Tutte le case che verranno costruite in California a partire dal 2020 saranno dotate di pannelli solari. È quanto ha deciso di recente la California Energy Commission all’interno di un piano più ampio che prevede che, entro il 2030, il 50% dell’energia del grande Stato americano provenga da fonti rinnovabili. La California, infatti, è in prima linea nelle politiche energetiche e ecologiche, volte a ridurre l’inquinamento e a combattere il riscaldamento globale con interventi relativi ai trasporti, all’organizzazione dello spazio urbano e agli allevamenti intensivi.
La legge sui pannelli solari, in particolare, non era mai stata adottata in America e contribuirà in modo significativo alla lotta contro l’effetto serra: si prevede che in California, in tre anni, saranno prodotte 700 000 tonnellate in meno di gas serra, che corrispondono alle emissioni di 115 000 automobili.
Questa tecnologia, dimezzando i consumi di energia nelle nuove abitazioni, garantirà un risparmio in bolletta di 633 dollari all’anno. In questo modo, in circa quindici anni verrà ripagato il costo dei pannelli solari – pari a quasi 10 000 dollari – che va ad aggiungersi a quello già molto alto delle abitazioni in California.
Uno dei meriti del provvedimento è quello di trasformare l’energia solare da mercato di nicchia, riservato ai più abbienti tra gli individui sensibili ai problemi ambientali, a mercato di massa.
Le iniziative della California entrano in contrasto con le decisioni di Trump di prediligere l’energia fossile rispetto a quella rinnovabile: basti pensare ai dazi che ha imposto sui pannelli solari importati dalla Cina, che hanno fatto aumentare il costo delle installazioni. Eppure il Golden State, anche per le dimensioni del suo territorio, rappresenta un riferimento per altri Stati americani, che potrebbero imitarne le politiche.