Ponti e reti nel mondo di ieri e di oggi

Ponti e reti nel mondo di ieri e di oggi

Oggi, quando si parla di rete e di ponti, si intende parlare di internet e della “rete“ delle telecomunicazioni, con i ponti wireless che uniscono senza cavi le reti locali. Ma fino a pochi decenni fa le uniche reti di comunicazioni erano la rete stradale e quella ferroviaria. Reti su cui ancora oggi si basa il trasporto fisico di persone e merci, diventate ormai sempre più fitte: la rete stradale italiana si estende per oltre 480mila km, otto volte il giro della Terra e quella francese è lunga più del doppio.
Reti che si sono formate poco alla volta nel corso della storia, efficienti grazie alla presenza di strutture che permettono il superamento di fiumi e laghi, gli elementi della rete idrografica naturale del territorio.
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Le origini
Lo sviluppo della civiltà ha portato alla necessità di vie di comunicazione che permettessero di spostarsi agevolmente da un centro abitato ad un altro. E di conseguenza si è reso indispensabile trovare il modo di superare gli ostacoli sul cammino.
I ponti sono la prima struttura artificiale creata dall’uomo per questo scopo. Non si sa dove e quando siano stati inventati, ma sicuramente la scoperta di come superare un corso d’acqua è stata casuale ed è avvenuta indipendentemente in più luoghi, facilmente osservando un albero caduto il cui tronco permetteva di attraversare un torrente. Da qui l’idea si è sviluppata con tecniche e materiali diversi.
I ponti più antichi, costruiti in legno, materiale deperibile, sono ormai scomparsi. Uno dei più vecchi giunti fino ai nostri giorni è il “Tarr Steps” (nella foto), lungo 55 m, formato da una serie di lastre di pietra (pesanti 1-2 tonnellate) che appoggiano su pietre erette nell’alveo del fiume Barle, nell’Inghilterra sud-occidentale. Il ponte si trova a un solo metro dalla superficie dell’acqua. Ma per lungo tempo il superamento dei grandi fiumi, facilmente navigabili, venne ancora attuato su imbarcazioni.

Il ponte inca vicino a Cusco (Perù) che viene ricostruito ogni anno.

Il ponte inca vicino a Cusco (Perù) che viene ricostruito ogni anno.

I ponti di corda sospesi
Se non vi sono problemi attraversare in barca (su cui si poteva far salire un carro) le lente acque di un fiume di pianura, diverso è passare da una riva all’altra di un impetuoso torrente di montagna o raggiungere il versante opposto di uno stretto e profondo canyon. Per questo nelle alte vallate andine e nel Tibet vennero ideati, in modo indipendente, i ponti sospesi in corda, inadatti per il passaggio di carri (in America prima di Colombo la ruota non era conosciuta), ma perfetti per queste regioni dove le merci erano trasportate a mano o a dorso di animale: nelle vallate himalaiane con gli yak, sulle Ande con i lama (La Repubblica – viaggi).
I ponti di corda potevano essere semplicissimi, formati da solo tre corde (o liane) tese e collegate da traverse (il caratteristico ponte tibetano), o più complessi con un pianale dove potevano camminare gli animali.

Il ponte di Traiano sul Danubio, raffigurato nei bassorilievi della colonna Traiana.

Il ponte di Traiano sul Danubio, raffigurato nei bassorilievi della colonna Traiana.

I ponti romani
I primi grandi costruttori di ponti furono i Romani che diventarono abilissimi a erigere ponti per estendere la loro rete stradale a coprire tutto il territorio dell’Impero (Romano Impero).
Il ponte di Traiano, fatto erigere dall’imperatore nel 105 d.C., fu il primo a collegare le due sponde del basso corso del Danubio e per oltre un millennio rimase il più lungo del mondo: 1135 m.
Numerosi i ponti romani ancora in uso oggi, alcuni a una sola arcata in alte e strette vallate, altri lunghi con una successione di arcate in muratura.

L’acquedotto romano di Merida (Spagna), dichiarato Patrimonio Unesco.

L’acquedotto romano di Merida (Spagna), dichiarato Patrimonio Unesco.

