Ponti di pace - Europa centro-orientale

Ponti di pace - Europa centro-orientale

Siamo alla conclusione del nostro giro a tappe per tutti i Paesi d’Europa, esclusa l’Italia, alla scoperta di un ponte per ogni Stato. In questa ultima puntata esploreremo importanti aspetti materiali e simbolici delle infrastrutture dell’area centro-orientale.
La costruzione di un ponte è sempre una scommessa, non solo per le difficoltà tecniche e logistiche da superare, ma anche per le nuove possibilità che il superamento di un ostacolo fisico può riservare all’umanità. Sicuramente un nuovo ponte può garantire nuove opportunità economiche, e facilitare i trasferimenti di persone e di merci. Ma lo sforzo costruttivo e gli investimenti a volte colossali rivelano anche altro, perché si possono costruire ponti tra culture diverse, tra popolazioni che professano fedi, lingue e costumi differenti. In qualche modo, i ponti sono sempre ponti di pace, e se ancora la pace non c’è, un ponte può contribuire a crearla e a consolidarla.

Ungheria – Ponte delle catene

Budapest

Nel 1839 l’ingegnere inglese William Tierney Clark fu incaricato di costruire il primo ponte stradale per collegare le città di Buda e di Pest, poste sulla due sponde del Danubio a formare la capitale dell’Ungheria. Clark era un pioniere nella costruzione di ponti, canali e gallerie: nel 1827 aveva portato a termine con successo la costruzione del primo ponte sospeso sul Tamigi a Londra. 

Con l’inizio dell’Ottocento diversi ingegneri in Inghilterra, Francia e Italia avevano portato a maturazione la tecnologia dei ponti sospesi, con cui il piano stradale è appeso a funi o catene verticali a loro volta saldate a cavi principali sostenuti da torri o pile. 

A Budapest Clark si impegnò in un’opera di dimensioni colossali per l’epoca: la lunghezza era di 375 metri e la larghezza di 12; il ponte venne inaugurato nel 1849. I piloni, in stile neoclassico, sono decorati con sculture di leoni. Il ponte, distrutto durante la Seconda guerra mondiale, è stato poi ricostruito secondo il progetto originale ed è uno dei monumenti più noti e visitati di Budapest. 

Ungheria-Ponte-delle-catene-Budapest

Romania – Ponte sul Danubio

Brăila

Il 6 luglio 2023 è stato inaugurato sul Danubio, presso la città romena di Brăila, un colossale ponte sospeso in acciaio e calcestruzzo. Ha una lunghezza complessiva di oltre 2 chilometri e una luce massima di 1120 metri e per queste sue dimensioni è il secondo ponte sospeso dell’Unione Europea. Alla costruzione hanno collaborato un’azienda italiana e una giapponese.

L’opera è stata concepita e realizzata per facilitare i collegamenti stradali con la zona del delta del fiume, caratterizzata da una situazione attuale di arretratezza economica, ma che si candida a un forte sviluppo grazie alle sue risorse.

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Cechia – Sky Bridge 721

Dolní Morava

Il ponte sospeso pedonale più lungo del mondo si trova a Dolní Morava, un piccolo villaggio turistico tra i monti della Cechia vicino al confine con la Polonia. La passerella, denominata Sky Bridge 721 per la lunghezza di ben 721 metri, è una stretta passerella aerea in acciaio che si estende su una vallata montuosa presso un centro turistico (resort). Qui sono stati costruiti impianti a fune per la pratica dello sci e dove già si trova un percorso panoramico molto suggestivo, il Sentiero tra le nuvole. 

Lo Sky Bridge 721 è stato inaugurato nel 2022 e con la sua leggera struttura aerea attira turisti in cerca di forti emozioni in un’area caratterizzata da un patrimonio boschivo d’eccezione. Alcuni cartelli esplicativi guidano i giovani ad apprezzare la natura del luogo durante l’attraversamento della passerella.

Cechia-Sky-Bridge-721

Slovacchia – Novy Most

Bratislava 

Il Ponte nuovo (Novy Most) fu realizzato a Bratislava nel 1972 per consentire l’attraversamento del Danubio al traffico veicolare in continua crescita, ed è rappresentativo dello slancio verso la modernizzazione compiuto dal governo comunista che a quel tempo dominava il Paese.

Per lasciare spazio alla struttura, furono demoliti il quartiere ebraico e la sinagoga della città e venne anche interessata l’area della cattedrale cattolica. Il ponte rimane ancora oggi il simbolo di un’era improntata alla grande fiducia nella tecnica e nello sviluppo industriale. Venne ufficialmente dedicato alla rivolta che nel 1944 portò alla liberazione di Bratislava.

