Il luogo del mese: La Rochelle di Alexandre Dumas

Il luogo del mese: La Rochelle di Alexandre Dumas

Guidati dalla penna funambolica di Alexandre Dumas, scopriamo l’anima di La Rochelle, la città costiera del sud-ovest della Francia che, nei suoi monumenti e nel territorio su cui sorge, porta i segni della storia monarchica e coloniale della Francia. Una vicenda di gloria e decadenza, di ricchezza e miseria, dove le contraddizioni e le ingiustizie del passato trovano una composizione nel tentativo attuale di recuperare e pacificare la memoria cittadina.

Uno scenario per la letteratura e per la storia

Il nome della città di La Rochelle è noto a tutti i lettori de I tre moschettieri, celebre opera di Alexandre Dumas padre. Il romanzo vanta tutti gli ingredienti fondamentali del feuilleton: trama intricata e ricca di colpi di scena; ambientazione storica ben delineata; eroi positivi coraggiosi, indomabili, disposti a tutto per affermare la giustizia e i grandi valori morali; personaggi negativi feroci e malvagi, determinati a far prevalere i propri interessi personali anche a danno della Francia. I tre moschettieri ha un happy end, che sopraggiunge dopo un’infinità di sorprese e di sventure che colpiscono i buoni, gli immortali D’Artagnan, Athos, Porthos e Aramis, moschettieri agli ordini del re di Francia.

Ma La Rochelle – che era l’ultimo baluardo degli ugonotti nel regno di Francia e il cui grande assedio fa da sfondo alla trama del romanzo – va ricordata non solo per le vicende sospese tra storia e letteratura, quanto per le sue bellezze monumentali e per il territorio così attraente per il visitatore di oggi.

La geografia nel romanzo di Dumas

I tre moschettieri non riserva una particolare attenzione alla geografia: presuppone che il lettore abbia una conoscenza almeno generale della Francia e dell’Europa, e che sappia orientarsi mentalmente sullo scacchiere del continente, per valutare rapidamente le distanze tra le località citate nel testo. Parigi, la Rochelle, l’isola di Ré, la Guascogna, Londra sono centri focali del romanzo.

Non dobbiamo aspettarci quindi una descrizione puntuale dei paesaggi e dei contesti geografici in cui si muovono i protagonisti. Dumas crea esili sfondi, lasciando che la mente del lettore compia un lavoro di completamento.

Il romanzo lascia soltanto intuire l’importanza di La Rochelle, che all’inizio del XVII secolo era la terza città francese per numero di abitanti (ne aveva circa 30.000) e che si era costantemente arricchita grazie ai commerci con le Americhe e alle favorevoli relazioni degli ugonotti francesi con le nazioni protestanti. I tre moschettieri adotta un preciso punto di vista: individua nella città l’unico e più forte centro di rivolta contro il potere centrale considerato legittimo, e giustifica l’intervento di Parigi per stroncare la resistenza ugonotta.

Le mura e l’assedio

La Rochelle, città munita di poderose mura, viene circondata dalle truppe realiste francesi che costruiscono una seconda cinta fortificata per sigillare in una morsa gli assediati. Il cardinale Richelieu, incaricato di condurre le operazioni militari, completa l’accerchiamento bloccando l’accesso via mare alla città. Questo piano strategico viene anticipato, prima ancora che abbia inizio l’assedio, nel capitolo quattordicesimo de I tre moschettieri, in cui il cardinale, ancora a Parigi, studia la strategia d’attacco alla città.

Si mise a esaminare con la massima attenzione la pianta della Rochelle che era distesa sul suo tavolo, tracciando con una matita la linea dove doveva passare la famosa diga che diciotto mesi dopo avrebbe chiuso il porto della città assediata.

Alexandre Dumas, I tre moschettieri, Capitolo XIV
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In questa carta d’epoca si può notare la catena di fortificazioni che le truppe del re di Francia costruirono intorno a La Rochelle, e la diga che Richelieu fece erigere per isolare la città.

Un racconto tra fantasia e realtà

All’inizio del capitolo quarantatreesimo Dumas fornisce informazioni sulla disposizione delle truppe del re, che hanno ormai accerchiato La Rochelle. Qui si mescolano realtà e fantasia: il D’Artagnan storico a cui il romanzo si ispira, nel 1628 era ancora un ragazzo, quindi non partecipò mai all’assedio; eppure Dumas afferma che è di stanza in prima linea alla Pointe des Minimes, appena a sud della bocca del porto.

D’Artagnan e i tre moschettieri nel romanzo compiono un’inverosimile guasconata: per discutere tra di loro al riparo da orecchie indiscrete, decidono di mangiare insieme sul bastione di Saint Gervais, parte del sistema difensivo di La Rochelle, da dove gli ugonotti si sono momentaneamente ritirati. Ma si tratta di un episodio che non ha fondamento né storico né geografico, visto che quel bastione non è mai esistito.

La Rochelle, città dei commerci

Ma lasciamo D’Artagnan e i suoi amici, perché La Rochelle ha ancora molto da raccontarci. La città capitolò il 1° novembre 1628, dopo avere opposto una resistenza eroica, che comportò un’ecatombe tra gli abitanti. I 5000 ugonotti superstiti dovettero emigrare. Tra loro c’era il sindaco Jean Guiton, ricordato oggi da una statua nel centro di La Rochelle. La cinta muraria venne abbattuta, ma furono risparmiate le torri medievali che tuttora adornano il porto vecchio presso le sponde dello stretto canale che conduceva nel cuore della città; qui veniva tesa una catena per impedire l’eventuale ingresso di nemici via mare.

