Iniziamo un ciclo di letture, curate con equilibrio e passione dal prof. Francesco Cassone, per accompagnare gli studenti e le studentesse a leggere alcuni paesaggi europei significativi. Ci muoveremo lungo gli assi dello spazio e del tempo, mettendo in evidenza elementi ambientali e umani. Lo faremo proponendo delle visualizzazioni interattive che possono essere proiettate in classe con la lavagna interattiva o sul computer. Ogni lettura sarà accompagnata, come sempre in questo blog, da attività operative.
L’Europa è il continente dei mille paesaggi. La varietà del territorio e le stratificazioni storiche degli elementi umani, frutto dell’evoluzione di insediamenti millenari, offrono possibilità di osservazione e di riflessione praticamente infinite. La lettura dei paesaggi è uno dei compiti più significativi nello studio della Geografia: serve a cogliere quelle relazioni tra ambiente e azione umana che portano a cogliere e svelare l’identità di un territorio.
Contrariamente a quanto si è portati a pensare con comode semplificazioni, un paesaggio è in continuo divenire: non è dato per sempre, congelato in una fissità fuori del tempo: viene continuamente modificato dagli agenti naturali e dalle attività antropiche. Perciò la stessa lettura del paesaggio è in divenire: può cambiare secondo le stagioni, e in seguito a discontinuità di qualsiasi genere. I confronti tra diverse fasi temporali possono dare spessore alle nostre indagini geografiche e le riempiono di senso. Ci rendono più consapevoli del valore ambientale, storico e culturale di ciò che ci circonda. E con questa consapevolezza possiamo affrontare il presente e il futuro con strumenti concettuali che ci possono aiutare a evitare il degrado o l’improvvisazione che purtroppo connota la gestione di tanta parte del territorio italiano.
La lettura del paesaggio è un potente stimolo a riappropriarsi del valore dei beni comuni. Come scrive efficacemente Luca Mercalli, il suolo non è semplicemente un terreno che ci consente di parcheggiare un’automobile, ma è quella parte preziosa della superficie terrestre che con i suoi servizi ecosistemici sostiene la vegetazione, trattiene l’umidità, ospita le coltivazioni e che quindi consente alla vita umana di prosperare. Eppure, in Italia continuiamo a erodere e danneggiare il nostro capitale naturale espandendo a macchia d’olio capannoni, abitazioni, aree cementificate e asfaltate. Ma anche in diversi contesti europei le trasformazioni dei paesaggi alterano profondamente equilibri che si pensavano molto stabili.
Iniziamo il nostro itinerario dall’Italia con un paesaggio notissimo del quale siamo giustamente orgogliosi.
San Gimignano, la “città delle belle torri”
San Gimignano è una città posta su una collina della Val d’Elsa, in Toscana, a metà strada tra Firenze e Siena, dalla quale dista 50 km. L’immagine ripresa dall’alto, in diagonale, mostra sia il paesaggio urbano dell’antico borgo, situato in posizione dominante, sia il paesaggio rurale che lo circonda e che si distingue nettamente dal centro abitato cinto dalle mura difensive del XIII secolo. La planimetria della città si adegua alla conformazione del rilievo su cui sorge: sulla parte più alta si trova il centro storico, il cui fulcro è Piazza della Cisterna.
Un insieme armonico
Osservando la foto della città, il cui tessuto si sviluppa sul colle con vie strette e case addossate fra loro, e in particolare le numerose torri, sembra di entrare nel Medioevo. Infatti il borgo si è conservato fino ai giorni nostri con il suo impianto medievale, per cui risulta evidente l’armonia sia del tessuto urbano sia dell’abitato, con edifici dalle tinte tenui e con tetti spioventi.
Le torri della città
Le torri, tutte a base quadrata, sono la nota dominante di San Gimignano, che per questa caratteristica è stata definita la “Manhattan del Medioevo”: ma a differenza dei grattacieli moderni, che rappresentano il potere finanziario, le torri medievali, oltre ad avere una funzione difensiva, erano il simbolo del potere politico. In origine erano più di 70: ne sono rimaste 14. La più alta è la Torre Grossa (54 m), seguita dalla Torre Rognosa (52 m), risalenti rispettivamente al XIV e il XIII secolo e situate nella Piazza del Duomo.
La campagna
Al di sopra dell’abitato si distende il paesaggio rurale, nel quale si legge l’armonia che ha caratterizzato il rapporto storico tra le attività umane e l’ambiente. Nel territorio ondulato si distinguono alcuni casolari e i campi coltivati, contraddistinti da varie tonalità di verde e divisi da lunghe file di siepi, secondo un uso che si perpetua da secoli ed è documentato nel celebre affresco Gli effetti del Buon Governo in campagna di Ambrogio Lorenzetti (1290-1348), che si trova nella vicina Siena.
La coltura principale, oltre agli uliveti, è quella dei vigneti, che producono un famoso vino: la Vernaccia. Sullo sfondo una successione di colline dalle forme morbide e ricoperte da boschi.
Naviga nell’immagine interattiva di San Gimignano per scoprire i punti significativi del paesaggio.
Fare Geo
- Consultando una carta dell’Italia e ricercando le informazioni in rete, individuate nel territorio nazionale altri borghi che abbiano una struttura del tessuto urbano simile a quella di San Gimignano. Quali caratteristiche principali scegliereste per fare la vostra selezione?
- Fate una ricerca di gruppo dal titolo “Le torri nella storia dell’umanità”: dall’antichità ai giorni nostri, passando per il Medioevo e l’Età moderna, quali sono state le “torri” costruite dall’uomo? Come sono cambiate la forma e la funzione di queste costruzioni?
- Il rapporto tra città e campagna ha determinato la storia di molti centri abitati in Italia. Nella tua città quali “segni” della realtà rurale puoi trovare? Pensa per esempio ai rivenditori di prodotti ortofrutticoli a chilometro zero.