Il Novy Most è un ponte strallato asimmetrico, con un solo pilone inclinato alto ben 95 metri da cui si dipartono i cavi d’acciaio che sostengono il piano stradale. Il ponte ha una struttura in acciaio di oltre 7.500 tonnellate; è lungo 430 metri e largo 21. Due passaggi laterali consentono il transito dei pedoni e delle biciclette. La torre incorpora un ristorante panoramico da cui si gode una vista spettacolare sulla città vecchia e il vicino castello, che sorge in cima a un colle sulla riva sinistra del Danubio. 

Slovacchia-Novy-Most-Bratislava

Polonia – Ponte pedonale Bernatek

Cracovia

La passerella pedonale Bernatek attraversa la Vistola a Cracovia e dopo la sua costruzione nel 2010 è diventata una delle attrazioni turistiche più frequentate della città. Questo ponte ha una struttura metallica: è lungo 145 metri ed è dedicato a padre Laetus Bernatek, fondatore della confraternita degli ospedalieri di Cracovia.

È situato in una posizione strategica, nei pressi della collina del castello, e consente ai pedoni di raggiungere il quartiere operaio di Podgórze, trasformato dai nazisti in ghetto tra il 1941 e il 1943. Qui un’installazione artistica ricorda lo sterminio della numerosa comunità ebraica cittadina. Il ponte, illuminato da lampade led nelle ore serali, è decorato da divertenti sculture metalliche di Jerzy Kędziora: rappresentano equilibristi, appesi a funi proprio vicino a dove passano i pedoni.

Lettonia – Ponte ferroviario

Riga

Rail Baltica è l’infrastruttura ferroviaria europea in corso di realizzazione che collegherà entro il 2030 i Paesi baltici con la Polonia e il resto dell’Europa mediante treni ad alta velocità con scartamento standard. Il progetto, in gran parte finanziato dall’Unione Europea, ha un significato strategico e simbolico. Riporterà l’area baltica in Europa e darà una nuova connessione più moderna a Paesi che hanno una posizione periferica rispetto al cuore del continente e che ancora dispongono di una rete ferroviaria costruita secondo lo scartamento russo.

© RB Rail AS, Wikimedia Commons

Con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, si sono raffreddati i rapporti commerciali est-ovest e i Paesi Baltici cercano di sviluppare maggiormente le relazioni con i Paesi comunitari. Una rapida conclusione del progetto diventa quindi essenziale e urgente. In Lettonia verranno realizzati ben 200 ponti per completare il progetto. Uno è già in costruzione nella capitale Riga, sul fiume Daugava, accanto all’unico ponte ferroviario esistente, che risale al 1947 e che venne eretto dopo la distruzione di un’infrastruttura precedente durante la Seconda guerra mondiale.

Lettonia-Riga-Ponte-ferroviario

Lituania – Ponte girevole in metallo

Klaipeda

Klaipeda è una città portuale della Lituania e sorge vicino alla foce del fiume Nemunas. Fondata nel Medioevo, fu un attivo centro della Lega anseatica, e per molto tempo rientrò nell’orbita politica della Prussia. I tedeschi fondarono il suo castello, più volte ricostruito e rinforzato per resistere agli attacchi di altre potenze del Baltico, come Svezia, Danimarca e Russia. Il centro della città ha un’architettura simile a quella di altre città tedesche come Lubecca, e ha conservato diversi monumenti antichi.

Il ponte girevole è una piccola passerella in metallo che consente di oltrepassare il canale che conduce le piccole barche da diporto nel grande fossato del castello. È un piccolo gioiello in ferro del 1855, molto apprezzato dai visitatori del centro cittadino, particolarmente frequentato durante i giorni festivi. Date le modeste dimensioni, il ponte viene girato manualmente, senza l’uso di motori e servomeccanismi.  

Lituania-Ponte-girevole-in-metallo-Klaipeda

Estonia – Ponte a Narva

Narva

Narva è la terza città dell’Estonia per popolazione (53.000 abitanti circa nel 2023) ed è posta sulla sponda occidentale del fiume che porta il suo stesso nome, al confine con la Federazione Russa. Secondo una recente indagine statistica, meno della metà degli abitanti di Narva ha nazionalità estone, e circa il 36% dei residenti ha nazionalità russa. Questa situazione è l’esito delle politiche di russificazione che dalla metà del Novecento interessarono i Paesi Baltici. L’Unione Sovietica, dopo avere assorbito le tre piccole repubbliche nel 1940 a seguito del patto Molotov-Ribbentrop, vi trasferì popolazione e contingenti militari. Soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale venne favorita la crescita anche numerica della componente russa nei tre Paesi Baltici.

