A caccia di fake news: una proposta didattica

A caccia di fake news: una proposta didattica

E se domani circolasse sui social la notizia che sono stati ritrovati fossili di dinosauri con tracce di Coronavirus, come reagiremmo? Quali mezzi abbiamo per decidere se si tratta di una notizia vera da un punto di vista scientifico o se invece è una delle tante “fake news” che popolano il web? L’attività didattica che proponiamo, rivolta a studenti del biennio della scuola secondaria di secondo grado, è un  percorso di educazione civica, focalizzato sulla cittadinanza digitale. Permette ai ragazzi di acquisire quello spirito critico e quegli strumenti metodologici necessari a orientarsi in maniera sicura e consapevole nel confusionario, e talvolta ingannevole, mondo dell’informazione. Informarsi in questo contesto, sempre più articolato grazie alle nuove tecnologie, è un compito complesso ma indispensabile per conservare società democratiche e aperte.

Potenzialità e limiti dell’informazione digitale

Il fenomeno delle fake news è sempre più rilevante e connesso con il ruolo centrale assunto oggi dalla comunicazione. In particolare va considerato il flusso di notizie che corre sul web, dove un messaggio nasce “libero” ed è capace di raggiungere in tempi rapidissimi milioni di utenti.

In realtà false notizie per influenzare l’opinione pubblica sono sempre state utilizzate nel corso della storia (si veda, per esempio, il ruolo della propaganda nei regimi totalitari), ma la comunicazione digitale ha moltiplicato la capacità di penetrazione e diffusione di tali messaggi nella società.

Questo rende sempre più urgente, da un punto di vista didattico, l’attivazione di competenze specifiche nei nostri allievi, affinché siano messi in grado di individuare questo genere di notizie e di riconoscerne le caratteristiche. L’acquisizione di una conoscenza critica e di un atteggiamento attivo nei confronti delle informazioni diventa, ancora una volta, una delle finalità principali dell’insegnamento della storia e dell’educazione alla cittadinanza.

Il metodo storico come antidoto

Abbiamo detto insegnamento della storia. Infatti l’unica vera arma a nostra disposizione per smascherare le fake news proviene dal metodo storico, e consiste soprattutto nell’analisi e nella critica delle fonti. Non sempre è facile, infatti, riconoscere un’informazione non veritiera in base al contenuto: bisognerebbe essere esperti di numerose discipline oppure talvolta, se la notizia falsa è costituita o accompagnata da un’immagine, essere in grado di riconoscere eventuali manipolazioni.

È perciò necessario riuscire a stabilire l’affidabilità della fonte. Per questo, dobbiamo porci le “domande di metodo” che ogni storico si pone di fronte a un documento: di che cosa si tratta? chi l’ha prodotto? in quali circostanze? con quali intenzioni? chi è il destinatario? il contenuto collima con quello di altri documenti o è in contrasto con essi?

Fact-Checking-fake-news
Attraverso il fact-checking e un rigoroso controllo delle fonti è possibili smascherare le notizie infondate che circolano in rete

La proposta didattica

Come fare perché gli studenti imparino a porsi queste domande e sappiano assumere un atteggiamento di corretta distanza critica di fronte al flusso inarrestabile di informazioni che trovano sul web (e non solo)?

Abbiamo immaginato un’attività didattica rivolta a studenti del biennio della scuola secondaria di secondo grado, costituita da 5 moduli di 2 ore ciascuno. Questa attività vuole rendere consapevoli gli studenti del fenomeno delle fake news e fornire loro gli strumenti base per riconoscerle, a partire dalla critica delle fonti utilizzata dagli storici.

Titolo: Smascheriamo le fake news!