Con i Romani la rete stradale fu affiancata da una seconda rete, non utilizzata dagli uomini, ma dall’acqua: la rete idrica, necessaria a portare l’acqua nelle città.
L’acqua non si sposta in salita, e per il suo trasporto è necessario superare gli avvallamenti del terreno, anche se non si deve attraversare un fiume, con strutture a ponte che mantengano una pendenza minima costante sufficiente a far scorrere l’acqua. Le strutture in muratura per sostenere gli acquedotti romani erano lunghe anche molti chilometri, se ne possono ancora oggi ammirare i resti in gran parte d’Europa e nelle terre asiatiche e africane un tempo sotto l’Impero.
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Ponti e viadotti di oggi
Per parecchi secoli, nel Medioevo, la tecnica non progredì e soltanto con l’introduzione dell’uso della ghisa e del cemento armato (nel XVIII e nel XIX secolo) costruire ponti divenne più semplice.
Con le tecniche di costruzione attuali le campate diventano sempre più lunghe e i ponti permettono di superare anche bracci di mare unendo le terre, come il Ponte di Øresund (nella foto, lungo 15,9 km), che ha collegato Copenaghen sull’isola di Sjælland (Danimarca) a Malmö in Svezia, mentre il Jiaozhou Bay Bridge (in Cina, su una baia

L’eventuale ponte sullo stretto di Bering passerebbe sulle Isole Diomede e sarebbe quindi formato da tre tronconi.

L’eventuale ponte sullo stretto di Bering passerebbe sulle Isole Diomede e sarebbe quindi formato da tre tronconi.

nel Mar Giallo, 41,6 km) è il più lungo ponte stradale sul mare.
Ma è in progetto la realizzazione di un ponte (o di un eventuale tunnel) sullo Stretto di Bering che unirebbe l’America all’Asia.
I ponti più lunghi oggi esistenti, in realtà sono viadotti, cioè strutture che non passano sopra specchi d’acqua, ma su vallate e pianure, in particolare si sono moltiplicati i ponti destinati al transito dei treni ad alta velocità, in grado di far concorrenza agli aerei.
Nella lista dei record, ben 14 dei primi 20 si trovano in Cina. Il più lungo è il viadotto ferroviario “Danyang-Kunshan” sulla linea che collega Pechino a Shanghai: 164.8 km su un terreno acquitrinoso nel delta dello Yangtze (Fiume Azzurro).

Il viadotto di Millau, terminato nel 2004, ha piloni più alti della Torre Eiffel. Permette di “scavalcare” la valle del fiume Tarn, affluente della Garonna.

Il viadotto di Millau, terminato nel 2004, ha piloni più alti della Torre Eiffel. Permette di “scavalcare” la valle del fiume Tarn, affluente della Garonna.

Tra i record dei ponti cinesi vi è anche quello del ponte più alto, il Siduhe, sull’autostrada che unisce Shanghai con Chongqing e Chengdu nella Cina centrale, con il piano stradale a 472 m dal fondo della valle. Ma il ponte con il pilone più alto del mondo si trova nel sud della Francia, nell’autostrada “La Meridienne” che unisce Clermont-Ferrand al Mediterraneo: è il “viadotto di Millau”, con piloni alti 343 m, in grado di sopportare venti con velocità anche di 200 km/h (Focus).

Il Ponte di Brooklyn, che collega l’isola di Manhattan al quartiere di Brooklyn.

Il Ponte di Brooklyn, che collega l’isola di Manhattan al quartiere di Brooklyn, visto su Street View.

Fare Geo
Utilizza Google Earth, Maps e Street View per osservare da vicino alcuni di questi ponti o di altri famosi, come Tower Bridge, simbolo di Londra -nella foto iniziale-, eretto nel 1894, o il Ponte di Brooklyn a New York, o ancora il Golden Gate a San Francisco. Puoi anche scegliere un ponte della tua città.
Prova descriverne uno:
● Dove si trova e per quale scopo è stato costruito (attraversare un fiume, un braccio di mare, oppure è un viadotto….)?
● Chi lo utilizza? Serve al transito di autoveicoli, di treni, oppure per altro?
● Approssimativamente quanto è lungo?
● E’ ad arcate, con alte torri di sostegno o presenta un altro tipo di struttura?
● Riesci a individuare il materiale con cui è costruito (muratura, cemento, ferro, legno, corda…)?

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