Miguel de Cervantes fin dalle prime righe del suo immortale romanzo Don Chisciotte, spiega che il racconto ha luogo “in una località della Mancia di cui non voglio ricordare il nome” (en un lugar de la Mancha de cuyo nombre no quiero acordarme). Lo scrittore ci porta così nel “grande vuoto” al centro della penisola iberica, nell’esteso altopiano della Meseta meridionale, dove il clima è mediterraneo continentale, torrido d’estate e spesso gelido d’inverno. Proviamo a individuare alcuni luoghi caratteristici descritti nelle pagine di Cervantes quattrocento anni fa.
La Mancia, terra senz’acqua
La Mancia è la regione storica e naturale con scarsi insediamenti umani che si estende nel cuore della Meseta meridionale, su una superficie di circa 30.000 km2, nelle attuali provincie di Albacete, Ciudad Real, Toledo e Cuenca.
La parola “Mancia” ha un’origine incerta; deriva forse dall’arabo, e gli storici distinguono significati diversi: “terra senz’acqua” (dall’espressione Manxa o Al-Mansha) e “altopiano” (da Manya). La Mancia ha cambiato più volte nei secoli la sua articolazione amministrativa; oggi fa parte della comunità autonoma di Castiglia-La Mancia.
Era, ed è ancora oggi, una pacifica regione agricola, dove si pratica l’allevamento degli ovini e la coltivazione di cereali, e in cui il Cinquecento portò la novità della coltivazione della vite. Attualmente si producono diversi vini su un’enorme superficie vitata (circa 500.000 ettari), tanto che questa zona è conosciuta come la “cantina d’Europa“. Particolare pregio hanno i vini contrassegnati con la denominazione d’origine “La Mancha” che vantano una produzione superiore in quantità a qualsiasi altro analogo vino spagnolo.
Un passato glorioso
Ai tempi di Cervantes la Mancia era considerata cuore della civiltà castigliana, sede dei miti fondativi dell’unità nazionale, ed era al tempo stesso periferia in crisi di un impero vastissimo, esteso tra le due sponde dell’Atlantico.
L’inizio del XVII secolo vedeva languire materialmente e spiritualmente le terre della Mancia, dove si erano svolti nel Medioevo gli incerti combattimenti dell’epopea della riconquista e dove aveva acquistato potere la famiglia regnante. Di quel passato glorioso rimanevano i ruderi dei castelli e delle fortificazioni più volte passate di mano tra gli arabi e i castigliani. Nel Seicento queste costruzioni avevano perso totalmente la propria funzione e andavano in rovina.
Il destino del Paese si decideva altrove, nelle colonie americane, e nelle dispendiose spedizioni militari che opponevano la Spagna alle maggiori potenze europee.
Don Chisciotte, un romanzo di viaggio
Il visionario protagonista del romanzo di Cervantes è l’hidalgo don Alonso Quijano, un nobile desideroso di avventure e di gloria, che tanto si appassiona alla letteratura cavalleresca da convincersi di essere un cavaliere errante. Dà a sé stesso il nome di Don Chisciotte e compie le sue imprese tragicomiche prima da solo, poi in compagnia del servo Sancho Panza, in un territorio che i suoi occhi trasformano e in cui tutti gli elementi umani e naturali vengono riferiti a un passato ideale.
Cervantes descrive la Mancia in modo volutamente impreciso e vago, ma a ben vedere nel Don Chisciotte i riferimenti geografici non mancano e attestano la precisa conoscenza del territorio da parte dell’autore. Il romanzo è testimone dei viaggi e delle disavventure di un eroe inquieto, che spinto dai suoi fantasmi interiori vaga nel centro della Spagna e infine giunge fino a Barcellona prima di tornare in sé e andare a morire nel suo paese.