Classe di destinazione: primo anno della scuola secondaria di secondo grado   

Discipline coinvolte: Storia, Lingua e letteratura italiana

Obiettivi formativi

  • acquisire capacità di collaborazione, di dialogo e di confronto nell’ambito del lavoro di gruppo
  • acquisire consapevolezza del ruolo e delle caratteristiche della comunicazione veicolata dai social media
  • maturare un’attitudine critica nei confronti delle informazioni veicolate dai social media

Obiettivi disciplinari

  • acquisire consapevolezza dell’importanza della critica delle fonti
  • acquisire la nozione di affidabilità delle fonti
  • acquisire strumenti di base per la lettura critica delle informazioni veicolate in particolare dai social media
  • saper costruire mappe mentali e tabelle
  • saper esporre in modo argomentato i propri giudizi

Modalità: lavoro sia individuale sia di gruppo (in presenza o in Didattica Digitale Integrata)

Materiali necessari: fotocopie e lavagna multimediale per le lezioni in presenza; piattaforma di condivisione per le lezioni a distanza

Fasi dell’attività didattica

  • Premessa: le fake news nell’antichità (1 ora)
  • Fase 1 / Presentazione dell’attività in classe: prima riflessione sul tema dell’affidabilità delle fonti (2 ore)
  • Fase 2 / Analisi guidata di alcune fake news, al fine di evidenziarne le caratteristiche; riflessioni sulla necessità di un’attitudine attenta e prudente di fronte alle notizie e alle informazioni veicolate dai social media (2 ore)
  • Fase 3 / Attività critica: individualmente o divisi in gruppi, gli studenti analizzano alcuni post forniti dall’insegnante e ne valutano l’attendibilità, distinguendo quelli veridici da quelli falsi (2 ore)
  • Fase4 / Correzione e valutazione collettiva dei testi realizzati (2 ore).

Durata totale: 9 ore

Premessa: le fake news nell’antichità

Gli storici nel loro intento di ricostruire il passato, si trovano spesso di fronte a informazioni parziali e contraddittorie. Il primo problema che devono risolvere è quindi quello dell’autenticità e dell’affidabilità delle fonti. Ed è da qui che possiamo partire, mostrando agli studenti due testi antichi, opera dello stesso autore – Procopio di Cesarea – che recano giudizi del tutto opposti sull’imperatore Giustiniano (527-563).

Due giudizi contrapposti su Giustiniano

«In questi nostri tempi regna l’imperatore Giustiniano. Egli assunse la direzione di uno Stato incurabilmente disgregato e lo rese più grande per estensione e molto più splendido, scacciandone dai confini i Barbari, antichi tormentatori, così come ho già narrato dettagliatamente nella mia opera sulle guerre. […] Giustiniano possiede l’abilità di conquistare altri Stati. Molti paesi, infatti, che all’epoca non appartenevano all’impero romano, li ha incorporati ad esso e ha creato innumerevoli città che prima non esistevano. Avendo trovato che l’insegnamento religioso prima di lui si era spesso trovato invischiato in errori ed era stato costretto a peregrinare in svariate direzioni, annientò tutte le vie che conducono all’errore e riuscì a tenerlo saldo nella certezza della fede su un unico fondamento…»

Procopio di Cesarea, Sugli Edifici, 1

Di tutt’altro altro avviso è Procopio nella sua Storia segreta, un libello contro Giustiniano e la moglie Teodora:

«Questo imperatore [Giustiniano] era dunque falso, imbroglione, artefatto, tenebroso nell’ira, doppio, un uomo tremendo, perfetto nel dissimulare un’opinione, capace di piangere non di piacere o di dolore, ma bugiardo sempre, ma non a vanvera, bensì dopo […] giuramenti solenni su quanto concordato. […] Era oltremodo aperto alle calunnie e pronto nelle vendette. Non giudicava mai dopo attento esame, ma appena udiva l’accusa tirava fuori il verdetto. Redigeva senza esitare decreti di conquista di paesi, […] di popoli interi senza ragione alcuna. Di modo che, se si pesassero tutti i disastri patiti dai Romani e sull’altro piatto della bilancia si mettessero questi eventi, credo che il sangue versato da quest’uomo apparirebbe più copioso di tutte le stragi di ogni tempo. Quanto alle ricchezze altrui, era prontissimo a impadronirsene sfacciatamente […] e a darla magari ai Barbari, senza criterio. […] Pertanto, avendo alienato la ricchezza dal territorio dell’Impero, divenne artefice di miseria per tutti.»

Procopio, Storia Segreta, 7-9

Ipotesi sulla diversità dei contenuti

Insieme con gli studenti discutiamo i due testi e cerchiamo notizie sull’autore, eventualmente servendoci di Internet. Procopio di Cesarea fu uomo di corte, contemporaneo di Giustiniano. Le informazioni che ci fornisce sono quindi di prima mano: come possono essere così contraddittorie fra loro? È forse successo qualcosa che gli ha fatto mutare il suo giudizio nel tempo intercorso fra la prima opera e la seconda?

