Geo inclusiva #10 - Il settore secondario

Geo inclusiva #10 - Il settore secondario

Proseguiamo la pubblicazione dei contributi per la didattica inclusiva nella Scuola secondaria di secondo grado sui principali argomenti di base della geografia.

Ogni articolo presenta contenuti e strumenti utili per organizzare una lezione, assimilare un glossario semplificato, concettualizzare, ripassare e verificare.

I materiali proposti intendono costruire un percorso didattico completo, corredato da esercizi digitali (attraverso l’applicazione Google Moduli) e da un documento stampabile e modificabile che riporta i contenuti della lezione.

Che cos’è il settore secondario?

È uno dei tre settori in cui vengono suddivise tutte le attività economiche: primario, secondario, terziario. Si chiama “secondario” perché l’industria rappresenta il secondo stadio dello sviluppo economico: i prodotti industriali, infatti, soddisfano i bisogni secondari che si manifestano soltanto quando sono stati già soddisfatti i bisogni primari (alimentazione). 

Il settore secondario comprende attività industriali e artigianali. Raggruppa tutte le attività che si occupano della trasformazione delle materie prime in prodotti finiti. Questi prodotti vengono messi sul mercato a disposizione dei consumatori.

Le attività industriali si differenziano a seconda delle materie prime utilizzate e dei prodotti realizzati: industria di base (o pesante), industria manifatturiera (o leggera), nuove attività (industrie innovative).

Il settore secondario nel mondo

A livello globale, il settore secondario occupa circa il 20% dei lavoratori e produce il circa 25% della ricchezza mondiale. Un tempo era un settore molto produttivo, oggi nei Paesi avanzati è stato sostituito dal terziario.

Il settore secondario presenta alcune differenze tra i diversi Paesi.

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  • Paesi di antica industrializzazione (gli Stati Uniti, il Giappone e gran parte dei membri dell’Unione Europea)

    Hanno struttura industriale diversificata e innovativa. Ha perso importanza l’industria pesante, mentre hanno molta importanza la ricerca scientifica e i settori ad alta tecnologia.  

Nella foto: l’impianto di trattamento delle acque reflue nella città di Wroclaw, in Polonia.

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  • Paesi di nuova industrializzazione (Cina, India, Corea del Sud)

    Basano la loro industria soprattutto sulla produzione e sull’esportazione dei manufatti tessili e dei prodotti dell’elettronica. Negli ultimi anni si è sviluppata anche l’alta tecnologia (soprattutto nei Paesi asiatici). 

Nella foto: un impianto di lavorazione dell’alluminio in Cina.

Nei Paesi avanzati il settore industriale si è trasformato per le seguenti cause:

  • lo sviluppo della robotica e della digitalizzazione (che hanno diminuito il numero di lavoratori nel settore);
  • l’ascesa delle attività del settore terziario (che ha limitato la ricchezza prodotta dall’industria);
  • la delocalizzazione (cioè il trasferimento della produzione nei Paesi dell’Europa dell’Est e del Sud-est asiatico, perché forniscono manodopera e materie prime a basso costo). 

L’industria di base

Le industrie di base (o industrie pesanti) trasformano le materie prime in prodotti intermedi o semilavorati.

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L’industria siderurgica

L’industria siderurgica lavora il ferro e le leghe ottenute dal ferro (acciaio, ghisa). Utilizza impianti di grandi dimensioni, in genere vicino a corsi d’acqua navigabili o centri portuali dove le materie prime giungono via mare.

Oggi il primo produttore, consumatore ed esportatore di acciaio è la Cina (51% del mercato globale).

Nella foto: la colata di metallo fuso in una acciaieria.

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L’industria chimica

Il settore chimico trasforma le materie prime organiche (petrolio, carbone, gas, biomasse) e inorganiche (minerali, acqua, sali). Ottiene numerosi prodotti finiti: plastiche, vernici, fertilizzanti, gomma, carta, vetro, prodotti farmaceutici ecc.

I grandi produttori tradizionali sono Stati Uniti, Giappone e alcuni Paesi europei (Russia, Germania e Italia). Negli ultimi anni, il mercato si è aperto a Cina, India e Brasile

Nella foto: la fase di confezionamento di un medicinale all’interno di un’azienda farmaceutica.

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L’industria meccanica 

Il settore meccanico riguarda la lavorazione dei metalli e la produzione di componenti in metallo. Produce anche macchine, che a loro volta sono in grado di produrre qualcosa: elettrodomestici, mezzi di trasporto, motori, utensili, macchine di confezionamento…

È particolarmente importante il comparto automotive, cioè della produzione di veicoli a motore (automobili, motociclette, camion ecc.). Questo comparto genera molta occupazione nell’indotto, cioè nei settori collegati alla produzione principale.

Nella foto: la linea automatizzata di produzione di un’automobile.

L’industria manifatturiera

Le industrie manifatturiere (o industrie leggere) producono i prodotti finiti a partire dalle materie prime e dai semilavorati dell’industri pesante. Le industrie leggere sono di diverse tipologie: per esempio alimentare, dell’abbigliamento, mobiliaria, cosmetica… Ci soffermiamo su una delle produzioni tradizionali, l’industria tessile.

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L’industria tessile

È un settore che si occupa della produzione delle fibre tessili, naturali (lana, seta, cotone…) o sintetiche (rayon, viscosa, acrilico, poliestere…).

Può utilizzare impianti a basso contenuto tecnologico e manodopera poco qualificata: per questo motivo in passato si è diffusa rapidamente nei Paesi di vecchia industrializzazione, e oggi è uno dei primi settori nei Paesi emergenti.

