Dall’Istat l’istantanea dell’Italia al 1° gennaio 2015

Dall’Istat l’istantanea dell’Italia al 1° gennaio 2015

L’Istat ha diffuso i risultati dei rilevamenti demografici effettuati alla fine del 2014 dandoci un’immagine dell’Italia di oggi: un paese che sta invecchiando sempre più rapidamente (Istat). La natalità continua a calare, mentre la vita si è allungata, così gli anziani risultano molto più numerosi dei bambini.
Il tasso di natalità, 8,4‰, non è sufficiente a mantenere costante il numero di abitanti del nostro Paese: il saldo naturale risulta negativo e gli italiani sono ogni anno di meno. Ma la popolazione italiana rimane in leggera crescita per l’arrivo di migranti: 26mila persone in più (pari allo 0,4‰) che portano a 60.808.000 i residenti, di cui 5.073.000 gli stranieri.
Il rapporto dell’Istat mette in evidenza le differenze tra le regioni e i cambiamenti nello stile di vita nell’ultimo decennio.

ISTAT_2014_speranza_vita_2004-2014Quanto si vive
Tra il 2004 e il 2014 la speranza di vita alla nascita è aumentata. Rimane più alta per le donne, che da 83,6 anni passano a 84,9, più bassa per gli uomini che però arrivano a superare gli ottanta (da 77,9 a 80,2). Ma la forbice si è ridotta. Oggi le donne hanno un’aspettativa di vita più alta di 4,7 anni ISTAT_2014_speranza_vita_regiionirispetto agli uomini, mentre dieci anni fa il divario era di 5,7 anni.
Molto maggiori le differenze tra le varie regioni. Ai primi posti Trentino-Alto Adige e Marche, mentre all’ultimo posto si trova la Campania dove gli uomini hanno un’aspettativa di vita di 78,5 anni, e subito sopra la Sicilia.

ISTAT_2014_nat_mortNatalità e mortalità
Nel 2014 sono diminuite sia le nascite sia le morti: 509mila i nuovi bimbi, circa cinquemila meno del 2013, il valore più basso mai registrato dall’Unità d’Italia, e 597mila i decessi, cinquemila meno dell’anno precedente.
Ma, nonostante il saldo negativo complessivo, la popolazione non è ovunque in calo, in due regioni le nascite sono cresciute. La prima, a differenza di quanto si potrebbe pensare, non è nell’Italia meridionale, ma al nord. E’ il Trentino Alto-Adige, con un saldo naturale dell’1,6‰, l’altra la Campania, appena positiva con lo 0,1‰.
Il numero medio di figli per donna, che nel 2010 era salito in Italia a 1,46, è nuovamente calato a 1,39, decisamente inferiore a quello medio dell’Unione Europea (1,58 nel 2012). Il calo maggiore ISTAT_2014_num_figli_2004-2014si registra nelle regioni meridionali dove un tempo le famiglie erano più numerose: in Molise, Basilicata e Sardegna da tempo non si raggiunge il livello di 1,2 figli per donna. Le regioni settentrionali, ad eccezione della Liguria, sono invece sopra alla media nazionale, con il massimo in Trentino-Alto Adige (1,65).
La riduzione delle nascite per la prima volta non riguarda soltanto le donne italiane, ma anche le straniere che sono scese sotto i due figli a testa.
Inoltre si registra un aumento dell’età media delle donne al momento del parto che passa da 31 anni nel 2007 a 32,1 nel 2014 per le italiane e 28,7 per le straniere.

ISTAT_2014_saldo_migratorio_esteroLa struttura della popolazione
I dati Istat forniscono anche la struttura della popolazione regione per regione, precisando la distribuzione tra italiani e stranieri e quella per età.
Il nostro Paese sembra presentare sempre meno attrattiva per gli stranieri che sono arrivati in 255mila, circa l’8,7% in meno rispetto al 2013. Un calo che continua dal 2007, quando il saldo migratorio si è avvicinato al mezzo milione di persone.
Gli stranieri presenti in Italia costituiscono l’8,3% della popolazione italiana e si concentrano nelle regioni del Nord, soprattutto in Lombardia, e in Lazio.
piramide_ItaliaL’aumento della speranza di vita e il calo delle nascite si riflettono sull’età della popolazione (vedi grafico a lato). L’età media è arrivata a 44,4 anni e sale a quasi mezzo secolo (48,3 anni) in Liguria dove le persone con oltre 65 anni costituiscono il 28% degli abitanti, circa due volte e mezzo il numero dei bambini (11,6%).ISTAT_2014_residenti_regioni

Fare Geo
• Osserva i dati Istat riportati nelle tabelle, individua quelli relativi alla regione in cui abiti e prepara una breve relazione che ne descriva la struttura della popolazione.
Prepara il grafico con la piramide della popolazione relativa alla tua regione e allegala alla relazione.

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