Ancora oggi, a più di trent’anni dalla conquista dell’indipendenza (1991), la popolazione dell’Estonia comprende una forte minoranza russa, che non viene integrata attivamente nel tessuto della società del Paese. Nonostante le divergenze politiche e la progressiva divaricazione in campo strategico-militare (l’Estonia è parte della NATO), fino all’invasione dell’Ucraina i rapporti con la Federazione Russa non si erano mai interrotti.

Oggi invece le relazioni sono sospese e il ponte che collega Narva con la vicina città di Ivangorod non è più percorso da persone e merci in un clima sufficientemente disteso. Così il ponte è uno dei luoghi più muniti e sorvegliati sul confine; si è parlato addirittura di un Narva scenario, di un’area calda in cui potrebbe esplodere un conflitto tra Russia e NATO: una prospettiva che ci si augura non possa mai accadere. 

Estonia-Ponte-a-Narva

Finlandia – Il ponte di Raippaluoto

Raippaluoto

Fino all’Ottocento la rete stradale finlandese era assai ridotta, precaria e comprendeva infrastrutture di scarsa importanza. Le strade migliori si diramavano per brevi tratti dalla capitale, mentre altrove i collegamenti via terra erano spesso molto difficili. La Finlandia era allora una zona periferica e poco sviluppata dell’Impero Russo, che non ignorava la sua importanza strategica nell’area nordica, ma non impegnava le risorse necessarie per dotare il Paese di vie di comunicazione moderne. Nel Novecento la Finlandia ha conosciuto una crescita costante della rete stradale, anche se il rigore dei mesi invernali ha intralciato molto la loro realizzazione.

Presso le coste finlandesi del Golfo di Botnia si trova l’isola di Raippaluoto, che dal 1997 è collegata alla terraferma dal più lungo ponte del Paese, con un’estensione di poco superiore a un chilometro. È un ponte strallato in calcestruzzo armato, con due grandi piloni di sostegno alti 85 metri. La campata maggiore si trova a 26 metri di altezza per consentire il passaggio di battelli di dimensioni considerevoli.

Finlandia-Ponte-di-Raippaluoto

Moldavia – Ponte Eiffel sul fiume Prut

Ungheni

La Bessarabia è la regione storica compresa tra il fiume Prut (affluente del Danubio) a est e il fiume Dnestr a ovest. È un territorio oggi suddiviso tra Ucraina e Moldova e nell’età moderna fu conteso fra tre grandi potenze regionali: Impero zarista, Impero d’Austria e Impero ottomano. Nel 1812 entrò a far parte dell’Impero zarista che se ne serviva come testa di ponte per un’espansione verso l’area danubiana e balcanica. Ancora oggi, dopo le due guerre mondiali e il periodo della Guerra fredda, la zona della Bessarabia è un focolaio di tensioni geopolitiche a causa delle ambizioni della Russia, che vorrebbe impadronirsi di quest’area, ignorando il diritto all’indipendenza dei popoli locali. 

Nel 1869 un’alluvione aveva travolto il ponte in legno che assicurava l’attraversamento ferroviario del fiume Prut. Così la gestione delle ferrovia della Bessarabia chiese all’ingegnere russo Nikolai Beleliubski di occuparsi della costruzione di un nuovo ponte ferroviario secondo le tecnologie più moderne, quelle sviluppate da Gustave Eiffel, e basate sulla struttura reticolare a traliccio. Il ponte, che fu inaugurato nel 1877 e si trova al confine tra Romania e Moldova, fu al centro di operazioni belliche nella Seconda guerra mondiale, ma nel 1990, con la caduta dell’URSS, e poi nel 2015, fu anche testimone di una iniziativa di pace, il Ponte dei fiori: migliaia di rumeni, provenienti da Romania e Moldova, vi accorsero per riabbracciarsi dopo anni di separazione, potendo attraversare il confine senza documenti.

© Andrei Anghelov, Wikimedia Commons

Russia – Ponte della Regina Luisa

Sovetsk

In questa nostra carrellata ci soffermiamo come in altri casi su un ponte di confine, posto sul fiume Nemunas tra la città lituana di Panemunė e la città russa di Sovetsk, situata nell’exclave di Kaliningrad (Königsberg in tedesco). Quest’area dell’Europa continentale era il territorio più orientale della Prussia e fece parte della Germania fino alla prima metà del Novecento.

