Su “Le Scienze” di luglio 2011 la notizia che a causare la grandine possano essere alcuni batteri presenti nelle nubi.
L’annuncio che i batteri possono fungere da catalizzatore per innescare la formazione dei chicchi di grandine è stato dato da Alexander Michaud della Montana State University a un congresso a New Orleans ed è riportato (in inglese) sul sito della BBC e in italiano sul sito “Dita di Fulmine“.
Forse in futuro, per evitare le grandinate, potremo “curare” le nubi “malate” uccidendo i batteri, magari irrorando le nuvole di antibiotici.
Già da alcuni anni era stato ipotizzato che i batteri avessero un ruolo importante nel ciclo dell’acqua e nella formazione del ghiaccio nelle nubi.
La conferma si è avuta con lo studio dei cristalli di grandine caduti nel Montana durante una tempesta nell’estate del 2010. I chicchi sono stati sezionati e nel loro interno sono stati individuati numerosi batteri, soprattutto Pseudomonas syringae.
In condizioni normali la grandine si forma a temperature uguali o inferiori a -40°C. Ma se è presente questo batterio il ghiaccio si forma prima. La sua membrana funge da catalizzatore: contiene una proteina in grado di far aggregare le molecole d’acqua e farle congelare a temperatura più alta, circa -10°C. Così i batteri intrappolati nel chicco vengono fatti piovere al suolo e possono aggredire la vegetazione. Lo Pseudomonas syringae è infatti un agente patogeno dei vegetali in grado di colpire molte specie di piante: ad esempio è l’agente che causa la picchiettatura batterica del pomodoro. Eliminarlo dalle nuvole potrebbe aiutare anche l’agricoltura.
Curiosità
● Se volete saperne di più sulla grandine potete consultare il sito “meteoliguria” dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente Ligure.
● Il chicco di grandine più grande degli Stati Uniti, quasi un chilo di peso, è caduto nel South Dakota nel 2010 (nel sito della BBC il video), mentre il record mondiale, non ufficialmente documentato, è quello di un chicco raccolto in Bangladesh nel 1986, del peso di 1,02 kg.