Partiamo alla scoperta del vulcano Teide, un imponente monumento di roccia conficcato nell’oceano Atlantico che svetta sulle acque per oltre 3.700 metri. L’ascesa alla sua vetta è emozionante e regala scorci paesaggistici incantevoli e inaspettati. Tra meraviglie geologiche ed ecosistemi sorprendenti, l’itinerario dà ragione del nome di isole Fortunate che gli antichi diedero all’arcipelago delle Canarie.
Una strada nella nebbia
La strada TF-21 che a Tenerife sale da Puerto de la Cruz fino al Parco Nazionale del Teide è piuttosto larga ma tortuosa. Oggi il traffico è scarso lungo i numerosi tornanti di questo itinerario; la pendenza è sempre sostenuta e i veicoli a motore sono fortemente sollecitati.
In pochi chilometri il nastro d’asfalto ci porterà dal livello del mare fino agli oltre 2000 metri di quota della caldera de Las Cañadas del Teide, un luogo lunare dove la morfologia vulcanica mostra ai visitatori la varietà straordinaria delle sue manifestazioni.
Gli automobilisti guidano con circospezione, ma non per la difficoltà o per l’asprezza del percorso; è il 29 agosto, e una fitta nebbia avvolge la costa settentrionale dell’isola alle basse quote; c’è un fresco pungente che obbliga a indossare la felpa, e non lo si poteva prevedere, dopo giorni assolati e temperature di oltre 30 °C.
Le autorità hanno installato lungo la strada delle segnalazioni antinebbia: piccole luci ai lati, strisce catarifrangenti, cartelli ben visibili; evidentemente questo fenomeno non è così raro da queste parti!
Un panorama sorprendente
La TF-21 inizia da una costa ripida e rocciosa: già vicino all’oceano, dove il terreno lo consente, l’agricoltura locale ha ricavato appezzamenti per la coltivazione dei banani e di altre piante tropicali.
La strada poi si snoda tra campi coltivati e frutteti rigogliosi, irrigati con l’acqua dei barrancos, i torrenti che incidono profondamente i fianchi fertilissimi delle montagne composte da una millenaria stratificazione di colate laviche.
L’itinerario attraversa l’antica città de La Orotava, con palazzi in stile coloniale, procede in un immenso anfiteatro intensamente coltivato, suddiviso in piccoli appezzamenti, con tanti minuscoli insediamenti rurali. La produzione di questa vallata è ricca e varia, comprende anche patate, cereali e riso.
Questo paesaggio non esiste in altre parti dell’isola, dove prevalgono scabre terre rossastre, gialle o nere, punteggiate da una modesta vegetazione, e dove prevale l’aridità per tutto l’anno.
I pini e l’acqua di Tenerife
Finalmente, arrivati a circa 1000 metri di altitudine, usciamo dalle nubi. Finiscono qui anche gli insediamenti stabili e iniziano le foreste di conifere.
I pini di Tenerife hanno caratteristiche particolari: sono in grado di captare e immagazzinare con i loro aghi l’umidità delle nubi che possono ristagnare lungo i fianchi settentrionali dell’isola.
Queste caratteristiche fisiche e biologiche di un ambiente unico sono state comprese nell’ultimo secolo e le autorità hanno deciso di proteggere l’habitat della foresta, per garantire la conservazione di un delicato ed essenziale meccanismo naturale di conservazione e di distribuzione delle acque.
La fertilità della valle de La Orotava è infatti garantita dai serbatoi naturali che si formano nell’area forestale: le acque si raccolgono proprio grazie ai pini; altre acque discendono dalle piogge e dalle nevi che cadono in altitudine nei mesi invernali.
La mano dell’uomo
La forte pressione antropica, con un turismo che convoglia verso le Canarie circa 12 milioni di turisti all’anno, 4 dei quali visitano il Teide, è una minaccia per la conservazione dell’ambiente forestale e di tutto il Parco, sul quale vigilano molte guardie forestali e numerose squadre antincendio.
I cambiamenti del clima sono un ulteriore elemento di preoccupazione: negli ultimi anni la piovosità invernale subisce a Tenerife oscillazioni impreviste, con una maggiore siccità, e frequenti ondate di calore estive perturbano una climatologia normalmente favorevole alla vita umana, un’eterna primavera che portò gli antichi a denominare queste terre le isole Fortunate.
L’ascesa al vulcano
La salita verso il plateau sommitale dell’isola prosegue all’interno della foresta. Di tanto in tanto alcuni punti panoramici invitano a fermarsi e a indugiare con la vista su un panorama grandioso.
Sotto di noi la valle de La Orotava, con un mare di nubi che ostruisce parzialmente la visione della costa; più in alto il maestoso cono vulcanico del Teide, una presenza costante che ricorda la natura fortemente instabile e dinamica dell’isola.
