Prende il via oggi Expo dei popoli, il forum internazionale della società civile che cerca di rispondere alla sfida insita nello slogan dell’expo “ufficiale”, Nutrire il pianeta, applicando i principi di sovranità alimentare e giustizia ambientale.
Dal 3 al 5 giugno, presso la Fabbrica del vapore di Milano, si riuniranno associazioni italiane e internazionali, con un programma fitto di dibattiti al mattino, speaker’s corner al pomeriggio e concerti e spettacoli la sera.
L’obiettivo: affiancare alle soluzioni proposte da governi e imprese multinazionali, quelle avanzate “dai popoli”, dalle associazioni, organizzazioni, gruppi che fanno di questi temi la loro mission.
Il comitato organizzatore di Expo dei popoli è composto da oltre 40 enti no-profit italiani, tra cui citiamo in particolare l’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia. Trovate qui l’elenco completo.
«Crediamo – si legge nel manifesto di Expo dei popoli – che l’Expo di Milano possa e debba rappresentare un’occasione importante […] per la capacità di far emergere (durante l’Expo) e diffondere (dopo l’Expo), con forza e coerenza, le condizioni culturali, sociali, tecnologiche e ambientali necessarie per essere cittadini e cittadine di un mondo più sostenibile ed equo per tutti».
I promotori di Expo dei popoli vedono nell’Expo 2015 una tappa di un percorso che dovrebbe portare a una «globalizzazione virtuosa», «la globalizzazione delle opportunità e della partecipazione, contro la globalizzazione dello sfruttamento e dell’esclusione», continua ancora il manifesto.
Crisi alimentare, diritto al cibo, aumento del fabbisogno energetico a fronte di risorse limitate, lotta alla povertà, tutela ambientale. E poi più nel dettaglio: land grabbing, speculazione finanziaria, accordi di libero scambio, dumping, agricoltura e allevamento intensivi, politiche pubbliche per la sovranità alimentare. Questi alcuni dei temi forti che verranno affrontati durante i momenti di dibattito, con ospiti di rilievo internazionale, tra cui il brasiliano Euclides Mance (Solidarius) e l’italianissimo Carlin Petrini (Slow food).
I promotori di Expo dei popoli non mancano di denunciare di essere stati «additati come visionari» quando per primi, e soli, quarant’anni fa evidenziavano problemi tenuti in sordina dall’industria agroalimentare e da molti politici.
Cooperazione, commercio equo e solidale, movimenti ambientalisti hanno infatti avuto una forte crescita a partire dagli anni Settanta, e gradualmente i valori della solidarietà tra i popoli e dello sviluppo sostenibile sono diventati patrimonio della coscienza collettiva. Ora tutti i movimenti contadini e le ONG che partecipano all’iniziativa in corso a Milano chiedono che si metta al centro dell’agenda politica il rispetto dei diritti umani e dei limiti del pianeta. Il forum infatti dà voce soprattutto ai rappresentanti dell’agricoltura a conduzione familiare e di piccola scala, esclusi dall’Expo ufficiale nonostante producano il 70% degli alimenti consumati a livello globale e siano oggi giorno i principali investitori in agricoltura.