Dopo un monitoraggio durato dal 2003 al 2013, la NASA ha lanciato l’allarme. Le immense riserve d’acqua dolce immagazzinate falde acquifere sotterranee sono a rischio: oltre la metà dei grandi bacini idrici nascosti nel sottosuolo su stanno gradualmente esaurendo.
Colpa dell’eccessivo sfruttamento da parte dell’uomo e diventa necessario uno sforzo globale per determinare lo stato di sostenibilità delle risorse idriche di tutto il mondo. A dirlo è Jay Famiglietti, scienziato al NASA’s Jet Propulsion Laboratory in California (ANSA, NASA, Washington Post). “Come stiamo vedendo in California in questo momento, ci affidiamo molto più pesantemente alle acque sotterranee durante i periodi di siccità”, ha detto Famiglietti. “Nell’esaminare la sostenibilità delle risorse idriche di una regione, dobbiamo assolutamente tenere conto di questa dipendenza.” Infatti la California, dopo un lungo periodo di siccità, attualmente ricava il 60% della sua acqua dalle riserve del sottosuolo.
Difficile stimare quanta sia l’acqua del sottosuolo, secondo alcuni scienziati si tratterebbe di circa mezzo milione di chilometri cubi, ma la quantità potrebbe risultare decisamente inferiore. L’incertezza della stima è grande, ad esempio il tempo di esaurimento ipotizzato per le riserve immagazzinate nel nord-ovest del Sahara varia da 10 a 21mila anni.
I dati rilevati in dieci anni dal satelliti, sebbene non siano stati in grado di valutare il volume effettivo delle risorse idriche sotterranee del pianeta, hanno fornito un quadro più preciso della situazione attuale: 21 dei 37 principali bacini acquiferi ha oltrepassato la soglia di sostenibilità. La quantità di acqua prelevata ha superato il rifornimento naturale e l’acqua immagazzinata si sta esaurendo.
Una situazione grave perché il 35% delle acque utilizzate dall’uomo proviene da falde sotterranee, soprattutto nelle zone più aride. E la percentuale aumenta nei periodi di siccità.
Le aree maggiormente sfruttate si concentrano nelle zone aride dove l’acqua in superficie non è sufficiente a soddisfare le esigenze della popolazione. Prima di tutto il bacino che si nasconde sotto il vasto deserto della Penisola Araba, che deve dare da bere a 60 milioni di persone. Poi la zona a cavallo tra India e Pakistan (deserto del Thar) e il bacino del Murzuk-Djado, nel Sahara libico.
Il calo maggiore riguarda il nord-ovest dell’India e il Bangladesh: nel bacino Gange-Brahmaputra le riserve sono diminuite di 19,564 mm all’anno.
I grandi bacini idrici sotterranei della Terra
Le rocce immagazzinano una enorme quantità di acqua dolce. Una grande percentuale della pioggia, infatti, non finisce nei fiumi, ma viene assorbita dal terreno e gli strati permeabili (formati da ghiaia, sabbia o limo) ne rimangono impregnati come una spugna.
Grandi falde acquifere sono state scoperte nelle piattaforme continentali, soprattutto in Australia, Africa e Nordamerica. Si sono formate durante le ere glaciali, quando il livello degli oceano era più basso. Noi oggi le utilizziamo intensivamente, ma bisogna tener conto che il tempo necessario per ricaricare questi bacini di stoccaggio d’acqua dolce è molto lungo.
In Africa si trova oltre un terzo delle maggiori falde sotterranee della Terra, tredici bacini distribuiti soprattutto sotto le aree desertiche. Di questi cinque sono in crescita, mentre otto risultano in calo, soprattutto le riserve dell’area settentrionale e il bacino del Congo.
Il Nordamerica dispone di cinque bacini idrici: i due meridionali (California e costa del Golfo), i più sfruttati, sono in forte calo.
Migliore la situazione del Sudamerica in cui due dei tre grandi bacini sono in aumento e il terzo presenta solo una riduzione leggera.
L’Asia comprende dieci grandi bacini idrici. I più vasti si trovano nelle lande desertiche della Siberia e non sono in pericolo, mentre quelli dell’Asia centro-meridionale, dall’Arabia all’India, alla Cina, sono in grave calo.
In Australia vi sono due bacini. A occidente il Canning, in forte calo perché sfruttato dall’industria mineraria, mentre a est il Grande Bacino Artesiano, essenziale per l’agricoltura del Paese, gode di buona salute.
La riduzione riguarda anche l’Europa, soprattutto la zona orientale con il bacino a nord del Caucaso sceso di 16 mm all’anno, poi la pianura russa e anche il bacino di Parigi, unica delle 37 grandi falde presente nell’Unione Europea. Il quarto bacino Europeo, che si affaccia sul Mar Glaciale Artico, è l’unico in crescita.
Fare Geo
La riduzione delle falde sotterranee può modificare l’aspetto del territorio. Quando l’acqua presente negli interstizi tra il materiale roccioso si riduce, i granelli possono compattarsi producendo un abbassamento del livello del suolo. E’ il fenomeno della subsidenza.
• Qui a lato trovi la carta con la subsidenza verificatasi tra il 2008 e il 2014 in una parte della Valle centrale della California, l’ampio bacino che si allarga a nord e a sud alle spalle di San Francisco. Confronta questa mappa con una carta fisica della zona: la subsidenza ha interessato la zona settentrionale della vallata o quella meridionale? Descrivi gli abbassamenti rilevati.
• La subsidenza negli anni scorsi ha modificato anche il territorio italiano. Nella seconda metà del secolo scorso il delta del Po ha subito un abbassamento medio di oltre due metri in seguito alla riduzione delle acque sotterranee. Fai una ricerca sulle cause del fenomeno.