Storytelling e didattica della storia

Storytelling e didattica della storia

La narrazione (in inglese storytelling) costituisce una delle strategie più antiche ed efficaci utilizzate dagli uomini per dare ordine e senso alla realtà. Il contesto didattico, nella sua articolata rete di comunicazione e relazioni, si presta a utilizzare questo strumento espressivo tanto nell’attività di insegnamento quanto in quella di apprendimento. Gli studenti possono quindi essere coinvolti nell’ideazione, elaborazione ed esposizione di “narrazioni storiche”, diventando dei veri divulgatori di sapere.

La narrazione è ovunque

Ancora oggi la parte narrativa rappresenta per così dire il “nocciolo duro” dei manuali scolastici, arricchita e integrata da passaggi più propriamente espositivi e argomentativi, nonché da apparati didattico-operativi. Anche l’insegnante, nel momento in cui progetta le sue lezioni, costruisce delle narrazioni, che possono presentare la materia in modo più o meno problematico, e richiedere in varia misura la partecipazione degli studenti.

L’ideazione e la costruzione di narrazioni possono diventare per gli stessi studenti uno strumento di apprendimento straordinariamente efficace, capace di promuovere non solo l’attivazione di abilità cognitive complesse (capacità di analisi, sintesi, valutazione…), ma anche di coinvolgere la loro dimensione emotiva. Per accrescerne la motivazione, inoltre, l’attività di apprendimento può avvenire attraverso il cooperative learning ed essere finalizzata alla realizzazione di un prodotto.

Storytelling per la storia

La narrazione è un processo creativo, ma non va identificata con un’attività dettata da una vaga e romantica “ispirazione”. Al contrario richiede rigore, documentazione e verificabilità, e sono queste sue caratteristiche a renderla compatibile con l’attività di ricostruzione e interpretazione del passato messa in opera dagli storici.

Ritroviamo infatti nell’elaborazione di una narrazione tutte le operazioni fondamentali compiute dallo storico: l’individuazione di un argomento (tematizzazione), di una situazione iniziale e di una finale (periodizzazione), degli attori e delle azioni significative da loro compiute in una sequenza coerente, nell’ambito di un determinato contesto. Tutto questo presuppone un lavoro sulle fonti al fine di dare un fondamento valido e affidabile alla narrazione stessa.

Da quanto detto, appare evidente come la narrazione sia suscettibile di essere utilmente integrata nelle pratiche di didattica attiva. Se infatti poniamo la scrittura di una storia come il momento finale di un lavoro di ricerca e rielaborazione delle fonti, possiamo osservare come storytelling possa agevolmente essere incluso nelle pratiche di laboratorio storico, con il vantaggio di avvicinare le conoscenze storiche all’esperienza e alla creatività degli studenti, che possono dedicarsi a ricostruire biografie ed eventi reali, ma possono anche elaborare storie di fantasia e interviste immaginarie, o realizzare reportage sullo sfondo di scenari rigorosamente ricostruiti.

Come impostare l’attività didattica

Possiamo immaginare una situazione base, in cui l’insegnante fornisce agli allievi (presumibilmente, in questo caso, di Scuola secondaria di primo grado) la cronologia sintetica e alcuni documenti relativi a un evento o alla biografia di un personaggio: compito degli allievi, che possono lavorare singolarmente o in piccoli gruppi, è costruire una breve narrazione dell’evento o della vita del personaggio in questione, sulla base delle informazioni fornite dall’insegnante o ricavate dai documenti. In questo modo lo storytelling può fungere al tempo stesso da sviluppo e verifica di una case history.

A un livello più avanzato, possono essere gli studenti stessi che si incaricano di ricercare informazioni pertinenti e significative al fine di ricostruire la biografia di un personaggio, un evento o anche un processo di trasformazione della società, utilizzando per esempio la metodologia della webquest.

