La sonda New Horizons, partita da Cape Canaveral il 19 gennaio 2006, dopo quasi 10 anni di viaggio è arrivata in tempo all’appuntamento con Plutone, raggiungendolo nel punto prestabilito del suo eterno viaggio attorno al Sole, ed ha inviato alla Terra le prime immagini ravvicinate del pianeta e del suo satellite Caronte (ANSA, NASA, Focus).
Un incontro che ha richiesto calcoli molto precisi, dato che Plutone si muove a circa 17mila chilometri all’ora e la sonda a 50mila chilometri all’ora.
Il momento di massimo avvicinamento si è verificato tra il 13 e il 15 luglio,
quando la sonda è arrivata a soli 12.500 km dalla sua superficie, approssimativamente la distanza tra New York e Mumbai.
New Horizons ha scattato numerose foto al sistema formato da Plutone, Caronte (scoperto nel 1978), dai due satelliti minori Notte e Idra (scoperti nel 2005) e dalle due nuove lune Cerbero e Stige osservate nel 2011 e nel 2012.
Poi ha inviato i dati raccolti alla Terra: 4 ore e mezzo il tempo per farli giungere a noi. Il messaggio della sonda, arrivato alla NASA alle 2,53 del mattino (ora italiana) del 15 luglio, ci permette di conoscere meglio questo “oggetto” che dal 2006 non è più considerato un pianeta, ma un pianeta nano, uno dei tanti corpo celesti che appartengono alla “Fascia di Kuiper” la vasta regione al confine del Sistema Solare.
Le prime immagini arrivate hanno già permesso di scoprire alcuni particolari di Plutone. La sua superficie si presenta molto mossa e su un lato appare una vastissima zona molto luminosa a forma di cuore, lunga circa 1.600 km.
La conformazione delle zone interne di questa regione ha fatto ipotizzare che possano esservi processi geologici in atto. L’ingrandimento in bianco e nero della zona inferiore del lobo mette in evidenza montagne di ghiaccio che si alzano per 3.500 m sulla superficie del pianeta: si tratta di montagne “giovani” che non risalgono a più di 100 milioni di anni fa e che possono essere ancora in fase di crescita. Su YouTube è disponibile l’animazione che mette in evidenza la zona mossa dai rilievi. Secondo gli esperti l’attività vulcanica che li ha creati è dovuta al calore rilasciato dal decadimento di materiali radioattivi presenti internamente al mantello.
Maggiori informazioni potranno essere ricavate dalle immagini a falsi colori che mettono in evidenza la struttura di Plutone e Caronte. Sarà possibile individuare la composizione dei ghiacci che ne costituiscono la superficie e l’età della loro formazione. Nell’immagine si può osservare il lobo occidentale del “cuore” luminoso di colore giallo rosato molto chiaro, e zone di colore azzurro, mentre le zone più in alto presentano colorazioni variabili con toni di giallo e rosso.
L’immagine a infrarossi catturata da New Horizons mette in evidenza le diverse percentuali di metano presente.
Al polo nord il ghiaccio di metano è inserito in una lastra di ghiaccio trasparente di azoto, mentre nelle aree più scure della regione equatoriale la diluizione con l’azoto risulta minore.
Anche la superficie di Caronte si presenta molto varia e l’ampia zona scura che si nota nella regione superiore fa ipotizzare la presenza di idrocarburi e altre sostanze complesse. Si nota anche un grande cratere da impatto e un canyon profondo 9 km.
New Horizons osserverà Plutone ancora per due settimane continuando a mandare dati anche sui satelliti minori. Poi proseguirà il suo viaggio per una ventina d’anni allontanandosi sempre più per esplorare le zone più remote del nostro Sistema Solare. Questo il tempo che le rimane prima di terminare il carburante.
Chissà che nel frattempo non scopra qualche altro “pianeta nano” o che incontri una cometa.
Il sistema Plutone-Caronte
Plutone è parecchio più piccolo della nostra Luna, la sua massa è stata determinata con precisione da New Horizons e risulta pari a 0,0022 masse terrestri. La sua densità, circa 2 g/cm³, dimostra che non può essere fatto di solo ghiaccio (densità 1 g/cm³), ma deve avere un nucleo roccioso circondato da un mantello ghiaccio d’acqua mescolata ad azoto, metano e monossido di carbonio. E’ un corpo dalla superficie molto luminosa e per questo un tempo era ritenuto più grande.
L’esistenza di Plutone venne ipotizzata nei primissimi anni del XX secolo poiché Urano e Nettuno si muovevano in modo diverso dal previsto e le loro orbite dovevano essere turbate dalla presenza di un altro corpo celeste. Ma Plutone venne individuato solo nel 1930.
Al momento della sua scoperta venne ipotizzato che avesse una massa simile a quella della Terra, ma di anno in anno le stime vennero ridotte, per poi aumentare di nuovo leggermente.
Caronte è molto più scuro e più piccolo di Plutone, ma, in rapporto al pianeta attorno cui ruota, è il più grande satellite del Sistema Solare: circa 1/10 di Plutone (la Luna è 1/81 della Terra).
Plutone e Caronte in realtà non sono una pianeta e un satellite, ma un “sistema binario” con due corpi dalle caratteristiche simili che ruotano attorno ad un centro comune, esterno ad entrambi (vedi post del 24/09/2013). L’animazione a lato, ottenuta dal montaggio di immagini riprese dalla sonda tra 12 e il 18 aprile 2015, fa vedere la danza dei due corpi attorno al centro comune.
Inoltre, per effetto della forza di marea reciproca, Plutone e Caronte ruotano attorno al baricentro comune nello stesso tempo (6,387 giorni) e mostrano sempre la stessa faccia l’uno all’altro.
Idra, Notte, Cerbero e Stige, le quattro piccole lune scoperte recentemente e individuate soltanto come piccoli puntini di forma incerta, ruotano esternamente al complesso Plutone-Caronte.
New Horizons ha inviato le prime immagini di Idra con una risoluzione di 3 km per pixel. Il satellite risulta di forma irregolare, con luminosità intermedia tra Plutone e Caronte, ma diversa da zona a zona.
Qui sotto la rappresentazione del sistema di Plutone con le orbite dei sei corpi che lo compongono e il percorso della sonda New Horizons.
Fare Geo
• Individua nel testo le tappe della nostra conoscenza di Plutone, dal momento in cui ne venne ipotizzata l’esistenza, alla scoperta e poi alla continua variazione della stima sulla sua massa, al declassamento da pianeta a pianeta nano e poi alla missione di New Horizons con le nuove informazioni giunte in questi giorni. Puoi cercare altre informazioni in internet. Visualizza i dati individuati con una linea del tempo dal 1900 a oggi.