Alcuni cartelli forniscono preziose indicazioni sulla storia naturale di Tenerife: le nubi alle basse quote si formano per l’azione degli alisei, che investono l’isola da Nord. Invece la valle de La Orotava ha avuto origine da un colossale smottamento gravitazionale dell’edificio vulcanico dell’isola. Oltre 200.000 anni fa l’intero fianco settentrionale è scivolato in mare, provocando uno dei maremoti più catastrofici nella storia della Terra. Dopo questo crollo hanno avuto origine il Teide (3178 m) e il vulcano fratello Pico Viejo (3134 m).
I due coni sono cresciuti sulla caldera de Las Cañadas, che costituisce il cuore del Parco del Teide (190 kmq) e che presenta i resti dell’intensa attività eruttiva di precedenti vulcani ora scomparsi; di questi fenomeni restano testimonianze curiose e particolari, come i Roques de Garcia, rocce che costituiscono una delle maggiori attrazioni del Parco.
In cima al Teide
Da molti anni non si verificano eruzioni sul Teide, che viene tenuto sotto stretta osservazione da parte degli scienziati, attraverso la rilevazione di dati geofisici con strumenti posizionati accanto alle fumarole aperte sui fianchi e in cima alla montagna.
La visita alla cima del Teide è possibile grazie a una funivia che conduce appena sotto alla cuspide sommitale della montagna.
La vetta è raggiungibile solo a piedi, accompagnati da una guida. Ma tutta l’area del Parco si può visitare soltanto percorrendo i percorsi segnalati; è una misura che non solo tutela l’integrità dell’ambiente, ma protegge gli stessi visitatori, che spesso trascurano i rischi di una escursione ad alta quota in un ambiente arido, che può anche provocare colpi di sole, disidratazione e perdita dell’orientamento.
Tenerife, un po’ di storia
L’isola di Tenerife, nell’arcipelago delle Canarie, al largo del Marocco, è la parte emersa di un grande edificio vulcanico a base piramidale che si eleva dai 3.000 m di profondità della crosta oceanica atlantica fino ai 3.718 m della sua elevazione più alta, il Pico del Teide. Sommando la parte sommersa e la parte aerea Il Teide è il terzo vulcano della Terra, dopo il Mauna Kea e il Mauna Loa, situati nelle isole Hawaii.
Gli esploratori europei che si inoltrarono fin dall’antichità lungo le rotte di circumnavigazione dell’Africa, riportarono nelle loro memorie lo stupore e la meraviglia suscitata dalla visione della montagna, spesso innevata durante l’inverno e torreggiante sulle acque dell’oceano alla stessa latitudine del Sahara. Probabilmente Dante Alighieri si ispirò ai racconti di Erodoto, Pomponio Mela e Plinio il Vecchio per l’ambientazione dell’ultimo viaggio di Ulisse che, oltrepassate le Colonne d’Ercole, dopo una lunga navigazione si trovò al cospetto dell’altissima montagna del Purgatorio, che per la sua forma a cono ricorda molto da vicino le sembianze del Teide.
Gli antichi popoli del Mediterraneo, a partire dagli ardimentosi navigatori fenici, frequentarono le isole Canarie, e vi si insediarono con colonie che nel tempo divennero molto popolose, soprattutto nelle isole di Tenerife e di Gran Canaria. La caduta dell’impero Romano interruppe per secoli le relazioni tra l’Europa e l’arcipelago, almeno fino al XIV secolo, quando prima i portoghesi poi i castigliani promossero la colonizzazione delle Canarie, sterminando il locale popolo dei Guanci. L’ultimo focolaio di resistenza dei popoli indigeni alla conquista spagnola si registrò alla fine del Quattrocento. Da allora le Canarie seguirono politicamente le vicende dello Stato iberico. Oggi le Canarie sono una popolare meta turistica, grazie alla favorevole situazione politica (sono parte dell’Unione Europea); godono inoltre di un regime fiscale speciale in quanto località extradoganali.
Fare Geo
- Nelle isole Canarie gli ultimi anni hanno registrato un aumento di casi di Calima, un vento di scirocco che soffia dal vicino Sahara e che porta con sé, oltre all’aria calda africana, anche polvere e sabbia, con foschia costante e innalzamento delle temperature. L’intensificarsi di questo fenomeno è dovuto ai cambiamenti climatici in atto nella zona. Informatevi in rete sul clima di Tenerife e fate una breve ricerca sui cambiamenti climatici che interessano l’isola.
- Immaginate di dover organizzare un’uscita didattica a Tenerife, con visita al Pico de Teide. Raccogliendo in rete le informazioni necessarie, preparate un itinerario di visita e programmate la spesa per il volo di andata e ritorno (con orari di partenza e arrivo), il pernottamento e la guida escursionistica.
- Verificate l’attività vulcanica del Teide consultando il sito del Global Volcanism Program del Museo Nazionale di Storia Naturale dello Smithsonian Institution. Raccogliete informazioni sulla tipologia di vulcano, consultate la galleria delle immagini (con le didascalie) e i report storici sulle eruzioni avvenute in passato. Preparate poi una breve presentazione multimediale con i dati raccolti per presentare alla classe il vulcano Teide e la sua attività.