L’esecuzione dell’attività didattica può essere organizzata in diversi modi, anche se noi raccomandiamo il lavoro a piccoli gruppi. È infatti una modalità che favorisce anche l’attivazione di competenze sociali, come relazionarsi e confrontarsi con altri, partecipare e collaborare, riconoscere e condividere regole, autovalutarsi. Inoltre è possibile svolgere il laboratorio sullo storytelling anche a distanza grazie alle opportunità di condivisione che offrono gli strumenti digitali e le piattaforme di condivisione.

Qualche esempio

Processo per la morte di Cesare

Tra gli eventi storici che si prestano a un’attività di questo genere, possiamo per esempio presentare agli studenti l’uccisione di Giulio Cesare. Partendo dalla contestualizzazione dell’episodio (il passaggio dalla repubblica a un sostanziale principato nella Roma del I secolo a.C.), con l’aiuto dell’insegnante, gli studenti possono raccogliere informazioni da fonti scritte (per esempio, il resoconto dello storico Svetonio) e fonti visive (per esempio, il dipinto ottocentesco di Vincenzo Camuccini). L’attività di storytelling può essere contestualizzata in un vero e proprio processo, con tanto di testi dell’accusa e della difesa degli assassini (Gaio Cassio, Marco e Decimo Bruto). Che cosa successe quel giorno in senato? Quali motivazioni avevano gli aggressori per compiere quel gesto definitivo? Attorno a questa e altre domande, gli studenti costruiscono una narrazione storica che li aiuta a comprendere in profondità un evento cruciale della storia romana e i suoi sviluppi successivi.

Intervista immaginaria a Napoleone

Si può proporre ai ragazzi di immaginarsi nei panni di un diplomatico che deve prendere contatto con Napoleone prima dell’invasione della Russia, per trattare la tregua e forse la pace. L’inviato ha la possibilità di rivolgere a Napoleone alcune domande ben circostanziate per comprendere le sue reali intenzioni e proporre soluzioni alternative. Il compito è molto delicato perché dal modo con cui l’argomento viene presentato potrebbe dipendere la vita di centinaia di uomini… Dividendosi in gruppi, gli studenti elaborano le domande: questa attività porta i ragazzi a ricostruire il contesto storico, mettendo a fuoco il quadro politico europeo e le istanze dei contendenti.

Cronaca di un monumento

L’attività di storytelling può anche riguardare luoghi e monumenti che sono stati scenario di eventi storici o sono depositari di un alto valore simbolico. Per esempio, gli studenti possono raccontare Santa Sofia, il monumento più importante e famoso di Istanbul. Gioiello dell’architettura bizantina, è passata attraverso numerose fasi fondamentali strettamente collegate alle vicende del territorio su cui sorge. Con una ricerca in rete e sui manuali, i ragazzi possono ricostruire brevemente la sua storia, segnalando i diversi utilizzi, gli eventi di cui fu testimone e la destinazione odierna.

Gli strumenti per la narrazione digitale

L’uso degli strumenti digitali permette di costruire le narrazioni più diverse, sia a livello di contenuti sia a livello di linguaggi: si può andare da prodotti più simili a presentazioni multimediali (in tal caso si parla più propriamente di data storytelling) fino a prodotti assai complessi, come struttura e come integrazione di linguaggi (verbale, visivo, sonoro).

Per realizzare tali narrazioni possiamo trovare nella Rete numerose applicazioni web (webware) disponibili in parte gratuitamente, in parte attraverso modesti costi di abbonamento. Per indicare solo i principali, e di più agevole utilizzo da parte degli studenti:

  • Prezi permette di costruire presentazioni efficaci e accattivanti;
  • Storymap permette di collegare la narrazione ai luoghi, inserendo nei marker video e immagini;
  • Sutori è strutturato come una linea del tempo verticale ai cui lati è possibile aggiungere elementi multimediali e anche esercizi;
  • Storify 2 è stato pensato per una narrazione basata su materiali già in rete, soprattutto nei social;
  • Adobe Spark in pochi e semplici passaggi consente di creare e condividere una pagina web all’interno della quale inserire testi, immagini, video, utilizzando qualsiasi dispositivo.
Presentazione del softwar di narrazione digitale Sutori.

