
Proseguiamo la serie di contributi di geopolitica proposti da geografi specialisti. Oggi parleremo delle due potenze mondiali protagoniste degli scenari economici e strategici mondiali: due realtà molto diverse, ma strettamente interconnesse. L’articolo è a cura di Marco Ghisetti, ricercatore presso l’Università della Lapponia, in Finlandia, e membro del Gruppo di lavoro sulla geopolitica di AGEI (Associazione dei Geografi Italiani).
Questioni scottanti
Il 3 marzo 2025 il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato il raddoppio dei dazi nei confronti delle importazioni cinesi, che già aveva tassato nemmeno un mese prima, portandole dal 10 al 20%. Pechino ha immediatamente risposto con una serie di misure speculari nei confronti dei prodotti americani, in particolar modo quelli agricoli. L’ambasciata cinese negli Stati Uniti ha persino twittato sul social X che “se gli Stati Uniti vogliono la guerra, che si tratti di guerra tariffaria, commerciale o di qualsiasi altro tipo, siamo pronti a combatterla fino alla fine”.
Ecco uno spaccato dei complessi rapporti tra le due potenze mondiali protagoniste della storia attuale: Usa e Cina. Le manovre e i toni belligeranti tra Pechino e Washington non si fermano, però, soltanto ad affermazioni retoriche o alla guerra commerciale, ma vanno ben oltre, entrando persino nel campo della guerra cinetica.
L’affare Taiwan
Infatti, in quella che era già la sua più grande esercitazione militare in quasi tre decenni, il 12 dicembre 2024 la Cina ha trasformato improvvisamente le proprie manovre navali attorno a Taiwan nella simulazione di un blocco aeronavale completo dell’isola, mostrando al mondo la propria capacità di isolarla. E neanche due mesi prima, gli Stati Uniti avevano approvato un pacchetto di aiuti di 2 miliardi di dollari in armi per Taipei.
Sia Washington che Pechino ritengono che l’isola al centro del Pacifico è de jure parte integrante della Cina continentale, ma la Cina reputa che la “provincia ribelle” sia da riportare sotto il controllo pechinese anche de facto, mentre Washington sostiene che questa annessione comporterebbe il disfacimento del potere statunitense nel Pacifico e il conseguente stravolgimento dell’ordine internazionale.
Il destino delle due superpotenze
Questa piccola isola ha acquisito a livello geopolitico un significato emblematico e rappresenta uno dei campi di confronto (e scontro) tra le due superpotenze che, con le loro strategie e influenze, determinano il quadro globale attuale.
La corsa alle armi nel Pacifico è uno dei tanti dati che indicano come la Cina sia una superpotenza in ascesa – si prospetta che entro il 2035 Pechino disporrà della più numerosa flotta navale al mondo – e gli Stati Uniti una superpotenza in relativo declino. Lo Stato Maggiore Congiunto degli Usa ha affermato pubblicamente che in questo decennio si deciderà l’equilibrio tra le potenze marittime per il resto del secolo.
Una sfida su più fronti
Il confronto Usa-Cina si estende ben oltre il mare e il Pacifico. Se si guarda alla tecnologia e all’innovazione, gli Stati Uniti sono tutt’oggi sede delle principali multinazionali, ma la Cina sta rapidamente colmando il divario in settori quali l’intelligenza artificiale, i semiconduttori, i veicoli elettrici e le produzioni ad alto valore aggiunto. Il divario tra il PIL statunitense e quello cinese è ancora di circa 10.000 miliardi di dollari, ma la Cina potrebbe colmare il divario entro il 2035 e in termini di parità di potere d’acquisto interno ha già superato gli Usa.
Per quanto concerne l’educazione e l’istruzione, laddove gli Stati Uniti dispongono ancora delle migliori università al mondo, la Cina accoglie ormai non meno di 100 università d’élite.

Commercio e finanza
Mentre la Cina è fortemente industrializzata e con un miliardo e mezzo di abitanti, gli Usa, con una popolazione di poco superiore ai 300 milioni, sono un Paese parzialmente de-industrializzato ma che amministra le principali transazioni finanziarie e commerciali mondiali. Pechino è il principale associato commerciale di oltre 120 Paesi, ma gli Stati Uniti dispongono di una rete di alleanze e di basi militari che si estende pressoché in tutto il mondo.
Gli Usa sono uno Stato giovane, di carattere insulare e collocato nell’America del Nord, mentre la Cina vanta cinquemila anni di storia, ma si colloca in una posizione semi-bloccata nell’Eurasia Orientale.
Si tratta di due superpotenze tanto grandi quanto diverse ma che – al contrario di quello che fu il dualismo Usa-Urss durante la Guerra fredda – sono fortemente interdipendenti con zone d’influenza e di contesa che si intrecciano e si mischiano costantemente le une con le altre, in un complesso scenario globale in continua evoluzione che vede più potenze in gioco.

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