Le professioni del turismo #4 - Il consulente ambientale

Le professioni del turismo #4 - Il consulente ambientale

Proseguiamo la serie di contributi sul settore del turismo e le sue professioni, con l’obiettivo di indagarne le criticità, le opportunità e gli orizzonti nel post-pandemia. La scossa epocale data al sistema turistico obbliga le imprese a inserire in azienda nuove figure in grado di aiutarle a restare nel mercato, grazie al continuo aggiornamento delle competenze professionali. Nel dare conto delle possibilità di impiego per i giovani, presentiamo alcuni dei profili professionali emergenti nel turismo, dando indicazioni generali su come (probabilmente) sarà orientata in futuro la ricerca dei talenti nel settore e offrendo possibili spunti formativi al riguardo.

L’approccio sostenibile, che oggi alimenta molti settori dell’economia e della vita sociale, non è estraneo nemmeno all’ambito del turismo. La filiera turistica può regolare il proprio impatto in termini globali e locali nel rispetto delle “regole” della sostenibilità, rispondendo anche a una crescente richiesta di responsabilità socio-ambientale da parte dei turisti stessi. Per questo la figura professionale del consulente turistico-ambientale ha sempre più un ruolo strategico nell’analisi, la pianificazione e la promozione delle proposte di viaggi ed esperienze responsabili.

Il bisogno di scelte sostenibili

Dai dati del rapporto sul turismo sostenibile presentato dall’Italia al vertice ONU “For Planet: Accelerating a climate friendly transformation” è emerso che tra le strutture ricettive circa il 40% tende a incoraggiare il consumo di prodotti locali e di attività ricreative sostenibili. Si punta sulla riduzione dei rifiuti e quasi la metà delle imprese considera importante investire in tecnologie di riduzione dell’inquinamento.

È un’ulteriore prova della grande attenzione riservata alla sostenibilità da parte delle imprese, attenzione che è stata senz’altro incoraggiata nel periodo della pandemia. Ed è anche un segno che le imprese del turismo si sono accorte di trovarsi di fronte a turisti che esprimono nuovi bisogni

Turisti trasformati 

I turisti di oggi sono dinamici, sia nella ricerca e nell’analisi delle informazioni sia nello specifico dell’esperienza che viene loro offerta. E sono anche più esigenti e alla ricerca di valori che soddisfino anche il loro bisogno di sicurezza.

L’attenzione alla sostenibilità è in primo piano. L’Osservatorio di EY, attivo sui futuri sostenibili e sui trend relativi, riporta che il 74% degli individui afferma di aver fatto scelte di viaggio pensando alla sostenibilità in seguito alla preoccupazione per le conseguenze delle proprie azioni sul pianeta.

Roberta Garibaldi, amministratore Delegato di ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo), riassume queste indicazioni sostenendo che “l’obiettivo per il prossimo futuro è generare valore economico e nuove opportunità per le destinazioni, puntando su sostenibilità, innovazione ed esperienzialità”.

La sostenibilità è di fatto entrata di diritto nella composizione culturale dell’offerta turistica: chi è interessato a una proposta culturale valuta come prioritari gli elementi di sostenibilità presenti sia nella proposta che nel modo di offrirla. Un’affermazione strategica visto che, nel 2021, il 27% circa delle prenotazioni effettuate su Tripadvisor a destinazione Italia ha riguardato i tour culturali. 

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Una sala del Museo degli Uffizi a Firenze: la crescita del turismo culturale in Italia è correlata all’esigenza di sostenibilità dell’offerta turistica.

Una nuova figura professionale

Data l’importanza assoluta dell’orientamento verso la sostenibilità, esistono molte figure professionali che possono trarre beneficio dalla formazione in questo ambito.

Innanzitutto nel mondo dell’ospitalità. Come racconta Maurizio Davolio, presidente di AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile), “in questo difficile periodo, i turisti hanno iniziato a privilegiare alberghi gestiti dai locali per favorire l’economia, o strutture impegnate per l’ambiente. Il turismo responsabile e sostenibile porta sempre più hotel ad adeguarsi nel risparmio energetico o nella raccolta differenziata”. 

Scelte iniziate in tempo di crisi che proseguono e si affermano come tendenze anche ora che il turismo sembra riprendersi. Ma un turista che si scopre più responsabile deve incontrare operatori che lo sono altrettanto: le figure chiave possono essere i consulenti turistico-ambientali, competenti nel proporre un percorso coerente verso la sostenibilità o nel delineare il processo per ottenere i marchi che lo attestino. È il caso, per esempio, dell’etichetta ecologica LegAmbiente Turismo che crea un patto tra operatori del settore e territori, attraverso la valorizzazione del turismo sostenibile. 

consulente-tursitico-ambientale

Il Disciplinare ecologico

Il consulente turistico-ambientale si impegna per far seguire il Disciplinare dell’etichetta ecologica dove sono indicati gli obiettivi generici da raggiungere e criteri specifici relativi a:

  • produzione e gestione dei rifiuti;
  • gestione della risorsa energetica e idrica;
  • alimentazione e gastronomia;
  • mobilità sostenibile;
  • accessibilità;
  • acquisti eco-sostenibili;
  • valorizzazione dei beni culturali e ambientali;
  • rumore;
  • comunicazione ed educazione ambientale. 

