Il luogo del mese: l’Isola di Robinson Crusoe

Il luogo del mese: l’Isola di Robinson Crusoe

Un remoto arcipelago al largo della costa cilena è il protagonista di questo viaggio tra geografia, biologia, storia e letteratura. L’Isola di Robinson Crusoe, nell’Arcipelago Juan Fernandez, nasconde mondi sorprendenti e affascinanti, legati all’immaginario creato dalla penna di Daniel Defoe e all’inestimabile patrimonio naturalistico di questo lembo di terra che emerge dalle acque del Pacifico. Un vero paradiso della biodiversità, che compete con le Isole Galápagos e che deve combattere contro l’eccessivo sfruttamento umano e il cambiamento climatico.

Correva l’anno 1704

Il marinaio scozzese Alexander Selkirk, in servizio sul veliero britannico Cinque Ports, fu abbandonato sull’isola deserta di Más a Tierra, nel Pacifico meridionale, per ordine del capitano della nave, Thomas Stradling. Su concessione della corona britannica, il veliero compiva azioni di pirateria ai danni delle imbarcazioni francesi e spagnole lungo le coste del Sudamerica.

Stradling si sbarazzò di un uomo esperto e temerario, ma dal carattere ostinato e burrascoso. Selkirk si era rifiutato di salpare con la Cinque Ports, che a suo giudizio aveva bisogno di riparazioni urgenti per affrontare di nuovo l’oceano. Stradling, però, fu irremovibile: voleva intercettare a tutti i costi le navi spagnole che portavano l’argento dal Perù in Europa. Non poteva attendere altre settimane in quell’isola a più di 400 miglia dalle coste del Cile.

Selkirk si era opposto con tutte le sue forze e alla fine, quasi per gioco, disse che avrebbe preferito rimanere da solo nell’isola deserta di Más a Tierra piuttosto che seguire il capitano in fondo al mare con la Cinque Ports. Stradling lo prese in parola. Gli lasciò alcuni viveri, un’ascia, un’arma con un po’ di polvere da sparo e lo abbandonò sull’isola.

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L’isola di Más a Tierra, nel Pacifico meridionale, in un’incisione da Le Magasin Pittoresque del 1842.

Sopravvissuto su un’isola deserta

Il marinaio non si perse d’animo e, grazie alla sua abilità e al suo spirito di adattamento, riuscì a sopravvivere sull’isola per oltre 4 anni, dal 1704 al 1709, quando venne salvato dall’equipaggio di un vascello inglese che fece scalo nell’isola per rifornirsi d’acqua. Nel frattempo Stradling era naufragato e, insieme ad alcuni marinai superstiti, era stato portato in catene nelle galere spagnole del Perù.

Selkirk si nutrì delle piante che crescevano in abbondanza sull’isola come le rape selvatiche e i cavoli; la carne e il latte erano forniti dalle capre che addomesticò; si cibò spesso delle aragoste locali. Addestrò i gatti selvatici per combattere i ratti che non lo lasciavano dormire e gli rubavano i viveri; costruì delle capanne in cui rifugiarsi e con un po’ di astuzia e fortuna evitò la cattura da parte degli spagnoli che per due volte attraccarono sull’isola.

Da Selkirk a Robinson Crusoe

La storia del naufrago scozzese Selkirk ispirò diversi scrittori inglesi del XVIII secolo e diventò il prototipo del marinaio ardimentoso, capace di portare ricchezza e prestigio alla corona inglese con missioni fruttuose per mare e per terra. Selkirk (1676-1721) nella sua vita piuttosto spericolata e turbolenta circumnavigò la Terra, viaggiò in America e in Africa, sfuggendo in patria a condanne e censure per la sua condotta non proprio irreprensibile.

Más a Tierra oggi ha cambiato nome: si chiama Isola di Robinson Crusoe, dal nome del personaggio letterario inventato da Daniel Defoe. Non è difficile vedere in Selkirk il modello dell’eroe del celebre romanzo d’avventure.

Defoe ambientò Robinson Crusoe nei Caraibi e non nell’isola del Pacifico dove Selkirk venne abbandonato. Lo scrittore si ispirò anche alle vicende del naufrago spagnolo Pedro Serrano, che nel Cinquecento sopravvisse con un compagno su un lembo di terra dei Caraibi oggi denominato Banco Serrana.