Alcuni dati della sua biografia ci suggeriscono qualcosa di interessante. Possiamo infatti ipotizzare che nel primo testo, scritto quando l’autore era all’apice della carriera, emerga un atteggiamento di piaggeria verso il suo sovrano; mentre il secondo testo, scritto in un periodo in cui l’autore era stato emarginato dalla corte, potrebbe essere condizionato da rancore e desiderio di vendetta (ipotesi, questa, che potrebbe forse essere avvalorata da un eccesso di veemenza nelle affermazioni). Questa ipotesi potrebbe rivelarsi convincente. Emerge quindi evidente il tema dell’affidabilità della fonte, che è centrale nel nostro discorso, e l’invito a esaminare le informazioni sempre con attenzione e prudenza.

Fase 1. Lettura critica dei social

Dall’antichità l’attività didattica può atterrare nel presente e fare i conti con la comunicazione digitale.

Mettiamo il caso di trovarci di fronte a un post pubblicato su Facebook o su Twitter. Le domande dello storico ci portano in primo luogo ad esaminare chi sia l’autore: è una persona nota, magari un esperto o un ente autorevole, oppure qualcuno che si nasconde dietro un nickname o che addirittura tenta di trarre in inganno i lettori? Talvolta alcune pagine web imitano nell’URL (l’indirizzo web) il nome di un giornale o di un’agenzia stampa reali e conosciuti. Possiamo citare il caso del sito satirico Il fatto quotidaino, che nel nome imita volutamente l’edizione digitale del quotidiano Il fatto quotidiano.

Ci sono poi domande che possono aiutare a smascherare altri aspetti delle notizie truffa: sono citate le fonti? Da dove è stata tratta la notizia pubblicata? Dobbiamo inoltre rivolgere la nostra attenzione anche al fatto che, se si fa riferimento a esperti generici di cui non viene fatto il nome o se mancano documenti di sostegno, probabilmente siamo in presenza di una notizia sospetta. Anche la data della notizia è significativa: molto spesso le fake news ripropongono, eventualmente con qualche alterazione, notizie datate che erano passate sotto silenzio o sono state rimosse dall’opinione pubblica.

Per quanto riguarda le reali intenzioni dell’emittente, una spia evidente è costituita dallo stile e dai caratteri grafici del post: la stragrande maggioranza delle fake news si caratterizza per toni sensazionalistici e utilizza titoli esagerati, con caratteri cubitali e abbondanza di punti esclamativi. Molto spesso si pongono domande retoriche (“È possibile che questo avvenga nel nostro Paese?” “Fino a quando durerà tutto questo?”) o ci si rivolge in modo diretto al lettore, invitandolo a reagire, molto spesso a condividere. Il loro scopo, infatti, è coinvolgere emotivamente l’utente, parlare, come si dice, “alla sua pancia” e non certo alla sua razionalità.

È bene inoltre confrontare la notizia con quelle riportate da altri siti, meglio se conosciuti e affidabili: se nessun altro sito riporta la stessa notizia, è lecito dubitare della sua veridicità.

Dietro le fake news il movente economico molte volte prevale su quello ideologico: la diffusione di informazioni tendenziose viene architettata al solo scopo di ottenere qualche ike in più e accrescere i profitti legati al numero di visualizzazioni.

Oggi, infine, possiamo aiutarci anche con siti specializzati in fact-checking: alcuni sono utili per smascherare foto e video ritoccati come Google Immagini e Tineye; altri si dedicano al controllo dell’attendibilità scientifica delle notizie pubblicate sui social, come quello del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) e di Bufale.net.

Fase 2. Analisi delle notizie: qualche esempio

Acquisite alcune competenze sull’indagine storica, possiamo ora analizzare con lo stesso metodo alcuni contenuti apparsi sul web. Esaminandoli assieme ai ragazzi, saremo in grado di individuare gli aspetti da prendere in esame per accertarci della loro affidabilità. Di seguito, a mo’ di esempio, presentiamo alcuni post, che si prestano a questo tipo di analisi.

