La “nebbia in Valpadana”, simbolo dei rigidi e tristi inverni del Nord industriale del dopoguerra e diventata anche titolo di una serie televisiva dei comici Cochi e Renato (Youtube la canzone), sta diventando solo un ricordo. Lo ha rilevato lo studio condotto dall’Istituto di scienza dell’atmosfera e del clima del consiglio nazionale delle ricerche (ISAC-Cnr) di Bologna, pubblicato sulla rivista internazionale Atmospheric Environment (CNR).
La conformazione della Pianura Padana, chiusa su tre lati dalle montagne, ostacola i venti e favorisce l’aumento dell’umidità provocando la formazione delle nebbie. Dai risultati della ricerca è però emerso che nell’ultimo quarto di secolo la nebbia è diminuita notevolmente. I giorni nebbiosi si sono dimezzati e le goccioline d’acqua sospese nell’aria sono molto meno inquinate di un tempo.
E’ quanto dice Sandro Fuzzi, ricercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr, responsabile della ricerca: “La notizia buona è che negli ultimi decenni anche la concentrazione di inquinanti nelle goccioline di nebbia si è parallelamente ridotta, di circa l’80%, riflettendo una riduzione delle emissioni dei principali inquinanti: anidride solforosa, ossidi di azoto, ammoniaca, rispettivamente del 90%, 44% e 31%, e soprattutto sono diminuite le emissioni acidificanti portando l’acidità della nebbia in condizioni prossime alla neutralità.”
Le goccioline di nebbia raccolgono e concentrano le sostanze dannose presenti nell’aria mantenendole a livello del suolo e depositandole sulla vegetazione. La diminuzione di queste sostanze mette in evidenza il miglioramento del livello di inquinamento della Pianura Padana, ritenuto fino ad ora oltre il limite di guardia (nell’immagine la situazione nel 2004, dal sito dell’ESA).
Il calo della nebbia, che riduce la visibilità, ha un effetto positivo sui trasporti, ma ne riceveranno beneficio soprattutto la nostra salute e anche quella degli alberi e dei monumenti storici, prima danneggiati dall’acidità.
La notizia ha però anche risvolti negativi: sebbene non siano “acide”, le nebbie attuali contengono particelle di carbone, prodotte dai processi di combustione (riscaldamento domestico, traffico, rifiuti agricoli…), che possono causare affezioni respiratorie e cardiovascolari e, raramente, tumori.
Quale la causa?
Sebbene le particelle solide presenti nell’aria favoriscano la condensazione delle goccioline d’acqua, la diminuzione della nebbia, non è dovuta al calo delle sostanze inquinanti. Il fenomeno, infatti, è stato osservato in altre aree della Terra, ad esempio nelle vallate della California dove si è registrata una riduzione delle nebbie del 40-45%. La causa sembra sia dovuta al riscaldamento globale.
Che cosa è la nebbia?
La nebbia è un’idrometeora (cioè un fenomeno dovuto alla condensazione dell’umidità atmosferica, come nubi, pioggia e neve). Si forma quando l’umidità condensa a livello del suolo: si può quindi considerarla una nube adagiata sul terreno. Può essere formata da goccioline d’acqua che rimangono in sospensione nell’aria, ma, quando la temperatura scende molto sotto lo zero, possono formarsi aghetti di ghiaccio.
Le goccioline, colpite dalla luce solare, la diffondono creando un effetto biancastro che limita la visibilità (come nelle nubi) causando problemi al traffico stradale e il blocco dei voli aerei.
La formazione può avvenire per irraggiamento, quando il suolo irradia calore nell’atmosfera e si raffredda: gli strati bassi dell’aria diventano più freddi di quelli soprastanti (inversione termica) e l’umidità condensa. E’ la tipica nebbia serale e mattutina che svanisce di giorno quando il Sole riscalda il terreno. Ma si forma anche quando masse d’aria calda e umida giungono su un terreno freddo o quando aria fredda passa sopra uno specchio d’acqua.
Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, il termine “nebbia” indica una condensazione che limita la visibilità a meno di mille metri. Quando la visibilità si riduce a pochi metri (o a poche decine di centimetri) la guida diventa pericolosa e il pericolo aumenta in caso di banchi piccoli e fitti in cui si entra all’improvviso. Se la visibilità è superiore al chilometro, si parla di foschia.
Fare Geo
• Osserva le condizioni del tempo relative alla Pianura Padana durante il prossimo mese e annota i giorni in cui è segnalata la presenza di nebbia.
• Osserva la foto satellitare del 10 dicembre 2007 tratta dal Centro Meteo Lombardo, confrontala con una carte dell’Italia e individua alcune città interessate dal fenomeno. Individua qual è la nebbia e quali sono le nubi. Quali regione sono coperte dalla nebbia?