Torniamo sulla pioggia di meteoriti caduta in russia venerdì scorso pubblicando il contributo di Piero Bianucci, giornalista scientifico, utile a capire meglio questo fenomeno così sorprendente. Buona lettura!
Il 15 febbraio 2013 era atteso il transito molto ravvicinato, a 27 700 km dalla Terra di un piccolo asteroide, “2012 DA14”. Come previsto, il transito di questo pianetino dal diametro di 50 metri si è regolarmente verificato senza alcuna conseguenza. Ma 16 ore prima, alle 04h20m (ora italiana) un bolide è esploso nel cielo della Russia tra gli Urali e il Kazakistan causando più di mille feriti (tre gravi) e il crollo di alcuni edifici.
Bolidi e meteoriti
Il fenomeno dei bolidi (una luce poco più che puntiforme ma molto intensa che attraversa il cielo in pochi secondi) è generato da oggetti cosmici con dimensioni da 1 a qualche decina di metri che la Terra attrae a sé. Lo spazio ne è disseminato, viaggiano a 8-10 chilometri al secondo. L’attrito con l’atmosfera, a 80 chilometri di quota, li arroventa. Se sono piccoli e poco densi, aggregati di sassi e ghiaia, esplodono e si disintegrano. Se sono più grandi e densi, magari con parti metalliche, i frammenti arrivano al suolo, e abbiamo le meteoriti. Se l’esplosione avviene nella bassa atmosfera, l’onda d’urto, cioè lo spostamento d’aria, investe il terreno come una frustata di vento rovente.
Un fenomeno “normale”
Il bolide del 15 febbraio 2013, luminoso quanto cento lune piene, è esploso più volte, l’ultima a bassa quota, con un bagliore accecante. I feriti li ha fatti l’onda d’urto mandando in schegge i vetri delle finestre. L’energia è stimabile in migliaia di tonnellate di tritolo.
Eccezionale non è stato il fenomeno astronomico. Un bolide così arriva in media una volta al mese. Eccezionale è che questo bolide sia esploso nel cielo di una zona abitata sotto gli occhi di migliaia di persone. Non era mai successo in epoca storica.
Il precedente più simile è quello di Tunguska del 1908, ma ad assistere c’erano solo due o tre pastori con le loro mandrie. Uno morì di spavento.
La statistica dice che ogni anno sulla Terra precipita un piccolo asteroide, o se volete un super-meteorite, in grado di liberare un’energia pari alla bomba che distrusse Hiroshima (15 kiloton). Una volta al mese cade un bolide da 1 kiloton, e una volta al secolo l’impatto è tale da devastare un’area vasta come accadde a Tunguska. Di solito gli impatti passano inosservati perché i tre quarti della superficie terrestre sono coperti da oceani e le zone molto popolate sono relativamente piccole.
Attenti all’asteroide!
Eccezionale è anche il fatto che ci siano stati danni a cose e persone. Nell’ultimo secolo si ha memoria di un ferito da meteorite in Alabama, un ragazzino fu colpito da un piccolo meteorite in Africa, un’auto fu danneggiata a Peekskill (Usa) l’8 ottobre 1992. L’astronomo americano Tom Geherels ha stimato il rischio. Negli Stati Uniti c’è una probabilità su 300 di morire per omicidio, una su mille per incidente d’auto, una su 2000 per arma da fuoco, una su 5000 per un incidente elettrico e una su 6000 per l’impatto di un asteroide. Stranamente è assai più che per un incidente aereo (1/20 000), per fuochi artificiali (1/100 000) o per intossicazione da botulino (1/200 000). Il paradosso dipende dal fatto che l’impatto di un grosso asteroide è molto raro (1 ogni 20-30 milioni di anni) ma in quel caso le vittime umane si conterebbero a miliardi.
Una ricerca internazionale ha schedato gli oggetti che minacciano la Terra fino a 1 km di diametro e ora si sta facendo l’anagrafe di quelli fino a 500 metri. Di asteroidi come quello transitato senza problemi la sera del 15 febbraio ce ne sono 500 mila. Ma non si potrà mai prevedere l’impatto di oggetti di pochi metri. Ogni anno la Terra spazza 200 mila tonnellate di materiale cosmico. In gran parte sono polveri finissime. Lo 0,02 per cento del flusso è costituito da frammenti di massa superiore a 100 grammi, un migliaio all’anno sono le meteoriti che raggiungono i 10 kg.
L’origine spaziale
L’origine spaziale delle piogge di pietre fu a lungo controversa, poi Jean-Baptiste Biot dimostrò che i sassi abbattutisi nel 1803 sulla cittadina francese di Le Aigle arrivavano dallo spazio. A volte si tratta di sciami. Il più noto è lo sciame di bolidi che 9 febbraio 1913 sorvolò il Canada.
Fare geo
Vai su google earth e localizza il luogo dell’impatto del bolide di venerdì scorso e quello del bolide del 1908. Quanto distano l’uno dall’altro all’incirca? Identifica longitudine e latitudine delle due località.