Caso 1 – Spielberg e il triceratopo

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Si tratta di un caso abbastanza noto e, in realtà, non sarebbe neppure corretto parlare di una fake news in senso stretto. La foto, che ritrae il regista Steven Spielberg accanto a un triceratopo meccanico sul set del film Jurassic Park (1993), è stata pubblicata con intenti scherzosi da tale Jay Bascomb, il 6 luglio 2014. L’autore del post depreca lo scatto del cacciatore in posa con il “cadavere” di un triceratopo e chiede di denunciare l’autore di questo abominio condividendo l’immagine. Il problema è che molti utenti presero sul serio l’invito e piovvero insulti violentissimi sul povero regista.

Questi utenti, con tutta probabilità, hanno guardato rapidamente e superficialmente l’immagine, e quello che hanno percepito è stato solo: “un cacciatore soddisfatto accanto a un animale ucciso”. Non si sono minimamente accorti che si trattava di un animale preistorico, estinto da ormai 65 milioni di anni, e hanno reagito meccanicamente secondo una “legge dei social” (guarda, indignati, condividi), esprimendo tutta la loro rabbia e il loro sdegno verso il feroce assassino.

Questo episodio ci induce a sottolineare una volta di più la necessità di esaminare con prudenza e attenzione le notizie. Se proprio avessimo avuto dei dubbi, avremmo potuto controllare anche solo su Wikipedia (da utilizzare essa stessa con attenzione) chi è Steven Spielberg e che cos’è un triceratopo!

Caso 2 – Migranti e shopping da Prada

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Anche questo post è abbastanza famoso. È stato pubblicato il 20 agosto 2017 su Facebook da Luca Bottura, giornalista e umorista del quotidiano la Repubblica, con l’intento di effettuare un esperimento sociale. Intendeva vedere le reazioni del pubblico a un contenuto di questo genere, scommettendo che molti utenti l’avrebbero preso sul serio.

L’esperimento riuscì: anche in questo caso, come nel precedente, ci furono numerosissime condivisioni e commenti indignati. In effetti, il post era ben costruito, per trarre in inganno i fruitori superficiali. Diversi elementi avrebbero dovuto, però, far sospettare qualcosa. Il tema di scottante attualità (l’accoglienza agli immigrati), la presenza di due persone di colore ben vestite e ben nutrite (tipico argomento di polemica presso coloro che si oppongono all’accoglienza degli immigrati), i toni scandalistici nel messaggio e l’invito a indignarsi accompagnato da ben tre punti esclamativi… sono elementi tipici delle fake news.

Una persona di media cultura si sarebbe poi accorta che i personaggi raffigurati erano un noto attore (Samuel L. Jackson) e un altrettanto noto ex cestista (Magic Johnson), in vacanza in Italia a Forte dei Marmi. Anche il messaggio, solo a pensarci un attimo, era abbastanza inverosimile: com’è possibile vestirsi da Prada con un’indennità da 35 euro al giorno? E che cosa c’entrava questa situazione con un provvedimento governativo di Laura Boldrini, allora Presidente della Camera dei Deputati?

Questo post può essere utile per attivare una riflessione sul fatto che molto spesso le persone vedono quel che vogliono vedere, accettando in modo acritico tutto ciò che corrisponde alle loro attese. In questo caso coloro che si oppongono all’accoglienza degli immigrati e la considerano solo uno spreco di risorse, magari ai danni dei bisogni degli italiani, hanno semplicemente trovato l’ennesima conferma alle loro opinioni e, senza porsi domande, hanno agito istintivamente inondando lo spazio digitale di risposte e commenti (poi rivelatisi inopportuni ed errati). Ancora una volta si dimostra la necessità di una presa di distanza critica e di uno sguardo sereno e obiettivo.

Caso 3 – Italiani o sloveni?

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Qui non siamo più nell’ambito del web e dei social network, ma in quello della trasmissione televisiva Porta a Porta, condotta dal giornalista Bruno Vespa, su un’emittente pubblica, la Rai. Durante la puntata in occasione della Giornata del Ricordo (dedicata agli Italiani morti nelle foibe) del 2012, questa immagine viene proiettata sul grande schermo e presentata come prova delle violenze perpetrate dagli Jugoslavi sugli Italiani.