Königsberg fu lo scenario di un celebre problema matematico: il problema dei Sette ponti. Le due isole formate nel centro della città dal fiume Pregel e dai suoi affluenti erano collegate al resto della città da sette ponti: gli abitanti si chiesero per molto tempo se fosse possibile con una sola passeggiata attraversarli tutti uno dopo l’altro senza mai percorrere uno dei ponti per due volte. A questo curioso quesito rispose il matematico Eulero nel 1730 dimostrando che non era possibile. Per dimostrarlo in termini rigorosamente matematici usò per primo la teoria dei grafi. 

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Rappresentazione grafica del problema dei sette ponti di Königsberg. (Fonte: www.leonhardeuler.com)

Alla fine della Seconda guerra mondiale il territorio di Königsberg, occupato dalle truppe sovietiche, cambiò nome e venne totalmente russificato: gli abitanti tedeschi furono allontanati e quasi tutti gli edifici storici danneggiati nella guerra furono distrutti per cancellare ogni traccia della civiltà precedente. 

Il ponte della Regina Luisa di Prussia è uno dei pochi monumenti salvati da questa furia distruttiva che affermò la volontà di vendetta e rivalsa della Russia contro la Germania colpevole di avere scatenato il conflitto in Europa. In realtà anche il ponte, inaugurato nel 1907, subì delle modifiche radicali dopo il 1945: vennero rimossi i bassorilievi celebrativi tedeschi e furono posizionate nuove sculture dai russi; gli archi in legno furono rimpiazzati da archi in cemento armato. Tra il 2002 e il 2003 il ponte ha subito lavori di restauro per ripristinare le parti decorative originali. 

Russia-Ponte-della-Regina-Luisa-Sovetsk

Bielorussia – Ponte Puškin 

Vitebsk

Vitebsk è nota anche in Italia per essere stata la città natale del pittore Marc Chagall. È un centro ricco di testimonianze storiche e di monumenti artistici. Gli insediamenti slavi nel territorio di Vitebsk risalgono al X secolo: secondo la tradizione, la fondazione della città risale al 974; durante il Medioevo fu la capitale di un principato indipendente, che si arricchì con la formazione di vie commerciali tra il Baltico e la Grecia.

Come avviene in molte altre città slave, il cuore della città sorge su un colle, sul quale sono stati eretti i massimi monumenti religiosi e civili. L’altura è contornata da un’ansa del fiume Vicba, oltrepassata da vari ponti. Uno di questi è il ponte dedicato a Puškin, da cui si gode una vista caratteristica sulla cattedrale della città.

Bielorussia-Vitebsk-Ponte-Puskin

Ucraina

Prima dell’invasione russa del 2022 la rete stradale e ferroviaria dell’Ucraina comprendeva 28.000 ponti; di questi, circa 6000 erano lungo le strade statali. Ora si può stimare che, a causa del conflitto, il 10% di questo patrimonio infrastrutturale abbia bisogno di riparazioni.

Secondo un rapporto del 2023, circa 350 ponti stradali sono stati distrutti, sia per gli attacchi russi sia per manovre difensive della stessa Ucraina. Sono stati riparati solo 80 ponti, e si rimanda al periodo postbellico la ricostruzione, che sarà estremamente lunga e costosa. Nel frattempo, i genieri delle truppe ucraine e russe hanno allestito passerelle e ponti temporanei per consentire i passaggi indispensabili per la popolazione e le truppe. 

La guerra ha anche interrotto molti progetti di modernizzazione infrastrutturale del governo ucraino. Uno di questi, forse il più ambizioso, è la costruzione di un ponte autostradale sul fiume Dnepr a Zaporizhzhya, in un’area dove imperversano i combattimenti. Di quest’opera, iniziata nel 2004 e poi sospesa più volte negli anni per problemi nei finanziamenti, è stato inaugurato all’inizio del 2022 un primo tronco, dalla sponda occidentale del fiume all’isola di Khortytsya. 

ponte-nuovo-Ucraina-Zaporizhzhya

Fare Geo

  • Raccogliete informazioni sui ponti che collegano Stati diversi; per ognuno individuate l’anno di costruzione e la tecnologia impiegata. Se possibile, indicate anche se questa costruzione ha avuto un significato particolare: di riappacificazione, di scambio commerciale ecc…
  • Adottate un ponte storico nella vostra città o nell’area in cui abitate. Con tutta la classe pensate a una giornata per ricordare alla cittadinanza il valore e l’importanza del monumento. Preparate un poster o un cartellone per spiegare ai passanti la storia del ponte adottato; dai passanti raccogliete ricordi e testimonianze per creare un documento da donare alla biblioteca cittadina.

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