I sensori Gps degli smartphone e dei tablet sono in grado di rilevare gli spostamenti del suolo dovuti al movimento delle faglie e trasmetterli al centro di controllo. Il sistema è stato ideato dal Servizio per la Sorveglianza Geologica degli Stati Uniti (Usgs) e descritto sulla rivista Science Advances (ANSA, Science Advances).
La precisione è minore rispetto ai sensori utilizzati normalmente per rivelare le onde sismiche, ma ha il vantaggio di avere un costo minore e quindi poter essere utilizzato più diffusamente.
Attualmente, dati i costi proibitivi, i sistemi di allerta rapido sono presenti in poche zone, come California, Giappone e Messico, mentre sono molte le aree a grave rischio sismico, soprattutto nei Paesi più poveri (qui sotto la mappa delle aree a maggior rischio con i cerchi che indicano le zone monitorate).
E’ dal 1987 che l’Usgs ha iniziato a utilizzare rilevatori Gps per individuare gli spostamenti della crosta terrestre nella zona della faglia si San Andreas e nella Baia di San Francisco (EARTH). E in seguito il metodo ha permesso di determinare l’effettivo movimento delle zolle crostali. Sono stati installati numerosi sensori Gps molto sensibili in punti a rischio, come in prossimità del Monte St.Helens (foto a lato).
Per estendere i controlli in tutto il mondo sarebbe necessario installare una fitta rete di rilevatori con spese che molti Paesi non sono in grado di sostenere.
L’idea del nuovo sistema è partito dalla considerazione che attualmente sono in funzione un miliardo di dispositivi che utilizzano il Gps per la navigazione personale (si stima che nel 2019 il numero arriverà a quasi sei miliardi), sistemi che non vengono utilizzati per le loro effettive potenzialità.
Le simulazioni eseguite dall’Usgs, che hanno utilizzato i dati del terremoto di magnitudo nove avvenuto in Giappone nel 2011, hanno evidenziato che una rete di cinquemila dispositivi in dotazione agli abitanti di una città è già sufficiente a permettere di diramare l’allerta rapido, salvando la vita a molte persone.
Il sistema sarà testato realmente lungo la costa del Cile, una delle aree dove i terremoti sono più frequenti, coordinandolo con un sistema tradizionale. Il nuovo sistema sarà però in grado di diramare l’allerta soltanto per sismi di magnitudo pari o superiore al settimo grado.
Fare Geo
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