Come purtroppo spesso accade nelle trasmissioni televisive, non vengono dichiarate le fonti, che probabilmente sono state mal consultate dagli stessi autori della trasmissione. Basta infatti avere un minimo di conoscenza di storia militare, per accorgersi che i militari che formano il plotone d’esecuzione indossano uniformi italiane. La foto, infatti, ritrae esattamente la situazione opposta a quella narrata: si tratta della fucilazione di alcuni civili sloveni avvenuta, ad opera di soldati italiani, nel villaggio di Dane il 31 luglio 1942. Oltretutto, questa è una foto nota, almeno presso gli specialisti, che è stata presentata correttamente in molte occasioni.

La scarsa attenzione alle fonti può indurre, come si vede, in errori gravi come questo. Lo sbaglio televisivo nella Giornata del Ricordo è stato tanto più insidioso, in quanto fatto proprio da un’emittente autorevole come la Rai. Nell’ambito di quella trasmissione, è stata la presenza di due ricercatori che ha permesso di denunciare immediatamente il falso. Il consiglio che si può dare è quindi quello di non accontentarsi mai di una sola fonte e di cercare sempre di confrontare fra loro più fonti.

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Fase 3. La parola agli studenti

Alla fine di questa fase di riflessione comune, l’insegnante può invitare gli studenti, divisi in piccoli gruppi, a elaborare delle tabelle ovvero delle mappe mentali in cui indicare i criteri fondamentali che permettono di riconoscere e smascherare le fake news.

Si può ulteriormente approfondire il discorso, chiedendo agli studenti di dire quali sono, secondo loro, le principali motivazioni che stanno dietro questo fenomeno. Possono anche individuare le diverse tipologie di tali notizie: quelle che fanno riferimento a teorie complottistiche, quelle che mirano a screditare personaggi famosi, quelle che mirano a suscitare reazioni negative di fronte a fenomeni “sensibili”, come l’immigrazione ecc…

A questo punto si possono verificare le competenze acquisite dagli studenti, somministrando (individualmente o a gruppi) alcuni post, in parte veritieri e in parte falsi (il sito Bufale.net può essere un buon punto di partenza per recuperare materiale di questo tipo. Agli studenti viene chiesto di comportarsi da veri detective dell’informazione, distinguendo le notizie vere da quelle false e spiegando in base a quali indizi e a quali ragionamenti sono giunti alle loro conclusioni. Per questa attività possono utilizzare la seguente scaletta:

  • L’informazione mi sembra verosimile?
  • Il sito sul quale ho trovato l’informazione è affidabile e serio?
  • ​​Sono indicate le fonti da cui è presa l’informazione?
  • Chi ha pubblicato questo contenuto per primo?
  • Altri siti trattano lo stesso argomento?
  • Quali sono lo stile e il tono della comunicazione?

Fase 4. Verifica e confronto finali

L’attività proposta si concluderà con una verifica e una valutazione collettiva degli elaborati realizzati dagli studenti. È l’occasione per un confronto tra gli studenti e l’insegnante, un momento prezioso che può essere utile a raccogliere e puntualizzare i principi ispiratori dell’attività didattica. Aver esercitato attivamente il proprio spirito critico di fronte a casi concreti di fake news, dà agli studenti l’opportunità di esternare il proprio pensiero e confrontarsi apertamente con i compagni. Il ruolo dell’insegnante, oltre a una funzione di controllo e verifica degli elaborati, è proprio quello di lasciare spazio e stimolare la discussione tra gli studenti.

Sitografia

Battifora Paolo, A caccia di fake news, Novecento.org, n. 14, agosto 2020, in http://www.novecento.org/pensare-la-didattica/a-caccia-di-fake-news-6483/

Nicoletta Bourbaki. Gruppo di ricerca sui falsi storici, Questo chi lo dice ? E perché ? Una guida per la fruizione critica delle fonti fuori e dentro il Web. Con esempi e proposte di esercizi didattici, in https://www.wumingfoundation.com/giap/2018/03/questo-chi-lo-dice/

Usai Roberto, Come riconoscere le fake news, in https://www.altroconsumo.it/hi-tech/internet-telefono/consigli/riconoscere-bufale-online#

E-média, Site romand de l’éducation aux images, J’apprends à repérer les fake news, in https://www.e-media.ch/events/Japprends-a-reperer-les-fake-news-eleves-des-12-ans

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