Rosetta si è risvegliata. Negli ultimi mesi si è riposata rimanendo in orbita attorno alla cometa 67P / Churyumov-Gerasimenko che l’ha tenuta con sé nel suo moto di avvicinamento al Sole.
Il 4 febbraio la sonda si è attivata ed ha iniziato il nuovo percorso che il 14 febbraio la porterà, dai 26 km di distanza dell’orbita, a soli 6 km dalla superficie cometaria (ANSA, ESA).
Quando ha iniziato a spostarsi, Rosetta si è prima allontanata dalla cometa fino ad una distanza di 142 km, per poi avvicinarsi dalla direzione prevista, necessaria per eseguire le analisi richieste. La superficie di questa cometa, infatti, è molto più scura di quella dei pianeti e riflette soltanto il 6% della luce che la colpisce. Quindi, per eliminare le ombre e individuare i dettagli più piccoli, la sonda si sistemerà in modo da arrivare in prossimità della superficie con il Sole alle spalle. Secondo il programma stabilito, Rosetta non si limiterà a scattare foto, ma durante il suo “incontro ravvicinato”, come dice il ricercatore dell’ESA Matt Taylor, “annuserà” e “assaggerà” l’atmosfera più interna della cometa.
Terminate le osservazioni ravvicinate il 14 febbraio, il viaggio della sonda continuerà ancora
per alcuni giorni. Girerà attorno alla cometa con un percorso a forma di rombo, con complesse manovre che le permetteranno di osservare da distanze variabili tra 15 e 100 km la curiosa cometa dalla forma lobata. In particolare è prevista l’osservazione del lobo più grande, la zona, chiamata “Imhotep”, che emette grandi quantità di polveri e gas.
I ricercatori potranno così scoprire come la cometa scaglia nello spazio il mantello di polvere che ha accumulato nel quattro anni passati nelle zone esterne del Sistema Solare, fin oltre l’orbita di Giove.
Nei prossimi mesi, infatti, raggiungerà il perielio ed è in questo periodo che si forma la chioma e i materiali emessi si dispongono a grande distanza creando la lunga coda.
Le scoperte fatte grazie a Rosetta
I dati raccolti l’autunno scorso da Rosetta sono stati esaminati dai ricercatori dell’ESA che sono già riusciti a farsi un quadro più preciso delle sue caratteristiche fisiche e della sua evoluzione (ANSA, ESA).
La superficie della cometa, segnata da fratture, pozzi e scarpate, è ricoperta da materiale organico: un miscuglio di idrocarburi e altri composti, tra cui sostanze che sono alla base delle proteine. Queste sostanze si possono formare soltanto a basse temperature e quindi la cometa nelle prime fasi della formazione del Sistema Solare doveva trovarsi a grande distanza dal Sole, nella fascia di Kuiper, una regione oltre Nettuno (ad una distanza da 30 a 50 volte quella della Terra da Sole) in cui orbitano miriadi di asteroidi e alcuni pianeti nani, come Plutone ed Eris. Il materiale che la compone potrebbe quindi contenere sostanze risalenti a quella lontana era.
Inoltre, la forma a due lobi uniti da un “collo” più stretto indica che la cometa ha avuto un passato burrascoso con violente collisioni con altri asteroidi ed è il risultato della fusione di due corpi. Saranno le prossime osservazioni a verificare l’ipotesi.
Gli strumenti di Rosetta hanno misurato con precisione la cometa. Si sapeva già che compie la sua orbita in 6,44 anni e ruota su se stessa in 12 ore e 24 minuti, ma è stato possibile determinare con esattezza volume (21,4 km³, circa come quello del Lago di Como) e massa (10 miliardi di tonnellate).
La sua bassa densità (0,47 g/cm³, meno di metà di quella dell’acqua) fa ritenere che la cometa abbia una struttura porosa, con piccoli vuoti tra i granelli di polvere e ghiaccio.
La sonda ha anche “assaggiato” due minuscoli granelli di polvere (di circa 0,05 mm) catturati lo scorso autunno a cui è stato dato un nome: Eloi e Arvid (nella foto a lato illuminati in alto da destra e in basso da sinistra, ESA, ANSA).
Si tratta di grani “soffici” che devono essersi depositati dopo l’ultimo passaggio in prossimità del Sole, quindi materiale che forma la polvere cosmica. A contatto con la piastra, il primo si è sbriciolato e il secondo si è frantumato. L’analisi ha rivelato che non contengono ghiaccio, ma abbondano di sodio.
Adesso che la cometa sta avvicinandosi al perielio il riscaldamento farà sollevare tutta la polvere e in superficie rimarrà il materiale originario. Il punto più vicino al Sole (a 185.980 km di distanza, tra la Terra e Marte) verrà raggiunto in agosto e Rosetta continuerà la sua esplorazione per fornici altre preziose informazioni.
Per altre notizie sulla cometa 67P / Churyumov-Gerasimenko e sulla missione di Rosetta sono disponibili i post dello scorso anno: 20/01/2014, 21/01/2014, 12/11/2014, 13/11/2014.
Fare Geo
Nell’immagine qui sotto puoi osservare la posizione della cometa e dei pianeti interni (Mercurio, Venere, Terra e Marte) da febbraio a settembre con scansioni mensili. Sul sito dell’ESA puoi osservare l‘animazione completa dal 2004 al 2016.
• A quale distanza da Sole si trova la cometa attualmente (è più vicina al Sole rispetto alla Terra)? E dove si troverà nei mesi successivi? Quando è più vicina al Sole?
• Individua anche quale parte della loro orbita hanno percorso la Terra e gli altri pianeti tra febbraio e settembre. Quale pianeta ha compiuto più di un’orbita?