Alcuni Paesi asiatici sono tra i principali esportatori di prodotti tessili nel mondo. Anche in Italia il settore è rilevante, grazie anche a tecnologie avanzate. 

Nella foto: il funzionamento del telaio in una fabbrica tessile.

Le industrie innovative

Negli ultimi decenni si sono affermate industrie più innovative che si basano su tecnologie avanzate, soprattutto nei Paesi ad economia sviluppate.

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L’industria aerospaziale

Si occupa dello sviluppo di apparecchi di volo, dagli aeromobili (aeroplani, elicotteri…) ai veicoli spaziali e ai satelliti.

Rappresenta un’industria molto esclusiva, perché sfrutta sistemi e tecnologie molto innovativi e perché ha una grande importanza strategica (rientra nei progetti spaziali e militari dei Paesi).

Questo settore è dominato dagli Stati Uniti e da pochi altri Paesi, come la Cina e alcuni Stati europei (tra cui l’Italia). 

Nella foto: manutenzione di un aeroplano.

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L’industria elettronica 

Produce componenti e dispositivi elettronici per altri settori industriali e per il consumo individuale (l’intrattenimento, la comunicazione e il lavoro da ufficio). L’elettronica è uno dei settori più all’avanguardia ed è in continua evoluzione tecnologica.

Questo comparto è molto sviluppato negli Stati Uniti, in Giappone e in Cina

Nella foto: componenti elettronici di un circuito stampato.

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L’industria delle telecomunicazioni e dell’informatica 

Questi comparti producono impianti e servizi per l’elaborazione e trasmissione di dati e informazioni.

Rappresentano un settore strategico per lo sviluppo economico nel mondo: ormai quasi tutti i processi produttivi, infatti, utilizzano queste tecnologie.

Il settore è dominato da Stati Uniti e Cina, che investono molto nella ricerca.

Nella foto: un impianto di telecomunicazione che controlla le reti 5G.

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L’artigianato

Il settore artigianale comprende singole persone (artigiani) o piccole aziende (imprese artigianali) che producono secondo procedimenti manuali o per mezzo di semplici attrezzi. Non vengono usate macchine industriali che producono in serie.

Gli artigiani progettano e realizzano prodotti di alta qualità in diversi campi: abbigliamento, cuoio, pelletteria, ceramica, falegnameria…

Nella foto: un artigiano al lavoro con strumenti per l’intaglio del legno.

Le dimensioni e l’organizzazione delle industrie

Le industrie si possono distinguere in base al numero degli addetti

  • piccola industria, con meno di 50 addetti; 
  • media industria, tra 50 e 250 addetti; 
  • medio-grande industria, tra 250 e 500 addetti; 
  • grande industria, con più di 500 addetti.

In una stessa area geografica può accadere che tante industrie medio-piccole partecipino alla produzione di un solo bene (per esempio, il marmo di Carrara). Esse si specializzano in una determinata fase del processo e rimangono integrate tra di loro. Questi raggruppamenti si chiamano distretti industriali e sono molto diffusi in Italia e in Europa.

Le grandi aziende sono in grado di creare un notevole indotto, legato alla loro attività. Possono anche essere multinazionali, cioè avere molte sedi produttive e distributive in Paesi diversi da quello della “casa madre”.

Le sfide del settore secondario 

Oggi lo sviluppo industriale deve fronteggiare nuove sfide, legate soprattutto ai sistemi di produzione e alle frontiere dell’innovazione tecnologica.

Il rischio di uno sviluppo tecnologico avanzato è quello di sostituire il lavoro degli operai con quello delle macchine. Questo sviluppo ha però degli aspetti positivi. Infatti, nuove soluzioni e nuove invenzioni possono portare alla nascita di nuovi settori produttivi, a una migliore organizzazione del lavoro, a nuovi prodotti o a trasformazioni di prodotti già esistenti. Le imprese quindi investono molto denaro nella ricerca per accrescere la propria capacità innovativa e sconfiggere la concorrenza.

Oggi l’industria sta vivendo un periodo di grandi cambiamenti: è in atto un processo che mira a rendere la produzione industriale completamente automatizzata e interconnessa. Si parla di “Quarta rivoluzione industriale” o Industria 4.0:

  • l’automazione è ormai sempre più estesa all’intera catena produttiva e non più soltanto, come in passato, a singole macchine o particolari processi produttivi.;
  • la digitalizzazione rende possibile gestire un numero maggiore di informazioni e lo fa sempre più velocemente;
  • l’interconnessione tra oggetti, macchine e servizi crea un sistema industriale complesso e avanzato.
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Industria 4.0: un sistema di controllo digitale che sfrutta la realtà aumentata per connettersi con macchinari ad alta tecnologia.

Il glossario del settore secondario

INDUSTRIA. È l’insieme delle attività che trasformano le materie prime (sostanze non lavorate) in semilavorati o prodotti finiti. 

MANIFATTURA. È l’insieme delle lavorazioni delle materie prime, realizzata a mano o a macchina, per trasformarle in oggetti di consumo.

DELOCALIZZAZIONE. È il trasferimento della produzione industriale in Paesi meno sviluppati economicamente, che garantiscono un costo del lavoro più basso.

MULTINAZIONALE. È una grande azienda che ha sedi legali e produttive in Paesi diversi da quello in cui è nata.

INDUSTRIA 4.0.  È la produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa, che sfrutta le nuove tecnologie digitali.

La mappa concettuale del settore secondario

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Google-Moduli-settore secondario-SSSG

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