Per il Legislatore una delle finalità principali dell’insegnamento e dell’apprendimento della storia è rappresentata dall’educazione al patrimonio culturale, strettamente connessa con l’educazione alla cittadinanza attiva, in quanto elemento costitutivo della memoria e dell’identità collettiva, eredità da conoscere, proteggere e trasmettere.
Secondo il testo delle Indicazioni Nazionali 2012, l’insegnamento e l’apprendimento della storia “contribuiscono all’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva. I docenti si impegnano a far scoprire agli alunni il nesso tra le tracce e le conoscenze del passato, a far usare con metodo le fonti archeologiche, museali, iconiche, archivistiche, a far apprezzare il loro valore di beni culturali. In tal modo l’educazione al patrimonio culturale fornisce un contributo fondamentale alla cittadinanza attiva. In particolare, gli insegnanti metteranno in evidenza i rapporti tra istituzioni e società, le differenze di genere e di generazioni, le forme statuali, le istituzioni democratiche”.
Beni materiali e immateriali
Potremmo anche rovesciare i termini, e affermare che l’educazione al patrimonio costituisce una via maestra per l’insegnamento e l’apprendimento della storia, soprattutto se attuata, seguendo gli stessi suggerimenti delle Indicazioni nazionali, attraverso l’uso delle fonti, cioè dei diversi oggetti e realtà in cui si manifesta il patrimonio culturale.
Il patrimonio culturale può essere costituito da beni materiali, come un singolo monumento o un’opera d’arte, ma può anche identificarsi in un museo, un sito, un agglomerato urbano, o anche in un territorio in cui si è instaurato uno speciale rapporto tra comunità umana e natura. A partire dal 2001, l’UNESCO riconosce come facenti parte del patrimonio culturale anche i beni immateriali, come la cultura orale, i saperi e le pratiche tradizionali nell’ambito del lavoro, delle relazioni sociali, della religione, purché non siano in contrasto con i diritti umani.
Il patrimonio storico di prossimità
La nozione di patrimonio culturale si estende perciò a un ambito vastissimo. Qui ci sentiamo obbligati a restringere il campo. Dedicheremo questo intervento a possibili approcci didattici con il patrimonio storico, e in particolare con il patrimonio storico di prossimità. Perché proprio questo? Perché da un lato è più accessibile (e al fine della conoscenza di tale patrimonio riteniamo imprescindibile l’esperienza diretta e concreta) e dall’altro riteniamo doveroso che i nostri studenti siano sensibilizzati in primo luogo alla ricchezza culturale del luogo in cui vivono.
Come è infinita la serie dei beni culturali, così sono numerosi gli approcci didattici per il loro studio e apprendimento. Solo per fornire un paio di esempi: per i più piccoli, molto efficaci sono approcci ludici, come l’organizzazione di una caccia al tesoro (anche virtuale), con indovinelli, esercizi di abbinamento, completamento, riconoscimento; per i più grandi, si può optare per la redazione di storytelling , con vicende di personaggi legati al luogo, ovvero per la realizzazione di datatelling, presentazioni con l’ausilio di applicazioni digitali quali Prezi, Timeline o Powtoon.
Una proposta di didattica attiva: giovani guide del territorio
Premesso che noi privilegiamo le pratiche attive, le sole veramente motivanti, soprattutto per i più piccoli, e funzionali all’acquisizione non solo di conoscenze ma anche di vere e proprie competenze, qui vorremmo presentare un’attività pensata per studenti del primo anno della scuola secondaria di primo grado, ma che, con gli opportuni adattamenti, può essere proposta ad allievi anche di scuola primaria o di secondaria di secondo grado. Si tratta di un compito di realtà: trasformarsi in guide, capaci di illustrare ai propri genitori in visita le principali emergenze storico-culturali del proprio paese, quartiere o città (in quest’ultimo caso si dovranno evidentemente operare delle scelte). In alternativa, si può scegliere anche un sito o un museo particolarmente significativi sul piano della memoria e dell’identità locale. Tenuto conto del progetto che abbiamo in mente, nonché dell’età e del livello dei giovani studenti, non andremmo comunque al di là della realtà loro più prossima.