La prosperità economica del centro affacciato sull’Atlantico non subì rallentamenti: La Rochelle si arricchì attraverso i traffici commerciali con il Canada e la Louisiana, almeno fino al 1763, quando la Francia perse le colonie nordamericane.

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Le torri che campeggiano all’entrata del porto di La Rochelle.

La tratta degli schiavi e la ricchezza

La città, inoltre, fin dalla fine del Cinquecento e fino al termine del Settecento fu un attivo centro nel commercio triangolare e perciò nella tratta degli schiavi. Enormi profitti arricchirono gli armatori della Rochelle che allestivano le navi negriere: con l’aiuto di referenti schiavisti in Africa, i francesi rastrellavano prigionieri lungo le coste del golfo di Guinea, poi portavano nelle Antille il carico umano e ottenevano in pagamento dai coloni europei locali dei prodotti esotici di lusso che riportavano a casa.

Molti documenti d’archivio ancora conservati a La Rochelle hanno rivelato l’entità e l’estensione dei traffici. Ci consentono di comprendere che la tratta fu praticata con il contributo di abitanti comuni: impiegati della camera di commercio, imprenditori, notai, che si arricchirono e investirono i loro guadagni per costruire dimore di lusso nel centro della città. Questi palazzi ancora esistono e si possono visitare. Di fatto tutto il centro storico di La Rochelle è formato da edifici sontuosi che dimostrano il benessere della città. La Rue de l’Escale, pavimentata con ciottoli tondi che venivano usati nel Seicento per formare le zavorre delle navi, è tutta formata da graziose abitazioni d’epoca e anche le vie circostanti rivelano palazzi con interni sontuosi.

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Lo sbarco di prodotti provenienti dalle colonie americane nel porto di La Rochelle in un dipinto del Settecento.

Fare i conti con il passato per costruire il futuro

Il ricordo del commercio triangolare, che venne praticato da La Rochelle e altre città della costa atlantica francese come Nantes e Bordeaux, venne sepolto come capitolo vergognoso e imbarazzante della storia cittadina per più di 150 anni. Con la diffusione degli ideali della Rivoluzione francese, lo schiavismo venne via via condannato, escluso e rigettato come pratica degradante e immorale. La Francia però restò una potenza coloniale fino al termine della Seconda guerra mondiale, e solo con la decolonizzazione negli anni Sessanta del Novecento iniziò a fare davvero i conti con un passato gravido di ingiustizie, e con la mentalità eurocentrica che ancora caratterizzava i rapporti con altre culture.

La Rochelle, nel frattempo, aveva perso l’importante ruolo economico del passato, e sembrava avviata verso una progressiva decadenza, aggravata anche da una crisi dell’industria locale. Ma con l’insediamento del sindaco Michel Crépeau, che restò in carica dal 1971 al 1999, La Rochelle fu protagonista di un forte slancio verso la modernità, che si concretizzò in alcune azioni straordinarie: il centro storico venne preservato dalla minaccia di demolizioni, e allo stesso tempo venne creata per la prima volta in Francia una zona pedonale per consentire la fruizione del patrimonio monumentale. Il sindaco potenziò il trasporto pubblico e propose ai cittadini l’uso delle biciclette gialle, a disposizione di tutti; non senza polemiche, si inaugurò un servizio poi adottato in molte altre città d’Europa. Il porto fu riadattato e aperto alle imbarcazioni da diporto per migliorare l’afflusso di turisti.

Una stazione di noleggio di biciclette gialle, una delle iniziative dell’amministrazione del sindaco Michel Crépeau.

L’arrivo in città del treno ad alta velocità (TGV) scongiurò l’isolamento dal resto della Francia. La cultura venne incentivata con molte iniziative e venne fondata l’Università. L’amministrazione comunale inaugurò nel 1982 il Museo del Nuovo Mondo, che raccoglie in modo originale le testimonianze sull’epoca coloniale, senza censurarne gli aspetti più problematici.

Una politica riparativa

La Rochelle non si accontentò di scavare nelle vicende del passato per farne memoria: inaugurò una politica riparativa. I rappresentanti dei popoli africani depredati e ridotti in schiavitù vennero invitati in città e insieme a loro si svolsero delle cerimonie per ricordare i drammi del passato e fondare nuove relazioni basate sul rispetto reciproco. Alcune targhe esposte nel porto di La Rochelle sono testimonianza di questi eventi ufficiali. Ogni anno, il 10 maggio, si svolgono in città delle commemorazioni riguardanti le vittime della tratta, in occasione della giornata nazionale che ricorda l’abolizione della schiavitù.

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Una vista panoramica dall’alto dell’entrata del porto di La Rochelle.

Fare Geo

  • Le imprese coloniali degli Stati europei hanno lasciato dietro di loro una scia di ingiustizie e violenze. Anche l’Italia, nelle sue limitate esperienze di conquiste extraterritoriali, ha qualcosa da farsi perdonare (come il bombardamento con i gas in Etiopia). Raccogliete informazioni sulla vicenda coloniale italiana evidenziando gli episodi di sopraffazione nei confronti degli Stati conquistati, e ricercate i gesti italiani di distensione e riavvicinamento con le ex colonie.
  • Con l’aiuto e la collaborazione del/della docente di francese approfondisci la conoscenza del contesto storico del romanzo I tre moschettieri attraverso una scheda sulla Francia all’inizio del XVII secolo. Puoi scaricare dal link seguente la scheda (Livello B1) tratta da un testo di lettura delle edizioni Black Cat.

Livello B1 per la Scuola secondaria di primo grado

Les-Trois Mousquetaires-Cideb
  • Per leggere il romanzo I tre moschettieri nella versione integrale, scarica il testo gratuitamente.

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