Le lacrime degli Dei sulla via dell'ambra

Le lacrime degli Dei sulla via dell'ambra

Le lucenti “gocce” dell’ambra non sono altro che le lacrime versate dalle ninfe Eliadi.
Questo secondo la mitologia greca: Fetonte, figlio di Elio (dio del Sole), aveva ottenuto da padre Apollo di condurre nel cielo il carro del Sole, ma non riuscì a guidarlo: i cavalli si imbizzarrirono e il carro bruciò parte del cielo, creando al Via Lattea, e della Terra, formando il deserto del Sahara. Zeus, infuriato lo fece precipitare sulle rive del fiume Eridano (il Po). Qui le sue sorelle che lo piangevano vennero tramutate in pioppi e le loro lacrime trasformate in ambra.
Gli antichi Greci non sapevano che la resina aveva già fatto un lungo viaggio attraverso l’Europa centrale prima di arrivare al Mediterraneo. La via dell’ambra (Desenzano, museo archeologico), percorsa fin dalla preistoria, parte infatti dalla costa del Baltico e raggiunge la foce del Po.

Museo archeologico di Aquileia: oggetti in ambra

Nell’antichità all’ambra, detta anche oro del nord, erano attribuite proprietà terapeutiche e magiche. Era utilizzata per creare monili, collane e amuleti (Museo archeologico di Aquileia). Oggetti in ambra sono stati ritrovati in tombe di tutta l’area mediterranea. Dagli antichi Egizi (immagini del fotografo Araldo De Luca), ai Cretesi, e poi Greci, Etruschi (Museo di Ferrara) e Romani, tutti amavano gli ornamenti realizzati con la lucente pietra proveniente dal Nord.
L’ambra in realtà non è una pietra, ma una resina naturale fossilizzata, prodotta da conifere che milioni di anni fa coprivano le terre settentrionali del nostro continente. L’ambra più pregiata si trova infatti soltanto nello Jutland e lungo la costa baltica. E da qui viene portata in tutto il mondo.

Le vie dell’ambra
Gli oggetti ritrovati nelle antiche tombe permettono di ripercorrere le strade del commercio dell’ambra fin dalla preistoria.
Il viaggio dalla costa settentrionale fino alle Alpi attraversava la pianura seguendo il corso dei fiumi, ma per giungere al Mediterraneo era necessario attraversare o aggirare la catena alpina.
Diverse le strade utilizzate:
● Il percorso più antico (Sapere), seguito soprattutto nell’età del bronzo, costeggiava l’Elba, attraversava il Danubio e proseguiva lungo la valle dell’Inn. Superava le Alpi al Brennero e scendeva per la valle dell’Isarco e dell’Adige fino a raggiungere il mare ad Adria.

Carnuntum, città romana sul Danubio e importante mercato dell’ambra. Qui i resti dei bagni pubblici.

● In seguito si preferì la strada più orientale che seguiva la Vistola e attraversava la Moravia. Di qui proseguiva lungo il Danubio passando da Carnuntum (località situata tra Vienna e Bratislava) per poi dirigersi a ovest, superare le Alpi Giulie e raggiungere Aquileia alla foce dell’Isonzo.
● Una terza strada correva ancora più a est e aggirava le montagne seguendo la Dvina occidentale e poi il Dniepr fino al Mar Nero.

Formica intrappolata nell’ambra

Curiosità
● Sovente nell’ambra si osservano piccoli animaletti, soprattutto insetti, rimasti intrappolati dalla resina che colava lungo il tronco dei pini. La resina durante il processo di fossilizzazione che la trasforma in ambra è in grado di conservare perfettamente gli organismi inglobati.
● All’ambra, in greco “Ηλεχτρον” (elektron), deve il nome l’elettricità: nel VI secolo a.C. Talete di Mileto aveva scoperto che, strofinandola con un panno, l’ambra diventava capace di attirare piccoli oggetti leggeri (fenomeno dovuto all’elettricità statica).
● Le vie dell’ambra sono state anche percorsi migratori. E’ probabile che i veneti siano i discendenti di popolazioni giunte nella Pianura Padana dall’Europa centrale (Germania, Polonia, Boemia) lungo queste strade.

L’ambra oggi
La produzione di ambra oggi è concentrata nei Pesi Baltici (Estonia, Lettonia, Lituania), in Polonia e lungo la costa baltica della Russia, in particolare nella piccola exclave di Kaliningrad da dove proviene la maggior parte dell’ambra baltica.

Fare geo
Nella carta iniziale è riportata la via più utilizzata in epoca romana. Riportane il tracciato sulla carta fisica dell’Europa  (la trovi qui a lato) indicando il nome dei fiumi seguiti.
Ora traccia il percorso seguito dalla via più antica che passava per il Brennero e terminava ad Adria (segui le indicazioni fornite).
E infine traccia la via più orientale che evitava le montagne e giunge al Mar Nero.
Per ciascuna delle tre strade indica gli Stati attuali attraversati confrontando i percorsi disegnati con la carta politica dell’Europa di oggi.

Leggi anche

Buon anno! ma in quale anno siamo?
Il concorso AIIG Fotografi di classe 2024: "Custodi del territorio"
Etichette e Made in: siamo sicuri di cosa compriamo?
Oggi Baltico e Adriatico sono più vicini
Le incisioni rupestri della Valcamonica, primo Patrimonio dell’Umanità italiano