Per una consapevolezza del patrimonio locale
Lo scopo che ci proponiamo è soprattutto di sensibilizzare i giovani studenti verso la dimensione storica della realtà in cui vivono e di far acquisire loro una prima conoscenza del patrimonio storico-culturale locale. Il fatto di trasformarsi in esperti, in guide capaci di intrattenere altre persone, anche adulte (pensiamo in particolare ai loro genitori) costituisce di per sé un elemento di forte motivazione. È però anche il pretesto per introdurre la riflessione su abilità trasversali, come la comunicazione orale, con le sue qualità specifiche.
Riteniamo che a questo livello sia sufficiente la costruzione di un percorso attraverso il paese o il quartiere, che ne metta in evidenza le caratteristiche complessive e si soffermi solo sulle principali emergenze. Molto utile risulterà la programmazione comune con altre discipline, in particolare Arte e immagine e Tecnologia, per gli approfondimenti specifici che possono consentire. Ugualmente prezioso sarebbe il coinvolgimento di un mediatore culturale professionista, il quale, oltre a fornire il proprio servizio, potrebbe intervenire in classe per illustrare gli elementi di base del suo lavoro, in funzione della “trasformazione” dei piccoli studenti in guide. È bene ricordare che molti siti e musei, con i loro operatori, offrono pacchetti di attività pedagogiche di varia tipologia e adatte a ogni categoria di studenti, dai più piccoli ai più grandi, spesso molto interessanti. Perché non approfittarne?
Le fasi iniziali del progetto
In un primo tempo l’insegnante comunica il progetto agli allievi: questa fase di presentazione può essere condotta in presenza oppure a distanza, suggerendo per esempio la visione di un video motivazionale. Seguirà poi una prima visita, con l’eventuale accompagnamento di un mediatore culturale, allo scopo di riconoscere le caratteristiche dei luoghi e di individuare i beni più rilevanti, mettendone in evidenza gli aspetti principali. Durante questa fase gli allievi prendono appunti, scattano foto, raccolgono materiale illustrativo.
Successivamente si ricostruirà il percorso compiuto su una carta topografica, dove verranno individuati i luoghi e i monumenti visitati. Con il materiale raccolto, si passerà poi a una prima riflessione e messa in comune. Si cercherà in questa sede di evidenziare le prime reazioni dopo la visita: quali emozioni ha suscitato, quali luoghi e quali monumenti hanno destato maggiore interesse… Si definirà inoltre quali informazioni sono necessarie per la presentazione di un bene storico-artistico e si comincerà anche a costruire un glossario.
Le fasi conclusive del progetto
Una volta fissati i beni da presentare, e il percorso da compiere, gli allievi, eventualmente divisi in gruppi, passeranno a redigere i testi (una presentazione scritta generale accompagnata da singole presentazioni per i diversi monumenti o luoghi individuati) che dovranno poi presentare oralmente, seguendo il formato concordato durante la riflessione comune. Questi testi potranno essere oggetto di un controllo comune, che ne evidenzi aspetti positivi (ordine, completezza e precisione delle informazioni, linguaggio corretto), ma anche eventuali lacune.
Con i testi corretti in bella forma, inizia la fase finale: l’addestramento all’esposizione orale. Si tratta di un momento importante, anche per riflettere sulle differenze tra comunicazione scritta e comunicazione orale. Gli allievi si renderanno conto che non si tratta soltanto di trasmettere informazioni, ma di stabilire un contatto con gli ascoltatori, di catturare e mantenere la loro attenzione, utilizzando con accortezza toni e pause, sguardi e gesti. Si potranno fare delle prove in classe o, avendone la possibilità, anche in situ, in modo da prepararsi adeguatamente al grande giorno. Potrebbe essere utile girare qualche breve video durante l’esposizione per rivedere e valutare il risultato, commentandolo assieme.
La visita guidata, organizzata per i genitori della classe, costituisce la fase finale del progetto e anche il momento di verifica di tutto il lavoro svolto. Nel caso non fosse possibile effettuare una visita di gruppo, suggeriamo di effettuare delle riprese da sottoporre al “pubblico” (in diretta o come registrazione). Per la valutazione, l’insegnante terrà conto di tutte le componenti dell’attività: partecipazione, contenuto, comunicazione.
Qui puoi trovare la scheda di programmazione dell’attività didattica proposta, con le indicazioni degli obiettivi formativi e disciplinari, la guida all’esecuzione delle singole fasi del progetto, e alcune indicazioni bibliografiche.