Nella Mancia di Cervantes
Don Chisciotte proviene dal distretto del Campo di Montiel; diversi episodi avvengono in questa remota landa meridionale della Mancia, dove ancora oggi la densità di popolazione è inferiore ai 10 abitanti per chilometro quadrato, una delle più basse d’Europa. Campo di Montiel era una zona di passaggio per i collegamenti tra il Sud e il Nord della Spagna: alcune locande isolate fungevano da luoghi di sosta per i viaggiatori e per secoli furono punti di riferimento come i caravanserragli nel mondo islamico.
Alcune tra le più antiche costruzioni della Mancia sono locande, e una di queste è rimasta nello stato in cui era ai tempi di Cervantes: si tratta della Venta Nueva di Villamanrique, un semplice edificio del XVI secolo a un solo piano con un cortile quadrangolare e un antico ballatoio in legno, dove due appartamenti erano riservati agli ospiti di riguardo. A queste locande si rivolgeva Don Chisciotte nei suoi viaggi a cavallo, scambiandole per dimore di nobili e scatenando l’ilarità e le beffe impietose dei presenti.
I mulini a vento
I mulini a vento sono le costruzioni forse più iconiche del romanzo di Cervantes: don Chisciotte si scagliò contro di essi scambiandoli per giganti. A Campo de Criptana si conservano alcuni mulini del Cinquecento, raggiunti ogni anno da migliaia di turisti che percorrono l’itinerario culturale di Don Chisciotte, organizzato e descritto dall’Ente del Turismo Spagnolo. Questo itinerario comprende 13 tappe e tocca anche grandi città della regione autonoma Castiglia-La Mancia, dove Cervantes visse e operò.
Le vie di comunicazione
Nel Cinquecento le maggiori vie di comunicazione, come la cosiddetta Via di Annibale e il Camino Real de la Plata, si snodavano all’interno della Mancia seguendo i tracciati di antiche vie romane. Oggi si è quasi persa la memoria di alcune di queste infrastrutture; restano visibili alcuni manufatti come il ponte in pietra sul Rio Jabalón a Villanueva de los Infantes e pochi tratti della sede stradale originaria.
Altrettanto importanti erano gli itinerari della transumanza, che collegavano il Nord dove le greggi pascolavano d’estate, con il Sud della Spagna dove si stanziavano d’inverno. Nella Mancia il più importante di questi itinerari era la Cañada del Este che collegava l’interno della Castiglia con le coste del Mediterraneo e che aveva diverse diramazioni. La folta presenza di greggi sul territorio manchego è rappresentata nel celebre episodio in cui Don Chisciotte attacca un gregge di pecore, pensando di avere a che fare con l’esercito di Alibanfaron di Taprobana.
I siti naturalistici
Anche la descrizione dell’ambiente naturale trova spazio nel Don Chisciotte: i capitoli XXII e XXIII della seconda parte del romanzo descrivono la zona umida delle Lagunas de Ruidera, un complesso di quindici laghi collegati da cascate oggi protetto da un parco naturale; quest’area è una presenza quasi miracolosa in un contesto ambientale caratterizzato dalla scarsità d’acqua. Questo luogo è considerato il punto da cui ha origine il fiume Guadiana.
Nei pressi delle Lagunas è situata anche la grotta di Montesinos, che prende il nome dal personaggio leggendario dei cicli cavallereschi incontrato in sogno da Don Chisciotte.
Fare Geo
- Un’utile carta interattiva preparata dalla Biblioteca Nazionale spagnola illustra gli itinerari di Don Chisciotte tracciati su mappe tratte da antiche edizioni illustrate del romanzo. Prova a ricostruire l’itinerario dell’eroe tracciando i percorsi su una carta muta della Spagna.
- Con l’aiuto e la collaborazione del/della docente di spagnolo approfondisci la conoscenza del Don Chisciotte su testi originali in L2. Puoi scaricare dai link seguenti due schede diverse: una di Livello A2 e l’altra di Livello B2 tratte dalle edizioni Black Cat.
Livello A2 per la Scuola secondaria di primo grado
Livello B2 per la Scuola secondaria di secondo grado