La Geografia deve recuperare la dimensione dell’emozione, portare dentro la vita di classe il desiderio di conoscere, la voglia di esplorare. Spazi futuri, il nuovo corso di Geografia Deascuola per la Scuola secondaria di primo grado, presenta contenuti dedicati all’esplorazione del territorio che hanno lo scopo di educare studentesse e studenti a interpretare e vivere l’ambiente che li circonda, stimolando un’interpretazione autonoma del paesaggio e dei fenomeni socio-economici connessi.
L’entusiasmante percorso didattico della geografia
Gli obiettivi specifici di apprendimento per la disciplina geografica enunciati dalle Indicazioni Nazionali delineano uno scenario entusiasmante per chi ha la determinazione e l’energia di sperimentare metodi e percorsi didattici in grado di dar corpo alle istanze là promosse.
La possibilità di coinvolgere ragazze e ragazzi in momenti di studio e di confronto sulle qualità “di cerniera” della geografia, toccando allo stesso tempo le grandi questioni comuni e le particolari curiosità che emergono dalle esplorazioni personali, è stata e continua a essere un deposito inesauribile di stimoli e di sfide per il mio percorso di docente e di divulgatore.
L’esplorazione come approccio didattico
Le Indicazioni forniscono un suggerimento sui primi passi che non deve essere ignorato, anche se richiede una certa dose di “coraggio” e di fantasia:
«Il primo incontro con la disciplina avviene attraverso un approccio attivo all’ambiente circostante, attraverso un’esplorazione diretta; in questa fase la geografia opera insieme alle scienze motorie, per consolidare il rapporto del corpo con lo spazio. Costruendo le proprie geografie, anche attraverso le testimonianze di adulti come referenti culturali, gli allievi possono avvicinarsi alla dimensione sistematica della disciplina».
Negli anni, il tentativo di far vivere nella didattica questo approccio ha prodotto una serie di esplorazioni, quasi sempre co-progettate con studenti e studentesse. Adesso ho provato a tradurre dentro Spazi Futuri i risultati del lavoro attraverso una serie di pagine dedicate alle competenze e arricchite da alcuni video che possono essere visti in classe oppure usati come materiali per classi capovolte o per apprendimenti cooperativi.
Il corso Spazi futuri: educare al rapporto con il territorio
La rubrica ha il titolo di «Esplora il territorio italiano» e si prefigge di articolare tra loro diversi obiettivi, che dall’orientamento e dai linguaggi della geo-graficità arrivano a stimolare una lettura autonoma del paesaggio e un’interpretazione del proprio rapporto, anche emotivo, con un particolare sistema territoriale.
Lo sforzo che guida questa proposta è sottrarre la disciplina geografica a una riduzione classificatoria e mnemonica per aprire piste in cui sperimentare l’emozione di essere parte di un «progetto di futuro», ossia un progetto di educazione al territorio, di cittadinanza attiva e di interazione consapevole con l’ambiente e con il patrimonio culturale.
In questo approccio sono state preziose le parole che la geografa Serenella Iovino in un’intervista ha dedicato al suo libro Paesaggio civile:
«Il paesaggio è un testo: il racconto materiale di come gli esseri umani hanno trasformato, nella storia, l’ambiente in cui vivono. Per trasformare quest’ambiente, le generazioni hanno dovuto conoscerlo, seguirne le dinamiche, compiere scelte. Hanno dovuto imparare a interpretarlo, trovando il modo migliore di integrare la loro vita nella sua: i paesaggi sono il disegno di una comunità che si pensa nel tempo. Sono un progetto civile di futuro, non un accaparramento disordinato e individualistico del territorio».
La rubrica «Esplora il territorio italiano»
«Esplora il territorio italiano» è una rubrica presente in tutti i Percorsi in cui si articola il primo volume di Spazi Futuri. È pensata per valorizzare la definizione di paesaggio esplicitata dalla Convenzione Europea sul Paesaggio: «Il paesaggio designa una determinata parte del territorio, così come è percepito dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni».
La Convenzione, infatti, introducendo la «percezione», ci aiuta a riconoscere quattro livelli di lettura del paesaggio:
- una lettura denotativa, che individua gli elementi naturali e antropici;
- una lettura interpretativa, che indaga i processi da cui originano i singoli elementi;
- una lettura temporale, che ricostruisce i nessi diacronici, sincronici e progettuali;
- una lettura connotativa, che approfondisce le emozioni e le esperienze dei singoli e delle collettività.
Ogni Percorso di Spazi futuri si articola, dunque, attorno a questa ricchezza ermeneutica, connettendo conoscenze di base, lezioni argomentative, pagine dedicate alle geografie personali, didattiche operative e laboratoriali.
«Esplora il territorio italiano» fa parte di questa impostazione e si prefigge di offrire gli strumenti per non avere timore di andare sul territorio e acquisire uno sguardo autonomo e curioso. Condivide gli obiettivi con innovative pagine di attività didattica chiamate «Impara a leggere il paesaggio», che aiutano a osservare autonomamente i diversi aspetti dei paesaggi spiegati nelle Lezioni attraverso l’osservazione di fotografie e illustrazioni realizzate a questo scopo.
Un esempio: escursione sulle Alpi Apuane
Nell’esempio che qui proponiamo, contenuto nel Percorso 5 dedicato alla montagna, la narrazione parte da una domanda sorta durante un’esplorazione di fronte all’emergere di “segni” presenti nel paesaggio che suscitavano stupore e necessitavano di ricerche per essere decifrati.
Seguire questi fili ci ha permesso di viaggiare dalle Alpi Apuane al Giardino di Boboli a Firenze e di indagare i tempi diversi, eppur connessi, della storia dell’essere umano e della storia della natura.
L’esplorazione ci ha portato a poter trattare la realtà delle “aree interne” che compongono ormai oltre un terzo del territorio italiano e a portare alla discussione alcune dimensioni fondamentali ed estremamente attuali del rapporto con il selvatico, in un’epoca in cui le trasformazioni demografiche ed economiche concentrano la popolazione in porzioni sempre più ridotte di territorio e il bosco è tornato a crescere impetuosamente attorno a noi.
L’evoluzione del paesaggio attorno al Monte Procinto
Il monte Procinto (1.177 m) è un caratteristico rilievo montuoso nelle Alpi Apuane, le cui pareti verticali svettano tra le altre cime. Confrontando una sua immagine di fine Ottocento con una attuale, salta agli occhi una grande differenza paesaggistica: ai piedi della montagna, nel XIX secolo, l’attività umana aveva ricavato numerosi terrazzamenti su cui praticare l’agricoltura; oggi invece il bosco si espande in ogni direzione perché lo spopolamento delle montagne ha fatto scomparire gran parte dei segni storici della presenza umana, come i pascoli e i campi agricoli.
Lo scenario è radicalmente mutato, la natura ha ripreso possesso di un territorio che l’essere umano aveva abitato e trasformato con il suo intervento. Oggi, però, camminando per queste montagne, un escursionista attento sa ancora riconoscere le tracce della presenza umana che emergono tra gli elementi naturali del paesaggio.
Spazi futuri
Spazi futuri affronta con chiarezza e competenza le impetuose trasformazioni e le tendenze degli ultimi anni: la crisi ambientale, i conflitti, i cambiamenti demografici e l’aumento dei flussi migratori, lo sviluppo tecnologico, la rivoluzione nei rapporti di genere.
Stimola l’interpretazione autonoma dei paesaggi e dei fenomeni connessi, e propone le “geografie personali” per sviluppare le competenze di cittadinanza.