A Durban trovato un accordo su clima e ambiente

A Durban trovato un accordo su clima e ambiente

A Durban, al termine della 17esima conferenza ONU sul clima, dopo 13 giorni di difficili negoziati, alle 4,44 del mattino (ora locale) è stato finalmente raggiunto un accordo: la “piattaforma di Durban” (Il Corriere della Sera). Un accordo imperfetto secondo la presidente della Conferenza Maite Nkoana-Mashabane (ministro degli esteri sudafricano), ma indispensabile per continuare la lotta ai cambiamenti climatici. E’ stata la determinazione della presidentessa, che ha fatto procedere la conferenza ad oltranza (un giorno oltre i termini previsti), che ha permesso l’approvazione del documento. La piattaforma, sottolineando l’importanza di ridurre l’emissione di gas serra, dà mandato per creare un gruppo di lavoro che prepari un trattato globale da adottare nel 2015 e che dovrebbe poi entrare in vigore dal 2020.

Il ministro sudafricano Maite Nkoana-Mashabane

Sollievo generale perché si è evitato il fallimento della conferenza, come avvenuto negli utlimi anni. Sia a Copenaghen nel 2009 sia a Cancun (Messico) nel 2010 era stata riconosciuta l’importanza della riduzione dei gas serra, ma non erano stati formulati piani operativi per attuarla.
E nel frattempo, anche se Giappone, Canada e Russia ne ne sono usciti, Unione Europea, Norvegia, Svizzera e Australia proseguono con un Kyoto2, proroga del protocollo di Kyoto fino al 2015.
«Con l’accordo sulla ‘roadmap verso un quadro legale che dal 2015 coinvolgerà tutti i paesi nella lotta al cambiamento climatico – ha detto la Commissaria all’Ambiente, Connie Hedegaard – L’Unione europea ha raggiunto il suo obiettivo chiave nella Conferenza di Durban».
Nell’accordo approvato è compreso il Fondo Verde di 100 miliardi di dollari per aiutare i paesi in via di sviluppo a sostenere le azioni contro il riscaldamento globale. Ma non si è ancora stabilito chi dovrà mettere a disposizione il denaro necessario al Fondo Verde.
E si vuole convincere le nuove economie emergenti (Cina, India, Brasile, Messico e Sudafrica) della necessità di questi intreventi.

Le critiche degli ambientalisti
Secondo le organizzazioni ambientaliste la conferenza non ha avuto esito postivo (dal blog de La Stampa). Per Greenpeace il vertice dell’ONU sul clima a Durban è finito allo stesso modo in cui è iniziato, con un fallimento. E per il WWF i delegati hanno raggiunto un accordo debole, che ha istituito un Fondo Verde di pochi soldi, hanno rinviato le decisioni più importanti sul contenuto del protocollo di Kyoto, e hanno assunto un impegno poco chiaro per un accordo globale a partire dal 2020.

La deforestazione in Amazzonia
Proprio durante la conferenza di Durban in Brasile sono state approvate norme che potrebbero favorire una crescita della deforestazione della foresta amazzonica (Zeroemissioni). E dire che quest’anno la deforestazione era diminuita dell’11%, passando da 7.000 km² del 2010 ai 6238 km² del 2011. Una notizia positiva, anche se la superficie di foresta persa quest’anno rimane sempre notevole, circa il doppio della Valle d’Aosta.
La foresta amazzonica è uno dei principali consumatori mondiali di CO2 e la sua riduzione aggrava la situazione climatica del pianeta contribuendo al riscaldamento globale.

Fare Geo
Osserva i grafici che riportano l’andamento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera dal 1870 al 2000 e dal 1960 al 2008 (misurazioni effettuate nell’emisfero boreale):
● Come è variata la concentrazione nel corso dell’ultimo secolo?
● La concentrazione varia ciclicamente nel corso dell’anno. Quale elemento ritieni intervenga a far calare la quantità di anidride carbonica presente nell’aria in primavera e in estate?
● Nell’era preindustriale (fino al 1800) la concentrazione di CO2 nell’aria era di 280 ppm (parti per milione), nel 2010 è arrivata a 392 ppm. Utilizza questi dati e quelli che ricavi dai due grafici per prepararne uno complessivo con l’andamento della CO2 dal 1800 al 2010.

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