3 ottobre, un anno dopo. La denuncia di Amnesty International

3 ottobre, un anno dopo. La denuncia di Amnesty International

di Donata Columbro, CISV-Ong 2.0

Un anno dopo i naufragi di Lampedusa, aumentano i morti in mare mentre l’Europa continua a guardare dall’altra parte. Questa è la denuncia di Amnesty International che, in occasione dell’anniversario della strage dello scorso 3 ottobre, quando 368 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia dalla Libia, ha pubblicato un documento dal titolo “Vite alla deriva: rifugiati e migranti in pericolo nel Mediterraneo centrale”.
Il rapporto denuncia la mancanza di coordinamento tra gli stati costieri, specialmente tra Malta e Italia, che ha reso ancora più pericolose le traversate. Dal 18 ottobre 2013, giorno in cui è iniziata l’operazione Mare nostrum, al 18 settembre 2014, la Marina italiana ha soccorso 138.866 persone, ma ancora una persona su cinquantatré annega nel Mediterraneo mentre cerca di raggiungere l’Europa.

Nel documento di Amnesty si legge anche la testimonianza di Mohammed, 22 anni, partito da Damasco per fuggire alla guerra in Siria: “Quando abbiamo lasciato la Libia, eravamo 400 adulti e circa 100 bambini. Abbiamo dovuto raggiungere a remi l’imbarcazione più grande. All’inizio non riuscivo a vederla, poi quando l’ho notata ho visto che era in cattive condizioni. Non volevo salire, ma lo scafista mi ha minacciato con una pistola. Ci sono volute due ore per far salire tutti. Poi, alle 2 di notte, ho sentito degli spari. Un’altra imbarcazione con uomini armati a bordo ci si è messa davanti. Hanno cercato di fermarci per circa quattro ore. Sparavano da ogni direzione. All’alba, se ne sono andati. La nostra barca, danneggiata, stava affondando. Abbiamo gettato in mare tutte le nostre cose, compresi i salvagente: volevamo vivere!”.

Sabir: parlare la stessa lingua

Tra gli eventi organizzati per commemorare questa giornata anche un flash mob con la regia di Dagmawi Yimer, sull’isola di Lampedusa, con la partecipazione di 368 donne, uomini e bambini. Lo scopo è quello di restituire a tutte le vittime, individualmente considerate, la dovuta rilevanza e attenzione, trasmettendo la consapevolezza dell’immensità della tragedia che è costata la vita a 368 persone.
L’appuntamento si inserisce all’interno degli incontri del festival Sabir, primo festival diffuso delle culture mediterranee, di cui la cantante Fiorella Mannoia e l’attore Ascanio Celestini sono i promotori, con Arci, Comune di Lampedusa e il Comitato 3 ottobre, un’associazione nata con lo scopo di fare riconoscere la data del 3 ottobre quale “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”. Per ricordare tutti i migranti morti nel tentativo di fuggire da persecuzioni, dittature, guerre e miseria, nonché tutti gli uomini che per salvarli mettono a rischio la propria vita, sia a livello nazionale che europeo.
Il nome dell’evento, Sabir, è particolarmente indicativo: Sabir era la lingua franca parlata in tutti i porti del Mediterraneo dall’epoca delle crociate a tutto il XIX secolo. A indicare che la condivisione di un mare rende vicine, piuttosto che separare due terre, e permette lo scambio e la conoscenza reciproca di culture diverse.

Per approfondire: www.parlezvousglobal.org

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