhio possano recuperare informazioni “perse”.
Se lo studente svolge un’interrogazione con una mappa concettuale in mano (ovviamente autoprodotta) non possiamo sollevargli accuse o considerarlo così eccessivamente facilitato (anche il miglior relatore di un convegno utilizza delle slide per aiutarsi nel discorso che deve compiere, giusto?). La mappa “non parla al posto suo”, gli rammenta solo singole parole chiave. Sarà poi la capacità deduttiva e argomentativa dell’alunno che farà dell’interrogazione una buona prestazione!
3. Le difficoltà spaziali sono difficilmente collegabili a una diagnosi di DSA, anche se è frequente osservare difficoltà nella gestione di concetti topologici.
In questo caso sono molto utili strategie compensative perché tali difficoltà permangono spesso fino all’età adulta ed è facile osservare soggetti con DSA che non sanno distinguere tra destra e sinistra mentre stanno guidando (un mio amico utilizza a questo scopo un anello sulla mano sinistra e ogni volta che deve svoltare si guarda le mani).
• Quali sono le migliori strategie a disposizione dei docenti per lavorare in modo efficace sui temi della Geografia in classi miste, dove emergono le tante problematiche dei Bisogni Specifici di Apprendimento?
Il tema centrale rimane quello dell’utilizzo di una metodologia didattica che metta gli studenti al centro dell’azione educativa.
Ciò vuol dire che non è necessario fornire contenuti speciali o diversi agli alunni (dato che sono già proposti dallo stesso libro di testo), bensì sviluppare dei percorsi di apprendimento dove siano i ragazzi e le ragazze a “entrare” nei contenuti e rielaborarli sotto forma di presentazioni, video, mappe concettuali, racconti, immagini, canzoni, rappresentazioni, ecc.
Ogni alunno dovrebbe aver diritto a lavorare al suo ritmo, con i suoi tempi, per riuscire a fare emergere individualmente e in modo diverso la ricchezza e la complessità dei contenuti disciplinari. Con questo non voglio proporre una prospettiva fatalista o classista ma è pur vero che i nostri sforzi quotidiani per tenere tutti “allo stesso passo” sono una lotta vana. In quest’ottica, il nostro compito diventa quello di stimolare con esempi, far sperimentare modi diversi di leggere o approfondire contenuti, fornire supporti adeguati alle difficoltà di ognuno, lasciare a ogni alunno la libertà di esprimersi a suo modo senza necessariamente dover valutare e giudicare ogni prestazione, ma soprattutto fornire gli strumenti per lo sviluppo di un metodo di studio. Spostare l’attenzione didattica dai contenuti alle modalità di fruizione e di rielaborazione dei contenuti è la migliore strategia che possiamo mettere in atto. Dal mio punto di vista questa è una modalità di lavoro molto efficace e soprattutto trasversale sia alle materie sia alle diversità delle problematiche della classe.
Nel corso Noi Geo, edito da De Agostini, abbiamo pubblicato nel libro per il docente (Libro DOC) un contributo che illustra una modalità di lavoro sperimentata dalla nostra cooperativa, articolata in diverse fasi operative. Essa consente di lavorare in modo efficace con tutti gli alunni. Allo stesso tempo, abbiamo provveduto a inserire materiale pratico e strumenti compensativi procedurali e della memoria anche nel volume per l’alunno.
La geografia è studio della realtà che ci circonda, del mondo, della sua natura e della grande diversità presente sulla nostra terra. Per questo è difficile credere che una persona normodotata a livello cognitivo, a prescindere dal tipo di problematica che porta, possa avere difficoltà per una materia così concreta e vicina alla persona. L’alunno in difficoltà è spesso portato a intendere la geografia come una mera memorizzazione di nomi e attributi di un territorio. Bisognerebbe invece riportare la scienza geografica a quell’importanza che ha avuto in tutte le civiltà: un’esplorazione del territorio che si serve di strumenti di analisi e categorie di lettura capaci di fare emergere senso per ogni contesto geografico.
• Quali esperienze state conducendo come gruppo di docenti Canalescuola per dare supporto e consulenza a chi cerca di dare risposte concrete alle difficoltà di apprendimento?
Canalescuola ha istituito un gruppo di ricerca e sperimentazione didattica denominato “GID-gruppo innovazione didattica”, che coinvolge oltre 80 specialisti su tutto il territorio nazionale. Con una rete in continua crescita, che oggi conta 25 laboratori attivi sul territorio nazionale, Canalescuola è il primo gruppo italiano a gestire direttamente delle attività formative-laboratoriali dedicate ad alunni che hanno difficoltà specifiche di apprendimento o che semplicemente vogliono imparare a studiare in maniera autonoma e funzionale.
La rete di laboratori di Canalescuola, denominati “Aiutami a fare da solo”, è stata fondata nel 2007 con sperimentazioni ed esperienze che hanno mosso i primi passi nell’ambito delle difficoltà di apprendimento intorno all’anno 2002. I laboratori vogliono rappresentare centri di eccellenza dove bambini e ragazzi, con le loro famiglie, possono essere seguiti da personale specializzato nello svolgimento di percorsi individuali o di gruppo rivolti a sviluppare una competenza di studio e un uso critico e consapevole delle tecnologie informatiche finalizzate allo studio (strumenti compensativi e software didattico).
Negli ultimi dieci anni Canalescuola ha realizzato anche 50 Campus estivi, settimane di formazione residenziali dove bambini e ragazzi possono lavorare in gruppo sui temi del metodo e delle strategie di studio e dell’uso degli strumenti tecnologici e compensativi. Da tre anni Canalescuola realizza anche un campus d’inglese in Inghilterra per alunni DSA delle scuole secondarie di 1° e 2° grado.
Dal 2001 Canalescuola segue gli alunni DSA che frequentano le scuole della Provincia Autonoma di Bolzano. Infatti le scuole della Provincia inviano ogni anno circa 150 alunni presso i laboratori di Canalescuola, dove ogni ragazzo può seguire un percorso di laboratorio della durata di 3 ore a settimana per un intero anno scolastico, svolgendo così un lavoro intenso che ha una fortissima ricaduta sugli apprendimenti ed è un importante aiuto strutturato alla scuola. Questo forse è l’unico o uno dei pochi progetti di sistema sviluppati in Italia: un progetto scolastico che coinvolge alunni, genitori, sanità e insegnanti in un percorso di formazione e di scambio professionale di altissimo livello. L’esperienza e la sperimentazione pratica che basa le proprie idee pedagogiche sul costruttivismo e sulle metodologie didattiche attive hanno portato i formatori di Canalescuola a sviluppare specifici materiali didattici e percorsi metodologici, ora supportati da una ricerca scientifica che ha voluto leggere l’incidenza del percorso formativo (laboratoriale) proposto da Canalescuola ai suoi studenti.
Ulteriori informazioni sul lavoro di Canalescuola nell’ambito dei DSA si trovano al link http://dislessia.canalescuola.it.