Le fasi dello storytelling

Per quanto riguarda i passaggi da seguire per creare la narrazione storica, ci sembrano condivisibili gli step individuati dalla ricercatrice americana Samantha Rossi, che ha distinto il processo di ideazione e costruzione di una narrazione digitale in otto passaggi.

1. Definire l’idea iniziale attraverso una breve descrizione, un diagramma, una domanda

È il momento, già ricordato, della tematizzazione e periodizzazione. Bisogna individuare l’oggetto della nostra narrazione: un personaggio reale o inventato, un evento, un processo di trasformazione, delimitandolo nel tempo e nello spazio.

2. Ricercare, raccogliere, studiare informazioni sulle quali sarà costruita la storia

È la fase in cui gli studenti, sotto la guida dell’insegnante, devono cercare e selezionare informazioni pertinenti e significative, in modo da poter costruire una narrazione il più possibile rispettosa della realtà storica. Durante la ricerca delle informazioni sul web, si possono già raccogliere materiali utili (immagini, video) da riutilizzare nella narrazione. L’insegnante può utilmente intervenire spiegando quali materiali sono utilizzabili liberamente e quali invece sono protetti da copyright.

3. Scrivere la storia definendo lo stile della narrazione
4. Tradurre la storia in una sceneggiatura

Abbiamo unito questi due step, in quanto consequenziali da un punto di vista logico: gli studenti devono chiarirsi le idee sulle caratteristiche dell’elaborato che intendono realizzare, stabilire degli obiettivi, disegnare a grandi linee la narrazione attraverso uno storyboard e tradurla in una sceneggiatura, cioè in un testo in cui è descritto scena per scena che cosa avviene, chi agisce, che cosa fa ecc… Per questo passaggio, soprattutto nel caso di una storia inventata, sarà utile ricordare agli studenti alcuni aspetti fondamentali di narratologia: la legge dei “tre atti” (introduzione dei personaggi ed evento che crea una situazione di disequilibrio e di conflitto; azioni dei vari personaggi tese a risolvere il conflitto; risoluzione del conflitto, con il ristabilimento del vecchio equilibrio o di uno nuovo), i diversi tipi di intreccio (lineare, con inizio in medias res ecc…). Bisogna ricordare, infine, che la sceneggiatura costituisce un importante momento di recupero della scrittura, anche in funzione della trasposizione in altri linguaggi.

5. Registrare immagini, suoni, video
6. Montare e ricomporre il materiale

Sono probabilmente i momenti più divertenti e allo stesso tempo più coinvolgenti per gli studenti, i quali, usando la loro sceneggiatura come guida, ricercano o creano immagini, audio, suoni, per poi montarli convenientemente, dando così forma concreta alla loro narrazione. Un consiglio condiviso da tutti gli autori è quello di ricercare la sintesi, l’essenzialità, evitando l’eccessivo accumulo di fatti e informazioni.

7. Distribuire il prodotto

Distribuire il prodotto significa condividerlo: all’interno del gruppo classe, all’interno della scuola o anche presso un pubblico più ampio (se immaginiamo per esempio che le narrazioni sviluppino tematiche attinenti a una ricorrenza civile, come il 25 aprile, possono essere presentate a un pubblico composto non solo da compagni e insegnanti, ma anche da genitori e autorità). È un momento molto gratificante per gli studenti, che possono avere la soddisfazione di presentare un prodotto finito, realizzato con le loro mani.

