L’Italia contribuisce al salvataggio dei lemuri del Madagascar: protetta la foresta di Maromizaha

L’Italia contribuisce al salvataggio dei lemuri del Madagascar: protetta la foresta di Maromizaha

I lemuri che abitano la foresta di Maromizaha sull’altopiano nella zona orientale dell’isola, circa 150 km a est della capitale Antananarivo, possono vivere tranquilli. Grazie all’impegno della stazione di ricerca italiana in Madagascar i 1600 ettari di foresta che accolgono alcune delle specie più a rischio di estinzioni sono protetti ed è finalmente diventato illegale tagliare e bruciare i boschi, attività diffusa tra la popolazione locale per procurare carbone e legna per cucinare e per ottenere terre da coltivare.
Il nome completo della zona è “Foresta pluviale degli alberi dragoni di Maromizaha”, dall’albero dragone (Dracaena marginata), qui molto comune (da noi detto “tronchetto della felicità”). E’ una madaforest (1)delle poche ancora presenti delle immense foreste primarie che un tempo coprivano tutta l’isola.
A Maromizaha sono state individuate 13 specie di lemuri, 77 specie di uccelli, 60 di anfibi e 20 specie di rettili. Tra le specie animali più rare vi sono i più grandi lemuri viventi, gli indri, che raggiungono 120 cm di lunghezza, e i sifaka col diadema, lunghi circa un metro. Su YouTube sono visibili alcuni video realizzati a Maromizaha tra cui uno con lo sviluppo dei piccoli di indri e di sifaka e uno con l’urlo dell’indri, udibile anche a 4 km di distanza. L’indri non sopravvive in cattività e per questo motivo è uno dei lemuri più a rischio di estinzione.

d6835a7f7e66b54fc55533efc340a31cIl progetto
Il progetto MadAction, portato avanti dal 2003 per la salvaguardia della natura malgascia, ha lavorato a fianco della popolazione locale, circa quattromila persone che vivono in sette villaggi al bordo della foresta. Per salvare l’ambiente infatti è necessario coinvolgere gli abitanti in modo da permetterne il sostentamento migliorando le condizioni di vita senza intaccare la foresta.
mappa_forestaImpegnare gli abitanti nelle attività di protezione, la promozione di un turismo sostenibile compatibile con l’ambiente naturale, l’utilizzo di forni solari e la creazione di vivai, destinati a far crescere nuove piante per il rimboschimento delle zone dove la foresta è degradata, hanno permesso di ridurre il taglio degli alberi.
Il progetto è un partenariato tra l’Università di Torino, l’Université de Antananarivo, il Madagascar National Parks, il Parc Botanique et Zoologique Tsimbazaza, Groupe d’Etude ed de Recherche en Primates, Durrell Foundation Antananarivo, Conservation and Research for Endangered Species (CRES), Zoological Society of San Diego e Parco Natura Viva di Bussolengo, Verona. L’obiettivo è fondere ricerca scientifica, educazione ambientale e conservazione coinvolgendo il maggior numero di persone possibili.
La presidente, Cristina Giacoma, direttrice del dipartimento di Scienze della vita dell’università di Torino, ha spiegato le finalità dell’intervento attuato in Madagascar in un’intervista all’ANSA.
Nell’ambito del progetto sono state create scuole per migliorare il livello di istruzione della popolazione: quasi ma metà degli abitanti è analfabeta. Qui sotto alcuni allievi accanto alla scuola del villaggio di Anevoka, a 200 metri dall’ingresso nella foresta e una foto del villaggio scattata nei primi anni del secolo scorso.
Anevoka

 

Il Madagascar e l’ambiente
Il Madagascar è una delle zone più ricche di biodiversità del pianeta e ospiti un gran numero di specie endemiche. Quasi il 90% delle piante e degli animali che vivono qui non si trovano in nessun’altra parte del mondo. Da quando circa 2300 anni fa l’uomo ha raggiunto l’isola, il 90% delle foreste originarie sono state distrutte e moltissime specie si sono estinte. 1280px-Manantenina_bushfire
Causa principale è stata la pratica del debbio (qui detta tavy), tecnica di coltivazione adottata già dai primi uomini che hanno raggiunto l’isola che sfrutta l’incendio dei boschi per fertilizzare il terreno con i residui vegetali (foro a lato). In seguito la richiesta di legname pregiato (come il palissandro), ha portato a un rapido aumento della deforestazione (WildMadagascar). Oggi la situazione sta cambiando e aumentano le aree protette, ma è impossibile far ricrescere le foreste primarie nelle aree dove sono ormai scomparse.

mappaFare Geo
• Cerca il Madagascar su Maps e rispondi alle seguenti domande.
__– L’isola si trova nell’emisfero boreale o in quello australe?
__– E’ attraversata dall’Equatore? Oppure da un Tropico?
• Utilizza il sito sul Sole a mezzogiorno e scopri a quale latitudine si trova la foresta di Maromizaha (è la stessa latitudine della capitale Antananarivo). Osserva il grafico e scopri la direzione in cui appare il Sole a mezzogiorno a giugno e a dicembre. In quali giorni il Sole si trova allo zenit (verticale)?
• Il Madagascar, 587.713 km², è la quarta isola del mondo per superficie. Fai una ricerca e individua quali sono le tre isole più grandi, qual è la loro superficie e in quali continenti si trovano.
• Confronta la superficie di queste  isole con quella dell’Italia mediante un grafico a tuo piacere e prepara una didascalia di commento.

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