In questi ultimi anni in tutto l’emisfero boreale la neve è caduta sempre più abbondante e la causa sembra dovuta al progressivo riscaldamento dell’Artico (ANSA 13 gennaio, 28 febbraio).
Questo il riusultato di uno studio congiunto di Stati Uniti e Cina pubblicato sulla sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti.
Le calde estati della regione artica hanno provocato un assottigliamento della calotta polare e aumento dell’umidità dell’aria con conseguenti abbondanti nevicate alle alte latitudini in tutti i continenti e in particolare del Nord Europa.
Il manto nevoso a sua volta ha influito sull’Oscillazione Artica, la caratteristica variazione della pressione atmosferica nella regione polare che alterna periodi di massima e di minima (Centro Meteo Italiano).
Il valore medio dell’Oscillzione Artica nel 2010 è passato da un valore positivo (con bassa pressione al Polo) a uno negativo (bassa pressione al Polo).
Dal 1987 prevaleva la fase positiva con bassa pressione al Polo che teneva l’aria fredda alle alte latitudini e in quel periodo gli inverni sono stati generalmente miti nel Nordamerica, nell’Europa settentrionale e nell’Asia settentrionale.
Con l’arrivo della fase negativa i venti che dal Canada attraversando l’Atlantico raggiungevano l’Europa si sono attenuati e l’alta pressione nell’Artico ha spinto l’aria fredda e le tempeste di neve più a sud.
Quest’anno si è raggiunto un minimo record e i venti polari si sono spinti ancora più sud: ai primi di marzo la neve è scesa anche a Gerusalemme (Il Corriere della sera con foto, Youtube).
Fare Geo
Osserva il grafico relativo all’oscillazione artica fino al 2009 (la linea nera corrisponde all’andamento medio).
● Prima del 1972 l’oscillazione artica era positiva o negativa? In quel periodo gli inverni sono stati miti?
● In quali anni l’oscillazione artica ha cambiato segno?
● I freddi inverni del 1956 e del 1985 sono caduti in un periodo in cui l’oscillazione artica era positiva o negativa?