La notizia è in prima pagina su tutte le testate inglesi e su tutti i media: l’ultimo sondaggio realizzato da YouGov per il Sunday Times rileva il sorpasso del fronte del “sì” nel referendum che si terrà il 18 settembre in Scozia per l’indipendenza dal Regno Unito: 51%, rispetto al 49% a favore del mantenimento dello status quo (ANSA, Il Corriere).
Un sorpasso fino a poco tempo fa inatteso, ma che si stava preparando, visto che il sondaggio del 31 agosto
aveva già rilevato un 47% di favorevoli alla separazione, con una crescita di 4 punti rispetto a ferragosto. Naturalmente queste sono solo indagini statistiche in cui c’è sempre un alto margine di errore e il risultato è quindi ancora molto incerto.
Inoltre questi dati non tengono conto dell’8% di astenuti, altrimenti i sì sarebbero al 47% e il no al 45% e non si sarebbe ancora superata la soglia del 50%.
Tra i VIP da sempre schierati con gli indipendentisti troviamo l’attore Sean Connery, seguito da molti altri attori e cantanti nati in Scozia, mentre parecchie sono le personalità inglesi che lanciano appelli affinché la Scozia desista, rimanendo nel Regno Unito.
Che cosa accadrebbe
se vincessero i sì?
Alex Salmond, capo del governo di Edimburgo e leader degli indipendentisti, ritiene veramente possibile che il referendum si concluda con la vittoria del sì, un risultato che preoccupa la City londinese. Londra reagisce e il governo britannico, per evitare la secessione, promette maggiori poteri al parlamento scozzese in ambito fiscale, di spesa pubblica e di welfare.
Secondo gli esperti le conseguenze della secessione sarebbero negative per entrambe le economie. Già adesso la sterlina è scesa immediatamente raggiungendo il valore più basso degli ultimi mesi.
In caso di vittoria dei sì, dovrebbe iniziare il cammino verso l’indipendenza che si concluderebbe nel 2016, e moltissimi sarebbero i punti da concordare perché la separazione risulti amichevole. In particolare dovrebbero essere divisi tra i due nuovi Stati introiti e debiti oggi gestiti a livello statale. E le risorse petrolifere del Mar del Nord a chi spetterebbero? Attualmente la maggior parte delle tasse derivanti dal petrolio proviene dalla Scozia (BBC).
La Scozia ha una grande estensione, ma è poco abitata: nelle divisioni si terrà conto della superficie o della popolazione?
La Scozia ha una sua bandiera, la croce di Sant’Andrea bianca in campo azzurro, ma quella del Regno Unito, l’Union Jack, fusione della bandiera delle quattro nazioni che lo compongono, potrebbe cambiare, eliminando il contributo scozzese.
E che cosa succederebbe alla moneta? La Scozia manterrebbe la sterlina, utilizzerebbe una sua nuova moneta o aderirebbe all’euro?
Per ora inutile mettere il carro davanti ai buoi, bisognerà aspettare il 18 settembre. Poi, in caso, se ne riparlerà.
Fare Geo
• Osserva la tabella con dati delle quattro nazioni che compongono attualmente il Regno Unito. Individua sulla carta qui a lato le quattro nazioni e prepara una carta con i due nuovi Stati. Come risulterebbero formati?
• Calcola la densità di popolazione nelle quattro nazioni e prepara un grafico che visualizzi superficie, popolazione e densità della Scozia e dell’eventuale nuovo Regno Unito. Che cosa cambierebbe rispetto ad oggi?