Venerdì prossimo, 17 giugno, si celebrerà la giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità, introdotta dall’ONU a partire dal 1996. Slogan del 2016 “Proteggere la Terra, ripristinare l’ambiente, coinvolgere le persone” (ONU).
Un evento che, a pochi giorni di distanza, conclude la serie di momenti dedicati alla salvaguardia del nostro pianeta iniziati il 5 giugno con la giornata mondiale dell’ambiente (La Stampa) e l’8 giugno con la giornata mondiale dell’oceano (Onu Italia).
La desertificazione è uno dei problemi da affrontare con maggior urgenza perché rende inabitabili territori sempre più vasti con ripercussioni in tutto il mondo. Come ha dichiarato il Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, “senza una soluzione a lungo termine, la desertificazione e il degrado del territorio non solo influenzeranno l’approvvigionamento alimentare, ma porteranno ad un aumento delle migrazioni e minacceranno la stabilità di molte nazioni e regioni”.
Le regioni aride e semiaride si distendono a lato dei deserti veri e propri che poco alla volta si allargano, anche a causa dello sfruttamento intensivo operato dall’uomo. Le sabbie coprono il terreno sostituendosi al fertile humus, la produttività del suolo si riduce, gran parte della fauna selvatica si estingue e gli abitanti, privi di mezzi di sostentamento, sono costretti ad abbandonare le loro case per sopravvivere. Un processo che sembra inarrestabile, ma che dobbiamo al più presto interrompere.
Qui sotto la mappa relativa alla distribuzione delle terre aride preparata dall’Unesco.
L’Italia non è inserita tra le zone aride, ma dalle analisi del Corpo forestale risulta che un quinto del territorio del nostro Paese è a rischio di desertificazione, soprattutto nelle regioni meridionali e insulari. Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna le cinque più in pericolo (La Gazzetta del Mezzogiorno).
Ecco, secondo quanto riportato dall’United Nations Convention to Combat Desertification (UNCCD), alcuni dati che riguardano le terre aride e la desertificazione.
Quanto valgono le terre aride:
– occupano il 40% delle terre emerse e ospitano un terzo della popolazione mondiale;
– ospitano la metà del patrimonio zootecnico;
– possiedono la maggior biodiversità di mammiferi che dipendono per la loro sopravvivenza proprio dalle foreste aride;
– producono il 44% degli alimenti umani;
– ma il PIL in queste zone è la metà di quello delle zone non aride.
I numeri del degrado:
– 2,6 miliardi di persone dipendono dall’agricoltura;
– il 52% del terreno agricolo è colpito dal degrado;
– il tasso di degrado del suolo è aumentato di 30 volte;
– ogni anno scompaiono 24 miliardi di tonnellate di suolo fertile.
I pericoli del degrado:
– 27.000 specie animali e vegetali scompaiono ogni anno;
– la percentuale di terre colpite dalla siccità è più che raddoppiato dal 1970 al 2000;
– il degrado del suolo riduce la disponibilità di acqua;
– circa 50 milioni di persone potrebbe migrare entro i prossimi 10 anni a causa della desertificazione;
– gli effetti della desertificazione colpiscono maggiormente donne e bambini;
Il ripristino delle terre degradate:
– Oltre 2 miliardi di terre deforestate e degradate offrono opportunità di ripristino: 715 milioni in Africa, 550 milioni nell’America centromeridionale, 400 milioni nell’Asia meridionale e orientale.
Fare Geo
- Discuti con i tuoi compagni dei pericoli della desertificazione. Ritenete che l’avanzare dei deserti negli altri continenti possa causare effetti negativi in Europa e in particolare in Italia? Se sì, di quali conseguenze si tratta?
- Visualizza a tuo piacere i dati riportati nel testo e prepara una relazione sul pericolo costituito dall’avanzata dei deserti.