Lo Stockholm Environment Institute (Svezia) lancia l’allarme sulle fonti energetiche alternative: solo il sole o il vento sono potenzialmente senza fine, mentre alcuni materiali contenuti nei macchinari che producono energia verde sono disponibili in quantità limitata, talvolta addirittura “in via d’esaurimento”. Beninteso, non si tratta degli elementi più utilizzati da questo tipo d’impianti, ma di componenti molto particolari; tuttavia in qualche caso l’estinzione parrebbe dietro l’angolo: per esempio il tellurio, ampiamente sfruttato per la costruzione dei pannelli solari, potrebbe iniziare a scarseggiare già dal 2020. Non molto dissimile appare il destino di alcuni componenti indispensabili per tablet e smartphone come litio e cobalto.
Secondo l’articolo dell’International business times che riporta la notizia, l’istituto
svedese fa cadere l’accento anche su materie molto più comuni, come l’acqua. La cui richiesta da parte di alcune tecnologie verdi (solare termico o geotermia) è talmente alta che – dice lo studio – “lo sviluppo su larga scala [di queste tecnologie] potrebbe non essere possibile in un mondo dove gli approvvigionamenti sono incerti”.