Con questo articolo inauguriamo una serie di contributi di geopolitica per riflettere su grandi temi di attualità, sulla storia e sulle prospettive future dei rapporti di potere internazionali: dalle migrazioni al futuro della globalizzazione, dal ruolo delle grandi superpotenze mondiali alle strategie ambientali ed economiche dell’UE, senza dimenticare la tecnologia. Partendo da dati, eventi e fatti, scopriremo la situazione attuale con uno sguardo globale e una particolare attenzione alla lettura geografica del mondo contemporaneo. Gli articoli sono curati dai docenti del Gruppo di lavoro sulla geopolitica di AGEI (Associazione dei Geografi Italiani).
Migriamo da sempre
Lo spostamento geografico rappresenta un elemento naturale della storia umana. Quello che siamo oggi è il risultato di un costante movimento di esseri umani che, nel passato, spostandosi hanno condiviso ciò che erano (biologicamente e socialmente) con persone di altri luoghi. Se la migrazione è un evento connaturato all’essere umano, è sempre bene ricordare che, nella quasi totalità dei casi, è un’azione connessa a enormi sacrifici – materiali ma soprattutto immateriali – che porta alla morte circa 8000 persone ogni anno.
Qualche dato
Secondi i dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) nel 2020 le persone che vivevano in territori differenti da quelli di nascita erano circa 281 milioni (il 3,65% della popolazione mondiale). In termini spaziali, le migrazioni si presentano come un fitto network che interessa tutti gli Stati del mondo, spesso con contemporanei processi di uscita e di ingresso, come nel caso dell’Italia.
Alcune indicazioni possono essere desunte dai dati su scala continentale.
La scala continentale fornisce solo indicazioni di massima, poiché le dinamiche, per essere adeguatamente comprese, dovrebbero essere analizzate con una dettagliata analisi dei flussi (vedi grafico sotto) nonché un’analisi su scala nazionale e locale. In molti casi, infatti, le migrazioni tendono ad avere delle dinamiche di concentrazione nel territorio di arrivo, legate anche a processi attrattivi che facilitano il nuovo migrante, dando vita a una specifica distribuzione spaziale nonché lavorativa con specializzazione in settori produttivi.
Tra le caratteristiche delle persone che migrano si confermano l’età (giovane) e le competenze (elevate rispetto alla media della popolazione dei territori di partenza). Per tale motivo, molti degli Stati tendono a mettere in atto politiche di contenimento delle migrazioni in uscita e/o – come nel caso dell’Italia – politiche che dovrebbero favorire il rientro.
Un fenomeno complesso
Nel 2022, circa 71 milioni di persone (uno per ogni 4 migranti) sono state indicate come displaced persons, in fuga da guerre, persecuzioni, altre azioni violente o catastrofi naturali; nel 2000 erano 21 milioni, circa il 15% dei migranti totali. Questo sottolinea come le migrazioni abbiano una molteplicità di motivi e spesso siano l’unica possibilità per una persona di vivere in sicurezza.
Proprio l’eterogeneità delle motivazioni rende difficile, nonché fuorviante, ricondurre a un unico aggregato concettuale (migrazione) un fenomeno altamente complesso e, allo stesso tempo, costruire dialetticamente la figura del migrante, facendo assurgere a categoria sociale un’azione individuale che potrebbe interessare (se non lo avesse già fatto) ciascuno di noi.
Fare Geo
- Osserva la vita nella tua città. Quali comunità di stranieri popolano il tessuto urbano? Ci sono zone particolari in cui si concentrano i migranti? Le diverse comunità di appartenenza sono legate a specifici lavori? Raccogli il risultato delle tue osservazioni e rifletti su quanto hai individuato.
- Fai un ricerca in rete e scopri quali sono i flussi migratori negli Stati Europei. Realizza una carta tematica sull’argomento, mettendo in evidenza gli Stati di provenienza e le destinazioni principali.
- Analizza attentamente la tabella riportata nell’articolo, confrontando i dati tra i diversi continenti, sia per quanto riguarda i movimenti interni, sia per i movimenti oltre i confini. Quali sono le aree con maggiori flussi in uscita e quali in entrata? Quali conclusioni puoi trarre?