Informarsi, fare attenzione al mondo che ci circonda e… porsi le domande giuste. È questo l’atteggiamento corretto per affrontare i cambiamenti ambientali e climatici che le nostre generazioni stanno vivendo. In particolare sono i giovani, che assistono direttamente o indirettamente a manifestazioni anomale ed estreme del clima, a essere chiamati a elaborare queste esperienze, a porsi domande e pensare a nuove soluzioni. Come possiamo formarli sull’argomento in modo corretto, graduale ed esaustivo? Proviamo a immaginare di rispondere ad alcune loro domande.
Generazione Green, il nuovo corso De Agostini di Geografia di Lorenzo Giudici per la secondaria di primo grado, permette ai ragazzi di informarsi e formarsi su questi temi di grande attualità, imparando a documentarsi e osservare la realtà e i suoi fenomeni più significativi, e a conoscere il pianeta per proteggerlo.
Il cambiamento climatico è pericoloso?
Per comprendere la portata del riscaldamento globale, fate osservare ai ragazzi l’evoluzione nel tempo dell’estensione dei ghiacci del Polo Nord.
Normalmente le acque del Mar Glaciale Artico, a causa delle temperature basse, si congelano formando una massa di ghiaccio perenne nell’area del Polo Nord. Questa superficie ghiacciata ha la massima estensione d’inverno, mentre in estate si ritrae per effetto delle temperature stagionali.
Confrontando le immagini satellitari scattate alcuni decenni fa con quelle attualli, è evidente l’enorme riduzione della copertura glaciale del Polo. Il restringimento dei ghiacci polari ha superato la soglia del 50% e alcuni scienziati della NASA, che osservano il fenomeno con attenzione, sostengono che «è molto probabile che il ghiaccio marino dell’Artico in estate scomparirà completamente entro questo secolo».
Un fenomeno ambientale come questo ha delle ripercussioni molto significative sul resto del pianeta. Per esempio, uno scioglimento dei ghiacci di queste proporzioni provoca l’innalzamento del livello degli oceani, con conseguenze pericolose per le popolazioni che vivono sulle coste. Un altro effetto collaterale è lo scioglimento del permafrost che gli scienziati collegano all’aumento dei gas serra nell’atmosfera.
Ogni anomalia climatica è quindi molto pericolosa e ha potenziali ripercussioni sulla vita nel resto del pianeta. Ecco perché il cambiamento climatico è una questione collettiva, di ogni cittadino e di tutta l’umanità.
L’Italia è al sicuro?
Attraverso i media, capita di apprendere notizie su disastri ambientali in remote parti del pianeta. Attenzione, però: non si tratta di qualcosa di astratto e lontano da noi. Anche in Italia negli ultimi anni si sono registrati eventi naturali di crescente intensità e frequenza, che molti scienziati mettono in relazione con i cambiamenti climatici.
Tra gli altri, esiste un fenomeno, detto “tropicalizzazione del clima“, che causa fenomeni estremi e opposti, come periodi di siccità e violenti nubifragi. Ecco alcuni esempi: le alte temperature colpiscono la Sicilia, dove è in atto un processo di progressiva desertificazione. A Nord, il fiume Po combatte ormai costantemente con l’abbassamento del livello delle acque. Gli Appennini conoscono regolarmente incendi devastanti, mentre nelle zone alpine si verificano sempre più spesso tempeste di pioggia e vento.
Per dare un’idea del momento storico che stiamo attraversando da un punto di vista climatico, basta pensare che in Italia il mese di ottobre 2019 è stato il secondo più caldo degli ultimi due secoli. Il riscaldamento globale interessa quindi anche il nostro territorio.
Che cosa possiamo fare per combattere il cambiamento climatico?
Se i governi e le grandi aziende sono chiamate a dare un contributo decisivo alla battaglia contro il cambiamento climatico, i ragazzi devono comprendere che anche il comportamento del singolo cittadino può contribuire al bene comune. Infatti, con atteggiamento responsabile e senso civico, ognuno di noi può orientare le azioni quotidiane verso la sostenibilità del pianeta.
- in città muoversi in bicicletta e a piedi, evitando di farsi accompagnare sempre in auto, per ridurre le emissioni legate ai mezzi di trasporto;
- in casa utilizzare acqua calda e condizionatore solo quando sono realmente necessario, per risparmiare energia e limitare le emissioni inquinanti;
- applicare il principio delle 3 erre: ridurre, riusare, riciclare, per diminuire i consumi e la conseguente produzione di rifiuti;
- adottare uno stile alimentare sostenibile: mangiare frutta e verdura di stagione, per ridurre le coltivazioni non sostenibili; acquistare cibo locale, per ridurre le emissioni dovute al trasporto dei prodotti; ridurre il consumo di carne, per limitare l’inquinamento dell’atmosfera provocato dagli allevamenti intensivi.
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