Il consulente deve essere in grado di trovare la migliore soluzione possibile per rispondere a questi criteri, in linea con la struttura ricettiva. Infatti il Disciplinare indica ciò che va fatto, ma non suggerisce come farlo, lasciando la soluzione pratica a chi aderisce e valutando poi il rispetto delle norme dopo il primo anno di adesione (e successivamente una volta ogni due anni). 

Le competenze del consulente turistico-ambientale

Le competenze di questa figura professionale sono trasversali a tutto il mondo del turismo.

Ospitalità e ristorazione

Oltre al contributo alla realizzazione di strutture green, è essenziale impiegare queste competenze nella gestione/accoglienza in alberghi etici, biohotel, villaggi ecologici, bed and breakfast, ostelli, rifugi, agriturismi, campeggi di charme, ristoranti a km 0, soggiorni vegan ecc. Uno strumento per conoscere queste realtà è il Catalogo dell’ospitalità responsabile, in cui un particolare ruolo orientativo ha la Carta italiana dell’ospitalità responsabile.

Catalogo Ospitalità Responsabile
La Carta italiana dell’ospitalità responsabile (a cura di AITR)

Incoming

Le best practice ambientali di città come Berlino, Parigi, Oslo e Amsterdam indirizzeranno i flussi dei viaggiatori nei prossimi anni e le DMO (Destination Management Organization) italiane devono stare al passo. Il Destination manager, a cui si affida la valorizzazione turistica di un territorio e delle sue tipicità, deve conoscere perfettamente gli aspetti di sostenibilità e i possibili impatti del turismo sulla destinazione per poi orientare offerta e promozione con azioni pratiche. Inoltre va curata la creazione di esperienze turistiche sul territorio degli operatori locali.

Tour Operator

Vanno previste la creazione e la proposta di esperienze di turismo responsabile che spazino da viaggi a piedi, viaggi in bicicletta, eco-vacanze, turismo scolastico, campi avventura, eventi di viaggio nella legalità e turismo musicale/festival con la conoscenza dei principi di mobilità sostenibile.

Guide locali

Le GAE (Guide ambientali escursioniste) sono specializzate nel far conoscere il territorio nelle sue peculiarità trasmettendo il rispetto per i luoghi e la protezione dell’ambiente, attraverso la creazione di itinerari e percorsi sostenibili.

Ricerca e progettazione

Questo ambito comprende le ricerche per l’UNWTO (Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite) o il Consiglio Mondiale dei Viaggi e del Turismo, ma anche la partecipazione a progetti europei. Tra questi ultimi, il progetto Erasmus Plus WTE – Walking Towards Employability rivolto ai giovani sia come youth worker che in fase di testing ed elaborazione della creazione di tour a piedi sostenibili e diffusi sui territori coinvolti (Martinica-Francia, Belgio, Grecia, Italia). 

WALKING-TOURS-EMPLOYABILITY

Percorsi formativi

Per sviluppare queste competenze ed esercitare la professione di consulente turistico-ambientale, quali percorsi formativi bisogna intraprendere? 

La Scuola di Formazione in Turismo Responsabile “Pina Sardellapropone diversi corsi sulla materia, sia online che in presenza. A questi si affiancano i numerosi corsi degli Associati ad AITR, tra cui segnaliamo:

  • il corso intensivo di turismo responsabile di Renzo Garrone (Ram) in residenziale a Camogli;
  • il Master in TURISMO SOSTENIBILE E RESPONSABILE DI ACT – Accademia Creativa Turismo;
  • i corsi di Vivilitalia e Legambiente con ASTA – l’Alta Scuola in Turismo Ambientale.

Un’opportunità innovativa è proposta dalla Academy di Sostenabitaly che propone videocorsi da 14 lezioni esclusivamente sui temi della sostenibilità, non solo in tema turismo, dal mindset dell’imprenditore sostenibile alla trasformazione globale sostenibile. È possibile seguire i singoli corsi o abbonarsi per impegnarsi in una formazione continua sulla sostenibilità.

Per quanto riguarda l’ambito universitario, segnaliamo il Master online Mematic in Economia e Management delle Attività Turistiche e Culturali dell’Università Tor Vergata (di tematica generale ma da sempre attento agli aspetti sostenibili) e il nuovo corso di Laurea in Turismo sostenibile dell’Università di Teramo. 

Una sostenibilità non solo ambientale

Vi sono ormai molte opportunità formative nell’ambito della sostenibilità, ma è importante sottolineare che, per operare una scelta opportuna nel settore del turismo, le materie di studio devono far riferimento a un’idea di sostenibilità che non sia solo ambientale ed economica ma abbia un ampio riferimento alle componenti sociali e culturali

Lo testimonia Giulia Giana, responsabile Albergo Etico di Sondrio: “La sostenibilità deve considerare a fondo le tematiche sociali. Il nostro progetto è una casa-lavoro dove persone con fragilità di vario genere potranno essere formate con l’obiettivo dell’assunzione e di entrare nel tessuto produttivo locale”.

Le sue parole ci confermano che “il riferimento è un’idea responsabile di turismo”. Turismo responsabile sia da parte degli ospiti nell’accogliere la diversità, sia da parte di chi lavora nella struttura che sostiene un efficace modello di accompagnamento all’autonomia.

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