Il suolo della penisola italiana, attraversato da una fitta serie di faglie, è soggetto a forze che in parte lo tendono e in parte lo comprimono fino a spaccarlo, mentre, nelle regioni che si affacciano sul Tirreno meridionale, in profondità grandi bacini magmatici alimentano i vulcani.
La possibilità di essere soggetti ad eventi catastrofici è sempre in agguato e il rischio è elevato anche per l’inadeguatezza della gran parte delle costruzioni, erette prima delle attuali norme di sicurezza antisismiche (ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
La situazione attuale rimane critica: nl centro Italia continuano le scosse, mentre in Sicilia l’Etna è tornato in attività.
I recenti sismi del centro Italia
La zona dell’Appennino centrale a cavallo tra Abruzzo, Umbria, Marche e Lazio ultimamente è particolarmente colpita, qui si sono verificati i due sismi che hanno fatto più vittime dal 2000 ad oggi.
Nel 2009 il terremoto che ha completamente distrutto L’Aquila, mentre il sisma del 24 agosto dello scorso anno, che ha raso al suolo la cittadina di Amatrice, ha provocato uno sciame sismico che non è ancora terminato.
Una successione di oltre quarantamila scosse fino ad oggi, venti di magnitudo superiore a 4 (La Repubblica). L’ultima sequenza violenta il 18 gennaio, con quattro scosse di magnitudo superiore a 5 (ANSA), ha provocato la slavina che ha sommerso un albergo a Farindola (ANSA) facendo 29 vittime.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in seguito al sisma di agosto, segnala l’urgenza di interventi per ridurre la vulnerabilità dei centri storici dell’Appennino centro meridionale: in altri Paesi scosse simili avrebbero causato danni modesti (INGV casa dolce casa, ma sicura).
A febbraio l’Etna ha ricominciato a dar spettacolo. I primi segnali sono iniziati a gennaio con piccole emissioni di gas e ceneri e a fine febbraio il cratere di sud-est ha iniziato ad emettere lava. L’Etna a tutt’oggi è ancora in attività. Sul sito dell’INGV-Osservatorio Etneo, Catania, sono disponibili gli aggiornamenti su quest’ultimo episodio eruttivo e su YouTube il video ripreso il 15 marzo. A lato l’eruzione vista dalla Stazione Spaziale il 22 marzo (NASA).
La lava scende sul versante meridionale del cratere, ma si tratta di un’eruzione limitata, che non arriva a mettere in pericolo i paesi vicini. Ma ci sono stati ugualmente dei feriti. Il 16 marzo un’improvvisa esplosione con lancio di frammenti di lava ha raggiunto un gruppo di turisti e la troupe della BBC a 2.700 m di quota; sul sito de La Stampa sono disponibili i video.
Attualmente l’Etna, sebbene in passato abbia dato luogo a colate laviche distruttive accompagnate anche da sismi che hanno raggiunto i paesi ai suoi piedi, oggi è continuamente monitorato e non è considerato molto pericoloso anche se frequentemente in eruzione. E’ lo stratovulcano più attivo del mondo e nel 2013 è stato dichiarato patrimonio dell’Unesco.
Il rischio vulcanico in Italia è elevato soprattutto nella zona costiera tirrenica meridionale dove si concentrano i vulcani attivi. L’Italia, infatti, è uno dei Paesi con il più alto numero di abitanti a rischio a livello mondiale per l’elevata densità di popolazione delle aree interessate (Protezione Civile).
Fare Geo
- Sul sito dell’ING, alla pagina “Che percezione abbiamo del terremoto?” trovi un test che rileva il grado di percezione della pericolosità sismica. Compilalo e verifica se la tua percezione è adeguata alla zona in cui vivi. Fallo compilare ad altre persone, visualizza i dati ottenuti con un grafico accompagnato da una didascalia esplicativa. Complessivamente la percezione della pericolosità sismica è adeguata al territorio?
- Leggi le indicazioni riportate sul sito della Protezione Civile alla pagina “Rischio vulcanico – Sei preparato?” relative arelative a colate di lava, bombe vulcaniche, ceneri vulcaniche, emissioni gassose, colate piroclastiche e colate di fango. Prepara un cartellone o una serie di slide che le visualizzi.