“Ci troviamo in piazza questo pomeriggio”: quante volte ci siamo dati appuntamento utilizzando come riferimento il nome di una via o una piazza? La vita di una città pulsa anche nei nomi delle strade che la compongono. Essi non sono solo elementi di orientamento urbano ma anche segnali di cultura e valori condivisi. Anche quelli relativi ai generi e alla loro parità.
Non solo toponomastica
All’inizio si attribuivano i nomi alle strade al solo scopo di potersi orientare e di dare punti di riferimento negli spostamenti in città. Poi la questione da geografica e toponomastica si è fatta più “culturale” e le strade hanno acquisito una denominazione in base a valori storici e simbolici.
Dalla Rivoluzione francese in poi, l’intitolazione di una via ha incarnato la volontà di commemorazione dei valori fondanti di una società. Non è stata più una scelta neutra e anche oggi può avere risvolti sociali, civili e politici.
La storia del nome di una via
Questo valore altamente simbolico attribuito ai nomi delle strade è evidente anche nella storia del nostro Paese. Basti pensare alle vie che durante il fascismo, per ragioni di propaganda, cambiarono denominazione ispirandosi a luoghi, personaggi, valori legati al regime.
E, viceversa, al termine del Secondo conflitto mondiale e alla caduta del fascismo, molte strade italiane tornarono alla vecchia denominazione o ne assunsero un’altra a testimonianza del nuovo periodo storico che si apriva.
Identità e valori collettivi
Per fare un esempio recente, negli Stati Uniti il movimento Black Lives Matter ha dedicato simbolicamente cinque strade di New York alle vittime di crimini razziali con l’intenzione di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema. Un modo per rivendicare i propri diritti intervenendo sugli elementi reali e simbolici delle città (vie, piazze, monumenti…).
L’odonomastica – così si chiama il complesso dei nomi delle strade di una città – è quindi fondamentale per costruire l’identità di una comunità attraverso la celebrazione della memoria. I nomi delle vie parlano di noi, della nostra società, della nostra storia e dei valori a cui vogliamo ispirarci e che vogliamo trasmettere.
Sulle vie delle donne
Proprio perché i nomi delle vie raccontano di noi, è possibile considerarli da molte prospettive, legate tra l’altro ai cambiamenti della società, per esempio quella del “genere”.
Le strade cittadine pullulano di nomi storici, personaggi della scienza, della politica, della letteratura e altro. Ma quante strade sono intitolate agli uomini e quante invece alle donne?
Analizzando gli elementi odonomastici da questo punto di vista, registriamo un grande squilibrio a favore del genere maschile. Alcuni studi hanno calcolato che in Italia tra le 24.572 strade intitolate a persone, nei 21 capoluoghi di provincia, solamente 1.626 (cioè il 6,6%) è intitolato a donne.
Se si considera che, nelle 21 città considerate, il nome di Maria, la madre di Gesù, è quello più presente e compare più di un centinaio di volte, è facile concludere che l’attenzione toponomastica al genere femminile in Italia è davvero inconsistente.
Questi dati sono il risultato di una ricerca realizzata dallo European Data Journalism Network che ha raccolto informazioni sulla denominazione delle vie italiane basandosi sull’archivio di OpenStreetMap, una fonte di dati aperta e costruita attraverso il crowdsourcing.
Sul sito Mapping Diversity sono visibili i risultati della ricerca, che si possono nache navigare attraverso mappe interattive.
L’esempio di Milano è emblematico della sproporzione tra le denominazioni in base al genere.
Gli stereotipi di genere nelle targhe delle vie
Se l’odonomastica è un riflesso del valore che una comunità assegna ai suoi membri, è bene interrogarsi sul tipo di società che ha deciso di assegnare i nomi di queste strade.
La netta predominanza di nomi maschili (circa il 93%) rappresenta in fondo la conferma della marginalizzazione a livello culturale dell’importanza delle donne nella storia e del loro contributo nelle arti, nella cultura, nelle scienze.
Questo ci invita ad allargare la prospettiva per una riflessione approfondita sugli stereotipi che sono ancora ampiamente diffusi nelle nostre comunità riguardo alle differenze di genere.
Anche all’estero
Studi analoghi a quello che abbiamo presentato sono stati fatti anche all’estero.
Per esempio, nel sito La callas de las mujeres è pubblicata una mappa interattiva delle strade intitolate a donne nelle città latinoamericane e spagnole, per evidenziare il divario che esiste nella rappresentazione delle figure femminili nelle città.
Anche la piattaforma Equal Street Names fornisce la mappatura di alcune città (soprattutto europee) con il criterio della parità di genere.
Anche in questo caso risulta evidente come i nomi degli spazi pubblici (strade, viali, piazze ecc…) denuncino una disuguaglianza tra nomi di strade maschili e femminili, contribuendo a definire l’identità di una città in una determinata direzione. L’esempio di Monaco di Baviera è significativo.
Fare Geo
- Raccogliete i nomi delle vie nel vostro quartiere, individuando quelli maschili e quelli femminili. Dopo aver stabilito la proporzione tra i due gruppi (anche attraverso un grafico), procedete a catalogare le vie femminili secondo questo schema: sante e religiose; letterate; artiste; sportive; politiche; scienziate; donne dello spettacolo; altro. Anche per quest’ultima indagine, costruite un grafico. Alla fine dell’indagine, condividete i risultati di tutta la classe ed elaborate una riflessione comune sull’argomento. Oltre a registrare le presenze, prestate attenzione anche alle assenze (Come mai non ci sono donne che appartengono a una determinata categoria? Esiste un motivo particolare?).
- Pensate a quali nomi scegliereste di intitolare le vie della vostra città ideale. Utilizzando My Maps, create un itinerario rinominado le vie della vostra città in modo da includere donne e figure spesso svantaggiate e dimenticate.
- Sulla scorta delle precedenti riflessioni sulla toponomastica, potete effettuare analoghe ricerche in altri campi rilevando il livello di disparità di genere. Per esempio, potete verificare la presenza femminile nei personaggi premiati con il Nobel, nei santi del calendario, nelle massime cariche istituzionali (presidenza della Repubblica, presidenza del Senato e della Camera dei deputati, presidenza del Consiglio dei ministri, presidenza della Corte Suprema di Cassazione) ecc…