Arlem: al lavoro per salvare il Mediterraneo

Arlem: al lavoro per salvare il Mediterraneo

Il 24 febbraio si è riunita a Tangeri in sessione plenaria  l’Assemblea Regionale e Locale Euro-Mediterranea (Arlem) per fissare le priorità da affrontare nei prossimi mesi. In primo piano a gestione dei flussi migratori e l’inquinamento che sta mettendo in pericolo il nostro mare, a cui si aggiungono altri problemi irrisolti, come la mancanza di infrastrutture adeguate sulla sponda meridionale del Mediterraneo. Per l’Italia, proprio al centro della regione e di tutti i problemi che la riguardano, è essenziale mantenere una stretta collaborazione con gli altri Paesi.
E’ la quinta volta che l’assemblea si riunisce dal 2010, quando è stata istituita nell’ambito dell’organizzazione internazionale “Unione per il Mediterraneo”.
Vi partecipano i rappresentanti delle comunità locali che valuteranno il contributo che ciascuno può dare alla risoluzione dei problemi:IMMIGRAZIONE: GDF SOCCORRE GOMMONE AL LARGO DI LAMPEDUSA

● Le nostre regioni meridionali, dalla Puglia alla Sicilia con le isole minori, sono le prime e subire l’impatto dei migranti che arrivano in condizioni disastrose sulle nostre coste, ma per far fronte al controllo e alla gestione dell’immigrazione tra le sponde africana e asiatica e quella europea è necessario l’impegno di tutte le comunità costiere.
Secondo il governatore di Giza (Egitto) e copresidente dell’Arlem per la sponda sud, Ali Abdel Rahman  ”L’Arlem può dare un contributo importante e offrire soluzioni per controllare le migrazioni, a vantaggio di tutti i paesi della regione mediterranea” (ANSA).Arlem_rifiuti

● Per ridurre l’inquinamento del Mediterraneo è necessario che anche sulle coste meridionali gli scarichi dei rifiuti siano gestiti correttamente. Ma per arrivare a questo è necessario che cambi la mentalità della gente sensibilizzandola ai problemi ambientali, un cammino che richiede tempo e aiuti da chi lo sta già compiendo. L’assemblea ha deciso di contribuire fornendo conoscenze sulle pratiche più atte a limitare l’immissione di sostanze inquinanti.
La necessità di un ”cambio di mentalità” è stata sottolineata anche dal sindaco di Beit Sahour (Palestina), Hani Al-Hayek: ”L’Arlem può sostenerci per risolvere i problemi concreti: nelle regioni arabe nessuno conosce il sistema di riciclaggio dei rifiuti e l’occidente può aiutarci a migliorare la vita nelle nostre città”.

● Anche la mancanza di una adeguata rete di vie di comunicazione lungo la sponda sud, soprattutto nel settore dei trasporti urbani, potrebbe portare a breve termine a una situazione insostenibile, dato il continuo aumento del tasso di urbanizzazione: si prevede che, dal 64% del 2000, si arriverà nel 2025 al 72%. E’ necessario intervenire puntando ai mezzi di trasporto non motorizzati. L’Arlem propone il decentramento dei poteri verso le città, in grado di comprendere meglio i bisogni locali, e di rafforzare lo scambio di idee tra le due sponde (ANSA).

Le nuove proposte dell’Arlem
L’Assemblea chiede di attivare due nuove macroregioni mediterranee, da avviare entro il 2016, che si aggiungano all’attuale Macroregione Adriatico Ionica, una per la zona orientale e una per quella occidentale.
In seguito queste tre macroregioni dovrebbero integrarsi e collaborare per una strategia sovra-regionale estesa a tutto il Mediterraneo (ANSA).EU28-2013-Union_for_the_Mediterranean.svg

L’Unione per il Mediterraneo
L’Unione per il Mediterraneo (Union for the Mediterranean: –UFM-), è un’organizzazione internazionale di partenariato, istituita nel 2008, che comprende i 28 Stati dell’Unione Europea e altri 15 Paesi del Bacino del Mediterraneo: africani (Algeria, Egitto, Marocco, Mauritania, Tunisia), asiatici (Giordania, Israele, Libano, Palestina, Siria –sospesa dal 2011-, Turchia), balcanici (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro) e Monaco.
La Libia, per ora Stato osservatore, è ormai pronta ad entrare.
Partecipano all’UFM anche la Commissione Europea e la Lega Araba.

Fare Geo
• Osserva gli Stati che partecipano all’Unione per il Mediterraneo e utilizza i dati reperibili sul sito DeaWing per confrontare superficie e popolazione  dell’Unione Europea (in azzurro nella carta) con quelle dei Paesi non UE (in giallo). Visualizza i dati trovati con un grafico e aggiungi un tuo commento.
• L’Unione Europea, oltre all’UFM ha istituito nel 2009 una seconda organizzazione di partenariato con i Paesi vicini un tempo appartenuti alla ex Unione Sovietica, nell’ambito della politica europea di vicinato. Si tratta del Partenariato Orientale che coinvolge Armenia, Azerbaigian, Georgia, Moldavia, Ucraina e Bielorussia. Prepara una carta, simile a quella qui riportata che la visualizzi: colora in blu i Paesi dell’Unione Europea e in rosso i Paesi dell’Est Europa che vi partecipano.

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