8. Raccogliere e analizzare i feedback

È il momento della valutazione, che può essere anche autovalutazione: il momento in cui ciascun allievo risponde a domande del genere “Che cosa ho appreso dell’argomento affrontato? E dell’uso degli strumenti con cui ho lavorato? Come ho interagito coi miei compagni? Dove ho incontrato delle difficoltà? Che cosa avrei potuto fare meglio?”.

Da parte sua, l’insegnante terrà conto, nella sua valutazione, delle varie competenze messe in gioco: da quelle più propriamente disciplinari (ricerca e selezione di informazioni competenti e significative e loro completezza) a quelle tecniche (uso appropriato ed efficace dei linguaggi e degli strumenti digitali), a quelle sociali (capacità di collaborare all’interno di un gruppo, di assumersi delle responsabilità, di lavorare rispettando tempi e modi concordati …).

Le fasi citate, nella loro forma più completa e complessa, sono naturalmente destinate a studenti che abbiano già acquisito una certa maturità e soprattutto una buona dimestichezza con gli strumenti digitali. La pratica didattica della narrazione, però, così “naturale”, così insita nelle strategie del nostro pensiero, può essere adattata ad allievi di ogni livello. L’uso dello storytelling può così promuovere con grande efficacia lo sviluppo di competenze disciplinari e trasversali, e costituire una rinnovata modalità per introdurre i nostri studenti all’interno dei meccanismi di produzione della conoscenza, in modo anche divertente e coinvolgente.

Fare storytelling con la classe

Presentiamo di seguito alcuni spunti per organizzare laboratori di storytelling storico con gli studenti. Le possibilità sono molto ampie, trattandosi di un’attività che può essere orientata sia alla ricostruzione storica sia all’interpretazione fiction: in ogni caso, l’obiettivo da non perdere di vista è l’apprendimento delle relazioni tra gli elementi di un determinato contesto storico e la proposta agli studenti di un metodo di ricerca coinvolgente ed efficace.

Ricostruzioni storiche

  • A partire da alcuni documenti ed eventualmente da una breve cronologia, ricostruire la vita di un personaggio storico o lo svolgersi di un singolo evento (per esempio, la morte di Alessandro Magno, le scoperte di Cristoforo Colombo, le riforme di Pietro il Grande, le guerre di Hitler…).
  • Con l’ausilio di strumenti digitali come Storymap, ricostruire la progressiva diffusione di un fenomeno nello spazio (per esempio, la progressiva diffusione di strade e colonie nei territori dominati da Roma, la diffusione dell’arte rinascimentale in Italia e in Europa, la colonizzazione di Asia e Africa nel corso del XIX secolo…).
  • Con l’ausilio di strumenti digitali come Sutori, ricostruire i processi di trasformazione che si sviluppano nel tempo (per esempio, l’evoluzione dei rapporti fra patrizi e plebei nell’antica Roma, o le tappe della persecuzione e poi dello sterminio degli Ebrei ad opera del nazismo…).
  • Partendo dalla sua collocazione geografica, presentare un luogo della memoria e raccontare il significato che ha avuto nella storia (per esempio, il Forte di Elmina, sulla costa del Ghana, dove venivano radunati gli schiavi prima di essere deportati verso il Nuovo Mondo)

Fiction storica

  • Fare interviste immaginarie a personaggi storici.
  • Scrivere dialoghi immaginari tra personaggi storici.
  • Immaginare la storia di un ragazzo o di una ragazza, più o meno della stessa età degli studenti, che si trova coinvolto in un evento di particolare importanza e annota in un diario ciò che vede, le sue impressioni, i suoi interrogativi.
  • Raccontare lo svolgimento della giornata tipica di una famiglia appartenente a una certa classe sociale in un determinato periodo storico, seguendo le vicende di tutti i suoi componenti: padre, madre, figli, persone anziane, eventuali servitori o dipendenti…
  • Immaginare di essere un personaggio della storia (uno studente italiano del 1944 che ha deciso di unirsi alle brigate partigiane e scrive una lettera alla sua famiglia).

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