L’isola nel terzo millennio

L’Isola di Robinson Crusoe fa parte dell’Arcipelago Juan Fernández, scoperto dagli europei alla fine del Cinquecento; si trova al largo delle coste del Cile, a cui appartiene politicamente. Ha una superficie di circa 100 kmq ed è abitato da circa 1000 abitanti.

L’Isola (48 kmq) ha sempre avuto una certa importanza strategica: ospitò prigionieri politici nell’Ottocento e, durante la Prima guerra mondiale, fu un punto di attracco per le navi da guerra tedesche. L’intervento di una squadra navale inglese stroncò poi l’attività germanica.

La popolazione umana dell’arcipelago è oggi formata in prevalenza da pescatori e impiegati del governo cileno, concentrati nell’Isola di Robinson Crusoe.

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L’isola di Robinson Crusoe, fa parte dell’Arcipelago Juan Fernández, al largo del Cile. Sulla sinistra, in basso, l’isola di Santa Clara (Fonte: NASA)

L’eden della biodiversità

Il territorio montuoso di origine vulcanica dell’arcipelago è un vero paradiso della biodiversità: l’Isola di Robinson Crusoe è un parco nazionale dal 1935 ed è Riserva Unesco della Biosfera dal 1977.

L’isola ospita molte specie endemiche: per quantità sono più numerose di quelle presenti nelle tanto celebrate Isole Galápagos, al largo dell’Ecuador. Sulle isole sono state contate ben 213 specie vegetali, di cui 135 endemiche. Milioni di anni fa i venti hanno portato sull’isola semi da territori lontani, in particolare dalle Ande, e le forme di vita hanno avuto uno sviluppo autonomo e originale.

Tra gli animali tipici e unici dell’arcipelago si possono ricordare le foche del Cile e alcune specie endemiche di colibrì, oltre alla ricchissima fauna marina, che oggi viene protetta da un eccessivo sfruttamento.

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Uno scorcio dello stupefacente ambiente naturale dell’Isola di Robinson.

Lungo i sentieri dell’Isola di Robinson Crusoe si trovano monumenti storici come la fortezza di Santa Barbara, che gli spagnoli costruirono nel Settecento per difendersi dai pirati inglesi. I tracciati, oggi facilmente percorribili dagli escursionisti, portano anche al belvedere di Selkirk, da cui il naufrago inglese scrutava l’orizzonte per avvistare l’arrivo delle poche navi che si avvicinavano all’isola.

Un ambiente minacciato

L’Arcipelago di Juan Fernández è uno dei dieci hotspot di biodiversità più minacciati nel mondo. Le specie aliene portate dagli esseri umani nel Novecento e più recentemente i cambiamenti climatici hanno provocato l’estinzione di piante e animali del luogo.

I roditori e in particolare il coniglio, introdotto per nutrire gli abitanti dell’arcipelago, hanno causato estesi danni ed erosione del territorio. Le autorità e alcune associazioni ambientaliste sono intervenute per estirpare i conigli e hanno eretto reti e barriere per proteggere le aree forestali e le zone in cui nidifica la berta piedirosa, un uccello rarissimo che prospera nell’arcipelago.

Nel 2021 la popolazione locale è stata coinvolta in alcune iniziative per la salvaguardia della natura: proprio gli abitanti possono diventare i migliori custodi di un patrimonio biologico così prezioso.

Le coste dell’isola di Robinson Crusoe hanno subito danni ingenti nel 2010 per lo tsunami causato dal disastroso terremoto dell’Indonesia; in particolare l’unico centro abitato dell’arcipelago, San Juan Bautista, è stato spazzato via quasi per intero.

Fare Geo

  • Osservate la recente immagine satellitare dell’Isola di Robinson Crusoe riportata nell’articolo e provate a individuare il centro abitato e le zone in cui è evidente l’erosione del territorio (in marrone).
  • Con l’aiuto e la collaborazione del/della docente di inglese approfondite la conoscenza dell’Isola di Robinson Crusoe su testi originali in L2. Potete scaricare dai link seguenti due schede diverse: una di Livello A2 e l’altra di Livello B2 tratte dalle edizioni Black Cat.

Livello A2 per la Scuola secondaria di primo grado

Livello B2 per la Scuola secondaria di secondo grado

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