Ieri, 6 gennaio, 13 marinai iraniani presi in ostaggio dai pirati sono stati liberati da una portaerei americana nel Mar Arabico (ANSA). I pirati, di nazionalità somala, sono stati arrestati: il salvataggio è stato effettuato proprio da una delle portaerei USA che l’Iran aveva “invitato” a non ritornare nello Stretto di Hormuz (blog del 3 gennaio). Attraversato dalle rotte che collegano il Mediterraneo all’Oceano Indiano e in particolare al Golfo Persico, il Mar Arabico da alcuni anni è infestato da pirati somali che vanno all’arrembaggio delle navi mercantili e delle petroliere.
Numerose le unità sequestrate e gli equipaggi fatti prigionieri, tra cui parecchi marinai italiani. L’ultima nave italiana è il mercantile Enrico Ievoli, attaccata il 27 dicembre vicino alla costa dell’Oman (Il Messaggero e sito della Marnavi, società italiana cui appartiene il mercantile).
Dei 18 componenti dell’equipaggio, 6 sono italiani, 5 ucraini e 7 indiani. Questa nave are già stata pesa di mira nel 2006, ma era riuscita a sfuggire ai pirati grazie all’intervento di un elicottero militare che aveva ricevuto l’allarme.
Soltanto pochi giorni prima, il 21 dicembre, era stato liberato dopo sei mesi di prigionia l’equipaggio di un’altra nave italiana catturata.
Le vie delle petroliere
La rotta tra il Mediterraneo e il Golfo Persico è segnata da numerosi passaggi obbligati. Dopo il Canale di Suez, che permette di evitare la circumnavigazione dell’Africa, percorre il Mar Rosso ed entra nel Golfo di Aden attraverso lo Stretto di Bab-el-Mandeb. Poi prosegue fino a giungere al Mar Arabico e penetrare nel Golfo di Oman e infine attraversare lo Stretto di Hormuz. La Somalia si affaccia sul golfo di Aden e sul Mar Arabico e i pirati somali hanno buon gioco ad attaccare le navi in transito, sequestrarle e portarle nei loro rifugi.
Ma anche un altro punto nevralgico delle rotte petrolifere è a rischio pirati. Si tratta dello Stretto della Malacca che separa la Penisola Malese dall’Isola di Sumatra. Di qui passano le petroliere che raggiungono il Giappone. Proprio per rendere più sicura la navigazione è in progetto un canale che tagli l’istmo di Kra (nella Penisola Malese) evitando il passaggio nello stretto.
Fare Geo
● Osserva le rotte che collegano il Golfo Persico al Mediterraneo e al Giappone. Individua i Paesi che si affacciano su questi mari e indicali precisando per ciascuno su quale mare, golfo o stretto si trova e a quale continente appartiene.
● L’uomo punta a migliorare le vie di cominicazione sia terrestri sia marittime, per questo taglia gli istmi con canali navigabili e oltrepassa gli stretti con ponti e tunnel. Nei due box qui a lato trovi l’elenco dei principali istmi e stretti. Cercali sull’atlante e visualizzali: su una carta dell’Europa quelli del nostro continente, su un planisfero gli altri. Metti in evidenza gli istmi tagliati da canali e gli stretti attraversabili in treno o in auto.